martedì 27 febbraio 2018

Terre di Siena Ultramarathon, si riparte.

Rieccomi con un pettorale, salto a piè pari tutti i piagnistei sulle cause che mi hanno portato qui a Siena in condizioni ben lontane da quelle ipotizzate al momento dell'iscrizione e parto subito con un bicchiere mezzo pieno. Un rapido rimaneggiamento della tabella, in stile "gioco delle tre carte", ma senza trucco,  trasforma  quello doveva essere un test in vista della 50 Km di Romagna in un a dir poco  ipotetico 50K a ritmo 100K.
A dire il vero, arrivato a Siena ho avuto la forte tentazione di chiedere il trasferimento del pettorale alla gara intermedia, quella da 32K, ma ci ho subito ripensato, sarebbe stato un lungo qualunque, perso nella marea di chilometri che dovrò percorrere in questi novanta giorni che restano, prima dell'incontro con Messer Pelloni.
La mattinata della gara inizia nel migliore dei modi: insieme ad un gruppo di "colleghi" tutti diretti verso il punto di partenza delle navette che ci avrebbero poi portato a Montalcino, ne intercettiamo una per strada e con la scusa di chiedere un'informazione scrocchiamo, grazie all'estrema gentilezza dell'autista, un passaggio che ci farà risparmiare circa due chilometri di passeggiata, ma soprattutto un bel po' di freddo. Sono le sei del mattino, ma ancora del tanto minacciato maltempo non si vede traccia, temperatura rigida si, ma niente di straordinario.
Una breve attesa e si parte, il pullman si arrampica sui colli Senesi, i paesaggi  sono magnifici però mi riprometto di godermeli durante il lungo viaggio di ritorno, per ora meglio cercare qualche attimo di sonno ristoratore da aggiungere alle poche ore della notte appena passata, nella quale, abbiamo cercato di ammantare di nobiltà questa nuova avventura in terra toscana utilizzando a tal fine, appunto, dell'ottimo Nobile di Montepulciano, ad accompagnare prelibatezze non prettamente consigliate ad un atleta, che infatti non sono. 
L'aria a Montalcino è quella dei grandi eventi, il paese è a dir poco fiabesco, ma più si avvicina il momento della partenza e più le disastrose previsioni meteo diventano realtà, con perfetto tempismo la pioggia si presenta durante la consegna delle sacche,  per poi trasformarsi in neve poco prima del via.
A tener caldo l'ambiente ci pensa il simpaticissimo speaker, lo stesso che ci aspetterà a Siena, il momento più "alto" del suo eloquio lo raggiunge quando decide di ironizzare su quei runner che sempre più spesso  contestano le distanze misurate dall'organizzazione  basandosi su quelle rilevate dagli ormai fantascientifici GPS:- Ragazzi- dice, - la gara è di cinquanta chilometri, però siccome ci son sempre quelli che "a me il GPS ha dato di più" allora all'arrivo depositate tutti i dispositivi, che si fa una media e si fa felici tutti!-
Un po' di tensione che scivola via appena sotto il gonfiabile, la neve inizia a scendere più fitta, si parte. Il primo tratto è una vera trappola, scivolosissimo, ma una volta sul bitume si possono lasciare andar le gambe, la discesa ci fa da rampa di lancio verso la nostra avventura.
I fiocchi vengono incontro leggeri sul viso, bastano pochi chilometri per capire che ho ceduto ingenuamente al terrorismo meteo e sono decisamente troppo coperto per le mie necessità. In breve tempo la giacca anti pioggia  diviene un comodo per quanto non elegante deposito bagagli, via la termica a maniche lunghe, via i guanti, via il buff che, arrotolato sul polso, diventa uno straccetto con il quale asciugare il cranio ad intervalli regolari, lo rimetterò alla fine, quando la nevicata si farà tanto fitta da rendere antieconomico il gesto, trasformandomi in un tergicranio, a questo punto ho l'aspetto di un omino Michelin bitorzoluto, ma sto decisamente meglio. I bei paesaggi aiutano ad alleggerire la mente, cerco di tenere un passo consono alla tabella, ma nel contempo prudente, in questa occasione mi interessa la continuità più che il tempo finale, la parola d'ordine è leggerezza. Fortunatamente tra i pochi allenamenti corsi in quest'ultimo mese sono riuscito ad introdurre ben tre collinari, apprezzo la loro utilità quando il percorso inizia a svelare il suo vero volto. 
Un volto quasi crudele, un continuo saliscendi spezza gambe che riuscirà però a costringermi a camminare in sole due occasioni: all'ingresso di Monteriggioni, e poco prima di Siena. In tutte gli altri tratti non  ho mai ceduto, risparmiandomi anche in discesa per poi poter affrontare la successiva salita senza crolli, e questo è un risultato che devo essere sincero mi ha stupito. Alla fine sforerò il tempo preventivato, di oltre dodici minuti (5h 12' il crono finale) ma l'averla conclusa in maniera così regolare mi ha trasmesso ottime sensazioni, tutte da verificare prossimamente
Tolto il lato tapascio-cronometrico resta il piacere di aver scoperto .questa splendida gara, gestita ed organizzata con passione,  competenza e precisione, cosa non facile sulle gare "in linea". Certo, con questi luoghi a disposizione è quasi un vincere facile, ma hanno "tirato fuori" veramente un bel tracciato unendo due centri  fantastici ed attraversandone altri altrettanto belli, con un bel mix di bitume e sentieri, vigne e borghi, un numero di ristori quasi esagerato e sempre ben forniti anche di sorrisi, incoraggiamenti e battute, e non ultimo, un bel pacco gara. 
L'unica perfidia è la lunga gincana tra i vicoli di Siena, sia pur confortati dal tifo, poco prima dell'arrivo, ma quando poi si sbuca in Piazza del Campo, inutile dirlo, si dimentica tutto.
Grazie Siena!

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