martedì 4 ottobre 2011

Trail degli Eroi.

Stavolta oltre alla preparazione dei bagagli, un piccolo rito da compiere: ben protetti, in un cantuccio del camel bag, ripongo due piccoli dischetti in metallo, ricordo di chi, come gran parte della sua generazione, nei luoghi che mi appresto a raggiungere si recò in ben altre circostanze e altrettanto diverso spirito. Su una delle due medaglie è inciso un motto (tratto da un bollettino di guerra ) che recita "logori ma indomiti" senza irriguardosi paragoni, cercherò di esserne all'altezza. Fatta questa premessa si può partire. Appuntamento sabato mattina ore dieci con Kino.Rob&Girl, tra un caffè e quattro chiacchiere l'autostrada vola via, poi guidati dalla sensuale voce della navigatrice satellitare arriviamo a Semonzo del Grappa, la prima tappa, di comune accordo è il futuristico B&B che mi ospiterà in questi due giorni, la mia sistemazione poi è decisamente originale, i compagni di viaggio son talmente entusiasti che potrei darmi al bagarinaggio e lucrare sulla prenotazione. Intanto lo stomaco reclama, decidiamo dunque di cercare campo d'atterraggio per rifocillarci, la scelta ricade sul ristorante annesso all'albergo scelto da Roberto, ci gustiamo un bel pranzetto non proprio conforme alle linee guida dell'alimentazione dell'atleta, in attesa di andare a ritirare il pettorale. A proposito di "campo d'atterraggio" confesso che solo oggi, cadendo dal pero, scopro che il luogo in cui ci troviamo è una delle capitali del volo libero, infatti il cielo è pieno zeppo di parapendio e deltaplani, un bellissimo variopinto spettacolo. Ma il nostro compito è restare coi piedi per terra (possibilmente solo quelli), alle sedici in punto ci presentiamo al ritiro pettorali con al seguito le dotazioni obbligatorie, esame superato, organizzazione efficiente e rapida, oltre al pettorale una bella maglia ricordo accompagnata da vari prodotti alimentari, a questo punto mi ritiro nelle mie stanze per recuperare le ore di sonno che mancano all'appello per cause lavorative, puntando la sveglia in ora utile per il pasta party pre gara, dove tra le curiosità sul percorso, il carico di carboidrati e ironici ed improbabili pronostici cronometrici , arriva ben presto l'ora di tornare a dormire. Sveglia molto prima dell'alba, doccia, colazione e vestizione, alle cinque in punto inizio a percorrere i due chilometri scarsi che mi separano dalla start line sotto un magnifico cielo stellato, la zona partenza è un colpo d'occhio fantastico, il sole dorme ancora profondamente nonostante il chiassoso ed insolito assembramento, nel piazzale illuminato dai riflettori è tutto un luccichio di fasce rifrangenti, c'è il tempo per un caffè ed una foto, le ultime raccomandazioni da parte dello staff, frontali accese ed alle sei in punto si parte. Il profilo altimetrico è ben chiaro, saranno tredici chilometri senza respiro, iniziamo su una comoda carraia ma ben presto svolteremo su un sentiero in single track dove sarà impossibile sorpassare per qualche chilometro, cerco di conquistare una posizione che mi consenta di non restare troppo indietro e soprattutto di non fare da tappo, aggregandomi ad un gruppo di visi noti che dovrebbero viaggiare sui miei ritmi, non so se per bravura o per fortuna azzecco in pieno, tengo bene il ritmo di chi mi precede e il distacco di chi mi segue è costante. Il sentiero si inerpica prepotentemente sul pendio con strettissimi tornanti, il fondo è insidioso e spesso dall'alto arriva l'urlo di avvertimento di chi si è reso conto di aver fatto rotolare qualche grossa pietra, ci fermiamo un attimo ascoltando il rumore, cercando di intuirne la direzione di arrivo, per fortuna gli alberi ed il fitto sottobosco riescono a bloccare per tempo queste piccole frane. Durante questi rallentamenti c'è più tempo per guardarsi intorno, la lunga scia di frontali traccia sia la strada percorsa sia quella ancora da percorrere mentre il cielo inizia a scegliere le tinte più belle disponibili per colorare l'alba, laggiù (si può già dire) i paesi della vallata appaiono stilizzati dai lampioni ed appena rischiarati dalla debolissima luce, sono un vero incanto, cerco di scattare qualche foto con pessimi risultati, meglio puntare la frontale a terra! Passato qualche chilometro il sentiero si allarga, una serie di saliscendi permettono di prendere respiro e far lavorare qualche fibra muscolare che aveva approfittato della salita per fare una pennichella, il fondo è senza trappole ed invita a lasciarsi andare, usciamo dal bosco selvaggio per ritornare alla civiltà...dove ci aspetta il primo ristoro: siamo circa all'ottavo chilometro e prima dell'acqua ci siam bevuti 850 metri di dislivello. Ripartenza su un ripido prato, si può viaggiare senza frontale ed anche scattare qualche foto ma ben presto la pendenza richiede ogni energia disponibile , spesso arrivo a sfiorare il terreno con le mani, qualche breve, brevissimo attimo di tregua tra boschi e prati, poi una serie di duri strappi ci portano in vista del Sacrario, manca ancora tanto ma il contatto visivo aiuta a stillare