martedì 24 aprile 2012

Elba Trail

Il profumo del mare mette buonumore, soprattutto quando vedi che nonostante le semi catastrofiche previsioni, uno splendido sole ci accoglie all’imbarco per l’Elba, solitarie nuvole candide a decorare il cielo azzurro ed un vento tirato che  non impedisce di trascorrere la traversata sul ponte2012-04-21 12.51.51 per scacciare il grigiore uggioso  di questi ultimi giorni dalla pelle e dalla mente. I primi scorci di costa ed un fondale trasparente danno la conferma che indipendentemente da quello che succederà domani, la trasferta avrà comunque un suo perché.  Elba Trail, questo il vero motivo della trasferta, mentre percorriamo in auto il tratto da Porto Ferraio a Marciana Marina, è tutto un susseguirsi di commenti sugli splendidi paesaggi, stimoli visivi che colpiscono in egual misura i due emisferi cerebrali: quello turistico e quello trail.  Da una parte la costa, alternanza di macchia mediterranea, sabbia, roccia ed un acqua cristallina che passa dall’azzurro cupo al verde a seconda del fondale, dall’altra i boschi che si arrampicano su per i monti, inutile dire che mi sento proprio come a casa, non solo dal punto di vista naturalistico, infatti l’accoglienza da parte degli organizzatori fa tanto “domo mea”, la gentilissima ragazza che si occupa di smistare iscritti ed accompagnatori tra appartamenti ed alberghi secondo me percorrerà a fine giornata un chilometraggio degno di una ultra, nonostante i tacchi!  La commissione assegnazione alloggi intanto, considerato  che di tutto il  gruppo Casone Noceto  (Martin ed io costituiamo la minoranza etnica Kino Mana), solo quattro parteciperanno alla gara lunga, ovvero Fabrizio, Luciano, Martin ed il sottoscritto, decide all’unanimità di premiarci, assegnandoci l’unico appartamento di cui è stata smarrita la chiave del cancelletto…il pensiero comune vola subito al dopo gara! Niente pensieri negativi, posati i bagagli ci si ritrova tutti fronte mare, siamo una quindicina tra atleti ed accompagnatori, tra chiacchiere e risate ci godiamo l’inaspettato sole gustando  panini slow food, nel senso letterale del termine, e qualche birretta, universalmente riconosciuta come migliore integratore in ottica endurance.  In queste condizioni il tempo vola e ben presto arriva il momento del briefing, l’assoluta assenza di poltroncine vuote nel  cinema che ci ospita evidenzia l’elevato numero di  iscritti, elevato almeno quanto il livello agonistico, visti i numerosi “visi noti”. Il briefing è  l’occasione per renderci conto di come la gara che ci aspetta (e ancora non sappiamo quanto ci coinvolgerà) sia solo  il pretesto, o meglio il mezzo per realizzare qualcosa di molto più grande, emozioni ed applausi mentre scorrono le immagini di Eleonora, la ragazza prematuramente scomparsa che ha ispirato questa ed altre manifestazioni, e a seguire, le immagini di quanto realizzato in suo nome, decisamente commovente, bello sapere  che in piccolissima parte sarà anche merito di tutti noi se tutto ciò potrà andare avanti. Dopo questi intensi momenti ci pensa Max, l'anima dell’Elba Trail, a riportar la mente a ciò che ci aspetta domani. Una  descrizione precisa e “spietata”, votata alla sicurezza ed alla prudenza, non che ci aspettassimo una passeggiata, ma all’uscita dal cinema abbiamo tutti le idee sicuramente più chiare, meglio  stemperare subito i timori con  le lasagne, i fusilli  e le ottime crostate del pasta party, poi subito a dormire, come i veri atleti.
“Io mi alzo molto presto, mi piace fare le cose con calma” avevo comunicato ai miei compagni, “ma non vi disturberò affatto” avevo aggiunto. Alzatomi per andare in bagno, nel buio totale, appunto per non disturbare, una sveglia “random” parte  dal mio cellulare, squarciando il silenzio notturno…nel precipitarmi in camera per silenziarla, vado “lungo” sul corridoio a causa della scarsa conoscenza del territorio, irrompendo in camera di Martin e travolgendo nella mia corsa  solo oggetti estremamente rumorosi, guadagnandomi stima e benemerenza da parte di tutti i coinquilini, ora locale: zeroquattro e quindici! Sveglia! Tutti immersi nelle proprie manie, ricca colazione all’albergo-expo ed è già ora di adrenalinizzarsi, la partenza è prevista per le 6:30, soliti dubbi sull’abbigliamento, solita scelta minimalista da parte mia, intanto il lungomare è già gremitissimo, spuntiamo il chip mentre riceviamo una graditissima sorpresa da parte dei nostri compagni che correranno la “Settemilapassi”, la gara corta, nonostante la loro partenza sia prevista tra oltre tre ore sono qui  al via a fare il tifo per noi. Un minuto di silenzio per Eleonora, nel cielo oggi leggermente velato appare un arcobaleno, sembra un grande variopinto gonfiabile, peccato non averlo potuto immortalare.
