lunedì 13 luglio 2009

Ecomaratona del Ventasso 2009

12 Luglio 2009, sveglia all'alba, destinazione Busana, una serie infinita di curve per arrivare al paese che ospita questa ormai mitica eco maratona. Per questa occasione si aggiungono un amico, che messo al corrente dell'insano gesto si era offerto subito di accompagnarmi, evitandomi lo stress della guida, insieme alla moglie ed al piccolo Giovanni.
Arriviamo a Busana con tempi leggermente tirati, per cui mentre loro cercano una sistemazione per l'auto io vado immediatamente al ritiro pettorali.I primi passi mossi per il paese confermano immediatamente quanto letto nei vari resoconti dei partecipanti, vengo avvolto da una atmosfera di sincera cordialità evidentemente priva di qualunque motivazione mercenaria, non è necessario leggere i cartelli o chiedere informazioni, il personale dello staff quasi mi accompagna per mano, si respira aria di casa, l'accoglienza tipica e sempre più rara dei luoghi dove ancora i rapporti umani resistono come base del vivere quotidiano.
Quest'atmosfera stempera in parte anche la tipica fibrillazione del pre gara così dopo essermi travestito da runner resto un pò a scherzare con i miei supporters mentre si avvicina il momento della partenza, poi, "ritiro spirituale" e riti connessi: allacciatura scarpe, accensione Garmin, riscaldamento, punzonatura, ed eccomi in griglia.
Mi guardo intorno in attesa dello sparo e cerco di posizionarmi in una posizione consona e non sfacciata, vedo runner muniti delle attrezzature più disparate, bastoncini, zaini idrici, "cartucciere" a borraccia multipla, io come consigliatomi da Beppe ( 5° assoluto per la cronaca) non porto nessuna scorta, solo una piccola fascia da braccio contenente i consueti prodotti zuccherosi ed il telefonino (ovviamente in modalità aeroplano) per scattare qualche foto sul percorso.
Durante l'attesa dello sparo ripeto a me stesso di dosare le forze e di non esagerare, come già detto in altri post nella mia preparazione la voce salite è la più lacunosa, e non per mancanza di volontà.
Sparo, si parte tra l'incitamento del pubblico, in discesa, due giri per il paese tra vicoli caratteristici poi via per il primo anello di 10k percorso comune alla non competitiva, qui un piccolo antipasto di ciò che ci attenderà lassù, scambio qualche parola con un eco-runner toscano evidentemente più forte di me che nonostante ciò, messo al corrente che si tratta del mio esordio in eco, mi accompagna per un bel tratto dispensando utili consigli poi saluta ed accelera, dileguandosi avanti nella boscaglia.
Si ripassa a Busana, -10 k, un ottimo riscaldamento, si parte per il gran tour e dopo una breve discesa ecco l'incontro con "il Tirone" c'è poco spazio per il cronometro, nelle salite servono gambe cuore e tenacia, nelle discese bisogna tornare bambini e scendere a rotta di collo, posare l'occhio nel punto esatto d'atterraggio del piede nel prossimo passo e valutarne la stabilità, tenendo i muscoli non solo delle gambe ma anche delle braccia pronti a correggere e bilanciare i frequenti errori di valutazione dovuti al fondo quasi sempre invaso da pietre e radici, oltre alla presenza di vasti tratti fangosi a causa delle precipitazioni della notte... ma di discese per un bel pò neanche a parlarne.
Il Tirone, una salita inesorabile, con tratti estremamente scivolosi, dura, ma comunque affrontabile con rispetto, consapevolezza dei propri mezzi e della propria condizione del momento, un percorso duro dicevo, ma mitigato dai paesaggi incantevoli, dal silenzio del bosco e dai profumi delle essenze sprigionate dalla vegetazione, alterno corsa e passo, pseudo corsa e passo strascicato. Ai ristori, gli addetti non si stancano di avvertirci che la fine del Tirone non sarà la fine della gara ed hanno ragione.
Intorno al 19° chilometro, una dura lezione al mio ego da runner metropolitano, salto una segnalazione e procedo spedito in direzione errata, era da un pò che procedevo in solitaria quindi il non avere runner a vista non mi preoccupa, mentre la presenza di segnalazioni biancorosse sul sentiero, che io ignorantemente scambiavo per quelle dell'eco, mi porta a percorrere un bel tratto (in discesa sigh!) sino a quando, arrivato all'ennesimo tratto fangoso mi rendo conto dell'assenza di orme, torno indietro sino ad un cartello che in direzione opposta indica monte Ventasso, lo percorro per un pò, sempre scrutando il terreno, anche qui nessuna traccia di passaggi umani, per cui decido di ripercorrere la strada a ritroso sino al ristoro precedente e a circa metà tragitto individuo la freccia in bella mostra con su scritto ecomaratona, quindi dopo tutta una serie di complimenti alla mia persona, che per brevità non starò qui a trascrivere, riprendo la diritta via, chiaramente costituita da ulteriore salita, il gruppetto prima faticosamente lasciato alle spalle sarà ormai irragiungibile penso, ma alla fine della salita, prati verdi e cielo libero ricevo una notizia che mi galvanizza: il commissario di percorso mi comunica la posizione attuale: dai forza sei novantesimo! Sino a quel momento non avevo pensato alla classifica ma sinceramente mai avrei pensato di essere così avanti, volo in discesa verso il lago deciso a riprendere il gruppetto perso a causa dello stupido errore il posto è pieno di turisti che al nostro passaggio ci incitano pur osservandoci come marziani, alla successiva salita inizio a riprendere coloro che si son presi troppa confidenza con il Tirone ed ora arrancano in riserva fissa. Ora le grosse salite sono finite ma a mio giudizio sono le discese a farsi più insidiose, anche perchè le
gambe sono molto meno reattive. Al successivo punto di controllo un bambino mi corre incontro dandomi il cinque dicendo "tu sei ottantesimo" fornendo altra energia, più che necessaria per il fine gara. Altri saliscendi cerco di corricchiare anche in salita, manca poco ormai ma ora anche la più leggera pendenza si fa sentire, ad un certo vengo assalito da un crampo al tricipite, cerco di stirarlo e massaggiarlo e fortunatamente riesco a riprendere il cammino, passiamo per un bel parco invaso da comitive di turisti intenti ad arrostire ogni ben di dio, e qui ci tocca fare pure una scalinata, ma ormai si sente il profumo del traguardo, qualcuno mi sorpassa le posizioni si avvicendano nessuno vuol mollare niente, inizia la dolce discesa verso Busana, le gambe protestano ma poi obbediscono e si lanciano, sterrato con tanto di cartello "TRATTO PERICOLOSISSIMO", poi asfalto, brevi salite affrontate con le unghie e infine ecco Busana, la gente che applaude, riconosco la curva dove son posizionate le docce là oltre la curva a sinistra c'è il traguardo ed eccolo ancora gremito di pubblico nonostante le 5 ore trascorse ancora applausi, passo sotto il gonfiabile a braccia alzate emozionato come non mai.
Per la cronaca 75° assoluto (418 alla partenza) con 5:07 circa
Ora scappo al lavoro, ma ritornerò sull'argomento appena possibile, queste poche righe non bastano a descrivere luoghi gente ed emozioni. 