energia da non so dove, arrivare al muretto che delimita il monumento è un momento di sincera commozione da groppo in gola. Salgo lentamente i gradoni e arrivato in cima mi fermo un attimo, non sono il solo, e sono certo che nessuno lo abbia fatto semplicemente per prendere fiato. Percorro tutto il viale leggendo sui cippi i nomi di tutte i Colli del Grappa teatro di battaglie, una lunga scalinata, questa volta a scendere, mi porta al secondo ristoro, un osservatore poco attento potrebbe pensare che la gara d'ora in poi sarà una passeggiata. Ricarico la gobba notando con sorpresa che ho bevuto pochissimo grazie a temperatura ed umidità che oltre a creare le condizioni ideali per la nostra fatica, regalano un'atmosfera tersa con una visibilità che da quassù pare arrivare all'infinito, è incredibile pensare che tanta bellezza abbia dovuto assistere passivamente al triste spettacolo della stupidità umana. E' ora di andare giù per mulattiere, servirebbero quattro buoni zoccoli in effetti per cavarsela al meglio, ma accontentiamoci di ciò che abbiamo, un bel tratto in discesa corribile, ai lati sempre più spesso cippi commemorativi, al termine della mulattiera la "signora salita" si ripresenta più arcigna che mai, sentiero ripidissimo e saliscendi senza soluzione di continuità seguendo creste e cime tra prati e sentieri, qui più dei cippi impressiona l'innaturale orografia del terreno, una interminabile serie di crateri di ogni dimensione, a perdita d'occhio, tutti perfettamente semiferici, la natura ha fatto il possibile per mascherare queste ferite ma le cicatrici rimarranno per sempre, e per ognuna di quelle cicatrici sul terreno sappiamo bene quante ce ne son state nelle famiglie di tutta Italia. Ad addolcire i pensieri, bucolici paesaggi, montagne in lontananza, verdi prati e mucche al pascolo, è capitato di dover passare a fianco delle padrone di casa, qualche volta proprio alle spalle, sperando ardentemente nella loro regolarità intestinale...a questo proposito proporrei allo Staff l'istituzione di un premio per chi giunge a fine gara senza tastare con piede... le produzioni bovine non lattifere! Terzo ristoro, Finestron, Coca Cola senza ingordigia, onde evitare problemi e ulteriore rabbocco alla gobba, la ripartenza è su bitume poi ci si rituffa nel selvaggio verde, attraversiamo diverse proprietà su prati più o meno in pendenza, ogni volta che si risale un pò di quota riceviamo in regalo paesaggi da fiaba, ora è la volta di Bassano del Grappa e la Valsugana, colori vividi e contrastati sotto il sole delle undici, sono sulle gambe da oltre cinque ore, riepilogo dellle condizioni: emozioni tante, fatica tanta; crampi assenti; dolore al solito piede sx fastidioso ma sopportabile; mente lucida...andiamo a vedere com'è il gonfiabile illuminato dal sole! Dura salita sino al Col Campeggia, qui dopo attraversato un ponte in legno, una scalinata ci porta ad un bellissimo e morbido sentiero nei boschi che fa riposare le articolazioni prima di trasformarsi in discesa mozzafiato, evito commenti, chi mi conosce sa cosa comportano per me questi tratti, altri duri saliscendi e mi ritrovo in quella che che all'inizio scambio per un particolare sentiero in single track, invece è l'inizio di una trincea, la percorro lentamente, non si tratta solo di emozione, camminare qui è semplicemente agghiacciante, mi fermo un attimo, visito le gallerie e scatto qualche foto mentre ritornano alla mente sia i passaggi salienti di "Un anno sull'Altipiano" che alcune lettere di soldati, indirizzate a genitori, fidanzate, scritte in condizioni inumane da persone semplici per le quali la parola eroe era sicuramente un vocabolo che non sentivano loro, lettere scritte forse seduti proprio su questo ripiano che fungeva da appoggio durante gli scontri a fuoco e da panca nei momenti di calma apparente. Un ultimo pensiero rivolto a loro e poi ennesima ripartenza. Ora si va giù decisi ma più che la discesa soffro il fondo di gran parte del percorso, sassi piccoli, scaglie di roccia, irregolari, a parte l'aderenza nulla mi creano forte fastidio al piede, continuo a cercare le tracce meno "disastrate" ma c'è poco da fare, il tutto chiaramente non in piano ma con strappetti improvvisi e nervosi che fiaccano la resistenza, bellissimo il passaggio sotto una parete piena di arrampicatori ma sempre con quel malefico fondo, ma ora manca veramente poco, cerco di correre sempre al bordo in cerca del fondo erboso, a scapito di qualche graffio causato dalla vegetazione e finalmente riapprodo sulla carraia percorsa stamattina, alla vista del cartello 500 metri sembra che svaniscano fatica e dolore, termino questo bellissimo ed emozionante viaggio in sei ore e quindici, non resta che aspettare l'arrivo di Kino.Rob che non tarderà molto, per unirci agli altri "eroi" in un divertente terzo tempo. Grazie Lupi per aver condiviso il vostro sogno, permettendoci di realizzarlo insieme a voi e grazie anche a Silvia&Co per la squisita ospitalità. Lunedì sarà ancora terzo tempo, ma questa, come dice Lucarelli è un'altra storia! Buone corse!