Inizia il viaggio, parata per il paese e subito in salita, il gruppo si sgrana, si formano i plotoni di parigamba, o almeno presunti tali, siamo solo alla prefazione, è presto per dirlo, piccola discesa e poi su in direzione di Marciana, circa otto chilometri, quando finalmente  si scollina approdando sul tratto asfaltato che ci porterà al paese,  penso che quello appena percorso è solo un blando aperitivo di ciò che ci aspetta. Ristoro, altra salita, lo sguardo può spaziare tra monti e blu infinito, siamo partiti da zero e  ci troviamo a circa settecento metri di quota, inizia la discesa verso Pomonte, sull’altro versante dell’Isola, il fondo sabbioso si alterna a qualche tratto più fastidioso , ma si va giù che è una bellezza, senza esagerare, il profilo altimetrico è ben stampato nella mente, e so bene che il meglio sarà nell’ultAltitude_Graphima frazione, dove serviranno gambe buone e lucidità, i primi 20 chilometri sono andati via, riportandoci a quota zero o poco più, ora c’è da risalire, affrontiamo il Colle della Grottaccia, fatica pura, quella vera, quella che ti fa amare queste gare, quella che non puoi capire se non ti sei mai ritrovato a parlare con le tue gambe, ad osservare i muscoli  che si tendono mentre lo sguardo cerca di individuare  la linea ideale che ti faccia risparmiare ogni  stilla di energia che potrebbe tornare utile più tardi, seicento metri in meno di cinque chilometri, un attimo di relax con dei saliscendi nei quali sciogliere le gambe che trovo ancora piacevolmente reattive, ma gli strappi che riportano in alto sono sempre nervosissimi, e ben presto il  Monte Perone si para davanti,  un altro tratto da “vertical limit”,  sentiero che si2012-04-22 07.50.04 inerpica tra i boschi sino a sfociare in una verde radura, sullo sfondo si staglia il Monte Capanne, con le sue antenne, il  punto più alto del tracciato, esaltato alla sua vista seguo beatamente il sentiero Cai che prosegue sul crinale, indubbiamente tecnico ma molto spettacolare, troppo tecnico e troppo spettacolare in effetti, non sono solo, per fortuna, e dopo qualche consultazione con i miei vicini di corsa arriviamo tutti alla giusta conclusione: siamo fuori dal tracciato. Decidiamo di ritornare sulle nostre tracce e  il bollino che indica la retta via appare in tutto il suo splendore…peccato non averlo visto prima! Discesa ripidissima e disastrata, consola il fatto che alla fine ci sarà un ristoro, con il suo giro di boa, il tratto finale è infatti a doppio senso, mentre scendo, relativamente leggero sulle gambe, incrocio gli sguardi di chi risale, e non riesco a capire certe espressioni di sfinimento, le capirò perfettamente al momento di risalire, il fatto di essere in campo aperto maschera la pendenza reale, ma le gambe la sentono tutta, pare infinita, un attimo di tregua, ed eccoci al cospetto del Monte Capanne, questa volta dalla parte giusta! Una serie di ripidi tornanti in single track, sino ad arrivare al bivio cimapresidiato da un volontario del Soccorso Alpino, qui si può scegliere se affrontare la salita  lungo la parete attrezzata, per poi riscendere dopo un tratto sul crinale, oppure optare per il percorso alternativo, meno esposto ma più lungo e lento.  Punto deciso sul primo, il granito offre un buon grip e la corda è quasi superflua, unico problema qualche crampo dovuto alla flessione delle gambe ed allo sforzo chiaramente maggiore, vista la pendenza; dall’alto i volontari ci osservano coi binocoli pronti ad intervenire in caso di difficoltà. Ed arrivò la vetta! Un tratto esposto sul crinale ed  eccomi sul belvedere a fianco delle antenne, la gioia e lo stupore per la vista spettacolare mi fanno dimenticare di scattare una foto . E’ ora di andare, sarà una lunga e difficile discesa, con dei tratti veramente impraticabili, pietraie , la quota indicata dal Garmin sembra non calare mai, la stanchezza si fa sentire alleviata dalle chiacchiere con i vicini di corsa, siamo in tre ora  a viaggiare più o meno sullo stesso ritmo, accelerazioni e distacchi sono dovuti più al fatto che ciascuno cerca di tenere il passo a lui più congeniale a seconda del terreno, che a volontà di fuga, subito dopo ci si ritrova  e si torna a scambiare qualche parola, già la soddisfazione di essere a questo punto prevale sulla fatica, un duro tratto scalinato nel ritorno a Marciana, un bicchiere di sali all’ultimo ristoro e finalmente si va in direzione del mare, il dislivello da superare è ormai modesto, qualche tornante sull’asfalto, ci rituffiamo poi nei sentieri dai quali siamo saliti qualche ora prima, per sbucare sul lungomare, arriviamo in parata, ben disposti in riga, in modo da non rovinarci la foto a vicenda,  tifo da parte di tutti e soprattutto da parte dei nostri compagni, e finalmente è finita, sette ore e cinquanta, ristoro finale, i doverosi reciproci complimenti e poi vista la magnifica giornata un appuntamento immancabile: un tuffo nel bellissimo mare dell’Isola, con tanto di divisa Sociale e medaglia al collo, la giusta conclusione!
Buone corse!….
P.S. Ho tolto la verifica parola!

