venerdì 3 giugno 2016

La mia 48 chilometri del Passatore.

Come ho detto al fresco neo centista Marco che alla vigilia della gara si lanciava in pronostici basati sui curriculum:  -le gare non sono mai scritte, alla partenza-, ma non è certo il voler avvalorare questa tesi che mi ha portato al ritiro. Inutile negare che avrei preferito scrivere un post di ben altro tenore, e che la delusione è tanta, ma rimango un fautore della teoria del bicchiere mezzo pieno (da vuotare e rabboccare solo in ottima compagnia), quindi tra queste righe non troverete, mi auguro, niente di deprimente.
L'ultimo segnale di vita dal Blog è stato il "Bittico di Romagna" circa un mese dall'appuntamento con il Passatore, un mese trascorso  a macinare ancora chilometri su chilometri, con qualche lavoro di velocità per risvegliare  la gamba. Un mese passato in un lampo per arrivare alla vigilia consapevole di aver fatto il massimo, non di essere al massimo, ma sicuramente preparato in modo rispettoso e adeguato alla distanza in base alle possibilità del momento. La chiacchierata con "Il Mago" che non vuole mai  essere nominato, mi fornisce delle dritte su come affrontare la sfida e mi riporta ad altri tempi, ma solo per un attimo.
Poi gli eventi si susseguono, preparazione sacca, viaggio, logistica, incontri, mi ritrovo a Firenze con i compagni di viaggio con cui condividerò adrenalina, tensioni e timori sino al momento dello sparo, il tempo di qualche foto e di salutare altri amici prossimi alla partenza, poi la folla di Via dei Calzaiuoli ci accoglie tutti in un caloroso abbraccio, e dopo lo sparo  accompagna festante l'inizio del nostro viaggio.
Serenità, questa era la mia sensazione principale, un passo sciolto badando a non essere trascinato dall'entusiasmo, nessuna fretta, nessuna vanagloria, c'è caldo, molto caldo, ma non l'ho mai sofferto particolarmente, nessun pensiero rivolto al crono, i chilometri scorrono sereni sotto le Nimbus appena rodate, mentre Fiesole, dall'alto, ci offre una veduta magnifica su Firenze. La salita prosegue, dolce ma continua, poi il primo scollinamento, passo leggero assecondando il dislivello, ma senza lanciarmi a capofitto, arrivo sereno a Borgo San Lorenzo. Al ristoro, una sensazione strana di poco lucidità, la imputo al caldo e, forse, bevo esageratamente. Riparto, le gambe rispondono ma  quella sensazione di poca lucidità rimane latente, provo a rallentare leggermente, la salita riprende e per un po' mi sembra di essere tornato "in linea" ma al ristoro di Panicaglia un altra sosta più lunga del dovuto, una sete anomala, e di nuovo quella sensazione, riparto verso Ronta ma non sono più lo stesso, i neuroni si affannano a cercare indizi tra mente e corpo, senza trovare risposte, tiro avanti,  altro ristoro, riparto ma la situazione precipita, le gambe paiono andare, ma inizio a sudare in un modo esagerato, non assolutamente spiegabile con la sola temperatura, non sono lucido, inizio a camminare e ben presto mi accorgo di far fatica a tenere un andamento lineare, continuando a sudare freddo, niente da fare, cotto, mi trascino sino a Razzuolo e riesco giusto a sedermi sul sagrato della  chiesetta a fianco al ristoro,  brividi di freddo mi fanno battere i denti, c'è chi parla di colpo di calore, in ogni modo non passa, non so quanto tempo sono rimasto seduto in attesa di un minimo segnale di ripresa che mi permettesse di prendere la decisione di proseguire, ma il segnale non arriva. Inutile farsi del male. Indosso la maglia a maniche lunghe, scalda collo e bandana, tenendo le mani all'interno delle maniche ripiegate e mi dirigo verso "La Colla", dove sarà possibile prendere il pullman che mi riporterà a Faenza, cinque faticosissimi chilometri camminati,  qualcuno guarda perplesso il mio abbigliamento che stride decisamente con la temperatura ambientale, arrivo infine al controllo, passo sul tappetino, con il beep, questa volta tristissimo, che sancisce la fine della mia avventura in Romagna. Come ho già detto, in gare come questa serve anche la giornata perfetta, e questa evidentemente, per me non lo era. Certo mi piacerebbe capire le cause, non per cercare degli alibi, i sintomi, a mente fredda sembrerebbero più quelli di una crisi ipoglicemica che di un colpo di calore, e questo indicherebbe un grave errore nell'alimentazione, sia nei giorni a ridosso della gara, che nel reintegro, ma su questo ci dovrò studiare con calma, per non ripetermi  nel 2017 quando, chiaramente, sarò di nuovo al via per concludere quanto iniziato.
Questa la nuda cronaca della mia corsa. Per il resto, nonostante la pessima conclusione, sono state due giornate magnifiche, immerso nella magica  atmosfera di questa gara che non ha deluso per niente le mie aspettative, nonostante il penoso spettacolo delle auto "dell'assistenza" tra le quali i podisti erano costretti a zigzagare, in particolare nella seconda parte del tracciato, Anche l'autista del pullman incontra tantissime difficoltà,  a causa delle auto parcheggiate in curva, o addirittura in doppia fila. Questo lo spettacolo che vedo attraverso i finestrini, avvolto nella coperta termica, con  la malinconia che  dilaga tra i pensieri. Poi il traffico si dirada, ed anche i podisti, con il passare del tempo diventano delle luci ondeggianti nel buio della notte, cerco di distinguere tra loro  qualcuno dei miei compagni di viaggio, immagino ciò che passa loro per la mente man mano
che ci avviciniamo al traguardo, ripromettendomi di essere qui il prossimo anno per portare a termine quest'incompiuta, la malinconia lascia il posto ad un misto di invidia e ammirazione quando sceso dal pullman a ridosso di Piazza del Popolo mi dirigo verso il traguardo e vedo la gioia di chi ha appena realizzato  il proprio sogno. Sto lì ad applaudire per diverso tempo, poi la stanchezza ha la meglio e mi ritiro in albergo.  Un breve sonno, una ricca colazione, e via di nuovo sulla Piazza, il tempo è quasi scaduto, gli ultimi podisti arrivano sorretti ed accolti da un tifo calorosissimo, Ma è ormai tempo di premiazioni, un crescendo di applausi per tutti i protagonisti, sino all'ovazione per Re Giorgio, ancora una volta sul gradino più alto, con una umiltà e disponibilità disarmanti, una breve chiacchierata, la dedica sul libro appena acquistato, ed un augurio per il prossimo anno. Il mio viaggio finisce qui, tra gli abbracci con amici vecchi e nuovi, centisti vecchi e nuovi  e le emozioni di questi giorni che prendono il sopravvento sulla delusione.
Al prossimo anno Passatore, e per ora, buone corse!