12 commenti:

  1. puro spettacolo!! minchia 6 ore e rotti sulla gambe.. ti servirà sicuramnete per un'eventuale maratona(certo con altro ritmo e terreno) nel 2012

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  2. @stoppre:
    non dovrò aspettare tanto, al massimo Dicembre! Buone corse!

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  3. mi sembrava di conoscere i posti!
    io abito vicino al Mte Grappa quest'anno l'ho fatto in bici 3 volte!
    gran bella prova complimenti :)

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  4. Grande Filippo oramai sei un'atleta vero complimenti... "logori ma indomiti" questa mio caro sappi che te la ruberò a mia volta, me la faccio stampare su una maglietta sembra plasmata per le mie fibre muscolari :-)

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  5. oh, mica ti staranno spuntando gli zoccoli...? :D

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  6. Adesso dopo questa ennesima prova da gigante mi toccherà darti del lei?
    Grande Filippo :-)

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  7. Bel taglio narrativo questo post, richiama alla mente la tristezza della guerra ma viene superata dalla bellezza del paesaggio, degli scorci descritti con un linguaggio molto efficace che tiene dietro al ritmo di una corsa che deve aver lascito emozioni straordinarie... bravo!... ops scusa era la prof...
    io non saprei dire se non,,, una gran bella avventura, e una splendida corsa... un pochino di invidia, ma del tutto sana... ci vediamo a Reggio!!!
    agnese

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  8. AZZ un eroe uomo,hai corso vicino casa nostra

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  9. @Tosto & Bress:
    ora non vi resta che venire alla Tartufo Trail per collaudare le nuove canotte Mountain Lab!!

    @Dante:
    ruba pure...ti si addice!

    @The yogi:
    con le scarpe che consumo sarebbe un bel risparmio!

    @Luca:
    non è necessario...però una brra fresca la accetto volentieri, poi ricambio chiaramente!

    @Agnese:
    la prof che prende il sopravvento? Questo è grave! ;-)

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  10. Dopo aver letto la tua cronistoria ho rivissuto ancora quei magici momenti .... soprattutto all'arrivo all'ossario sul Monte Grappa quando il silenzio dei 12.000 morti era assordante ... grazie ancora per i bei momenti ... prima durante e dopo la gara ...
    Un saluto anche da Betty ....
    Ciao Filo .... Robby

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  11. GRAN BEL POST, GRAN BEL TRAIL!!!

    Ciao Filì!

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