6 commenti:

  1. Gran bel racconto, Filippo. La sveglia e il sentiero troppo tecnico fanno ridere, il resto invece dà gioia e voglia di mettere le scarpe da trail ai piedi

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  2. I credo uno dei trail "corti" piu' duri che io abbia mai fatto

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  3. fantastico .. !!
    hai capito perche' tutti gli anni son giu' all'elba...
    il 14/5 al via da portoferraio , ci sono io ;-)
    grande Filippo , ottima gara ;-)

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  4. Un saluto! Praticamente abbiamo fatto lo stesso tempo.. io ero solo qualche minuto più avanti, ho chiuso in 7:42.
    Un'esperienza mitica, un paesaggio stupendo.. ed uno sforzo immane, sul Monte capanne pensavo di essere in procinto di morire!
    Al prossimo trail!
    F

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  5. Bel racconto , lo condidido tutto in quanto l'ho corsa due volte, panorama unico,in un posto rimasto immutato nel tempo,bravissimo.

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  6. @Caio:
    ciao Caio,divertimento, fatica, e piacere della compagnia, tutto qua ciò che ci porta...ovunque!

    @Dante:
    a me mancano i lunghi...quindi decisamente il più duro, semplicemente fantastico!

    @Pimpe:
    ho capito, sei anche un ottimo agente di viaggio ;-)

    @Flavio:
    ciao! abbiamo partecipato ad un evento, non ad una semplice gara, alla prossima, buone corse!

    @Francos:
    grande Francos, però la "cilegina sulla torta" di questa edizione, non dovevi perderla! A presto!

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