7 commenti:

  1. Filippo,Complimenti, una giornata scorta può capitare, sicuramente ti farà carpire altre cose, una risposta te la sei data, ricorrerla il prossimo anno.

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  2. L'anno prossimo questa disavventura diventerà lo stimolo in più per finire ciò che quest'anno hai iniziato.
    Grande Filippo!

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  3. niente di deprimente anzi,... già si coglie la voglia di rivalsa e di fare bene il prossimo anno! E poi ti dirò,... a volte sono le delusioni a dare quella "sveglia" e marcia in più per metttersi a lavorare ancora meglio!

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  4. Mi dispiace ma sono sicuro che tra 12 mesi ti rifarai con gli interessi

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  5. Mi dispiace ma sono sicuro che tra 12 mesi ti rifarai con gli interessi

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  6. Filippo caro, una certezza il Weekend trascorso, a prescindere dall'esito: c'è la siam spassata, si è respirata amicizia allo stato puro!
    Sarebbe stato bello dire 'Buona la prima', ma poco importa, guardiamo il bicchiere mezzo pieno: l'anno prossimo saprai meglio quello che ti aspetta!
    Una giornata no ci sta, non andiamo a raccogliere fiori nei campi, ma a vivere la fatica!
    un abbraccio ed un saluto abbraccio le tue care donne, un piacere immenso condividere la Magia con voi.

    GO Filippo GO

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  7. @francos: gracie francos, è l'unica risposta possibile!
    @Gabriele: lo è già, pecato che manchi troppo tempo, nel frattempo, corro.
    @franchino: già franchino, spero proprio di prendermi gli interessi, il prossimo anno!
    @nino:sarà fatto Nino!
    @Mauro: Una bellissima certezza, sicuramente, ed è ciò che rende bellissimo il faticare, aldilà dei risultati, un abbraccio a tutti voi!

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