venerdì 21 ottobre 2016

Correre: come e perché.

"Bisognerebbe correre con lo stesso spirito di quando da bambini si andava in giro a suonare campanelli", gli dissi qualche anno fa, quando, sull'onda del mio entusiasmo, iniziò a muovere i primi passi podistici.
Intendevo con la spensieratezza, la leggerezza, l'allegria, che caratterizzavano le fughe conseguenti a quel passatempo innocentemente irriverente, con le risate che facevano mancare il fiato ed il  carico di adrenalina rappresentato dal rischio sempre  incombente di una pedata nel didietro da parte  di un padrone di casa più reattivo della media.
Questo intendevo, semplicemente, poi è chiaro che  ognuno è libero di interpretare a suo modo le parole, come pure la corsa.
Quindi se per un certo qualcuno il  vero divertimento di allora stava esclusivamente nella triste soddisfazione di poter impunemente disturbare, e quello di oggi consiste nel tediare chiunque capiti a tiro con starnazzamenti di tempi, gare, presunte prestazioni da urlo e  ostentazione di marchette di amici pennivendoli sul giornalino della parrocchia, non mi posso sentire responsabile, ma solo provare una gran pena.
Io continuerò a suonare campanelli alla mia maniera, ed ai numerosi amici che in questi anni si sono aggregati alle mie disperate fughe con il solo intento di divertirsi, raggiungendo anche risultati notevoli, dico: grazie della compagnia.
Buone corse!

2 commenti:

  1. cerca di non suonare il mio!!!
    qualche mara in programma ??

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    Risposte
    1. Tranquillo Nino! Per ora Reggio Emilia, poi si vedrà!

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