7 commenti:

  1. Ma che bella corsa!!!mi hai fatto ricordare Biderosa,anche se qui si parlav del doppio dei km in uno scenario da paura..per la bellezza e la fatica!!!complimenti per la scelta della gara e il piazzamento!!!

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  2. complimenti per la gara, concordo con davide che a biderosa abbiamo sbagliato strada, cmq quando si affrontano paesaggi del genere non si fa caso alla fatica ciao a presto

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  3. I complimenti sono doverosi, bravissimo ! Leggere il tuo racconto mi hai fatto venir voglia di prepararmi per un trail.

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  4. Mi aveva parlato bene di questa corsa già un mio caro amico... ora non ho + dubbi.
    Purtroppo per fare tutte le gare che ho messo sulla personal list servirebbero altri 30 anni di carriera... chissà !

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  5. @Davide e Paolo: grazie, ora posso affermare di essere più che soddisfatto della decisione presa qualche mese fa!
    @Rocha: mi avevano avvisato che la partecipazioni a queste gare crea dipendenza, e già mi scopro a scrutare eco-volantini con insani propositi..quindi occhio, e grazie dei complimenti!
    @Gian Carlo: ah quindi avresti intenzione di ritirarti in tenera età? Facci un pensierino, Luglio non è poi così carico di eventi.

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  6. uomo eri come una piena del fiume e hai travolto tutto e tutti,fantastico quando affermi: un bambino mi corre incontro dicendomi: sei 80esimo..grande grande racconto

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  7. complimenti filippo, grande gara!

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