sabato 26 novembre 2016

10^ Ultra K Marathon

In un periodo di posticipi e disdette oso  persino la disdetta della disdetta, così la Ultra K Marathon già rinviata per "forma non pervenuta" viene riciclata, per concessione del gentilissimo Prof. Chittolini e del suo team, in un lungo pro maratona di Reggio Emilia, perché, pur dubbioso sulla distanza  è decisamente meglio affrontare la fatica in compagnia di un pettorale e di una folla festante, piuttosto che sottoporsi ad un lunghissimo in solitaria nel solito cricetodromo di Parma.
Una gara presente nel cassetto dei desideri già da diversi anni, partenza da Salsomaggiore, poi su per i colli con delle belle pendenze in parte conosciute in passato grazie alla  Staffetta di Santa Lucia .
Clima di casa al ritiro pettorali, tanti amici vecchi e nuovi impegnati nelle formalità pre gara ma si trova il tempo di scambiare quattro chiacchiere, il meteo non è eccezionale ma saremo probabilmente graziati dalla pioggia, e viste le premesse è già una buona notizia.
Come al solito il tempo scorre veloce e dopo un breve riscaldamento lo sparo ci proietta tutti verso la parata in centro e la prima salita che lentamente farà scemare gli argomenti di conversazione tra i podisti, per riservare ossigeno all'attività prevalente. I primi chilometri sono abbastanza morbidi, con alternanza di salite e discese che fanno prendere confidenza con la fatica e con il paesaggio spettrale, si,  ma non in senso dispregiativo: partiti nell'aria grigia di "Salso" man mano che saliamo la nebbia avvolge morbidamente ogni cosa sino a farla quasi scomparire, con questa visione limitata ed i rumori dei passi dei compagni d'avventura che giungono ovattati mi viene spontaneo pensare al post sul "floating" pubblicato sul Blog di Stefano Ruzza, sembra infatti di galleggiare in questa atmosfera irreale di silenzio fatica e introspezione.
Un bel momento che dura per diversi chilometri, poi, almeno per me, finisce la sensazione di galleggiamento ed inizio impercettibilmente, per adesso, ad annaspare, niente panico ma la già più volte citata scarsa confidenza attuale con la salita, costringe la mente ad un super lavoro per tirare i fili delle "gambe marionette" e far sì che mi portino a destinazione.
Il premio arriva al culmine della fatica, quando sbuchiamo al di sopra della coltre di nebbia e un cielo azzurro ed un tiepido ma splendido sole ci regalano dei paesaggi stupendi con vividi colori quasi dimenticati, sotto, un mare bianchissimo nasconde le profondità del paesaggio.
Siamo ben oltre metà gara, un altro durissimo tratto in salita, spesso camminato, poi arriva lo scollinamento. Da qui in poi  una lunga discesa che mette a dura prova le mie povere consunte articolazioni, ma permette di riprendere fiato, affrontandola con criterio, il bel paesaggio delle colline ritorna nell'oblio, mentre i chilometri si fanno sentire, ma meno di come mi sarei aspettato, e soprattutto senza mai un crampo, sintomo di una carburazione  efficiente, pur in un veicolo obsoleto.
L'illusione di una lunga discesa "vittoriosa" verso Salsomaggiore va a infrangersi amaramente con una serie di "mangia e bevi" che nel finale che mettono a dura prova le energie residue, trovo sempre più persone in crisi, ma la meta è ormai vicina e tra un'invettiva e l'altra si conquista il centro abitato e da qui l'agognato gonfiabile, poco meno di cinque ore per un runner in disarmo, sono un risultato accettabile.
Un tracciato bellissimo da affrontare ben preparati, con un dislivello molto ben distribuito e sicuramente allenante, una gara che ho già definito "senza tanti fronzoli, ma con tutto ciò che serve per farsi amare da chi veramente ama la corsa" e la conferma arriva sia  dai sorrisi di chi trovo al traguardo già lavato pulito e profumato, sia da chi, mentre vado via da Salso, è ancora impegnato nell'ultimo tratto di percorso, e risponde con gioia agli incoraggiamenti, e tra questi estremi, io, a brindare con il mio bicchiere rigorosamente mezzo pieno.
Buone corse!
P.S. Grazie a Luca e Alessandra per avermi concesso l'uso delle bellissime foto.


giovedì 17 novembre 2016

28^ Maratonina del Monte delle Tre Croci di Scandiano

Ventottesimasupermaratoninadelmontedelletrecrocidiscandiano. Ecco, ora che avete letto il titolo per esteso vi sarete fatti un'idea, sia pur in scala ridotta, di come il correre questa bellissima gara magistralmente organizzata dalla Polisportiva Scandianese lasci praticamente senza fiato. Ventiquattro chilometri e mezzo per questa edizione maggiorata grazie a dei lavori stradali, per il resto il tradizionale percorso che dopo la parata tra le vie cittadine si inerpica per le colline sino a toccare appunto il "Monte delle Tre Croci" passando per  vigneti colorati d'autunno, verdi distese e grigi calanchi, il tutto sfiorato da un pallido sole  che contendeva con esito incerto, qualche grado di temperatura all'aria più che frizzante. Poi la lunga discesa anti cartilaginea riporta a Scandiano con tanto di giro di pista all'interno del campo sportivo, con un attimo di amarezza perchè in questa giornata avrei dovuto calpestare il sacro suolo del Panathinaicon, ma sono qui come podista, non in qualità di giardiniere al soldo di Gozzano, per cui mi godo semplicemente ogni attimo.

La cronaca della giornata inizia con una grande folla ma nessuna fila particolare neanche nei "punti critici" tipici del pregara, (capite che non parlo solo del ritiro pettorali), dimostrazione di una organizzazione più che collaudata, unita ad un bell'impianto sportivo al servizio di  tutti, aria festosa quanto fredda, quindi una volta bardato da pseudo runner fingo un accurato riscaldamento prima di sottopormi alla spunta ed intrupparmi nelle retrovie dove ritrovo, a dispetto della distanza, diversi visi noti, una bella occasione per tediarli con le mie disavventure.
Lo sparo sancisce la fine della piacevole chiacchierata,  la mia domanda "ma è lo sparo?" è sintomatica dell'ansia da prestazione del momento. Una partenza flemmatica sino a raggiungere il minimo sindacale per carburare, poi lascio che le gambe decidano il passo in autonomia sino ai limiti del respiro rantolato, e sin qui tutto bene. L'inizio dell'ascesa mette a nudo una triste e già nota realtà, e cioè che non bastano i chilometri senza meta ma occorre trovare tempo e voglia per sottoporsi a brutali trattamenti di qualità, per non parlare dell'assoluta inefficacia allenante  delle salite omeopatiche urbane e suburbane con le quali si arriva decisamente impreparati ad affrontare persino una parvenza di dislivello. In un modo o nell'altro porto comunque le mie ossa al cospetto delle "Tre Croci" e poi mi lascio andare verso Scandiano in stile rafting cercando di salvaguardare le articolazioni, per la vecchiaia, e poi...tutto il resto è noia.
Buone corse!

venerdì 21 ottobre 2016

Correre: come e perché.

"Bisognerebbe correre con lo stesso spirito di quando da bambini si andava in giro a suonare campanelli", gli dissi qualche anno fa, quando, sull'onda del mio entusiasmo, iniziò a muovere i primi passi podistici.
Intendevo con la spensieratezza, la leggerezza, l'allegria, che caratterizzavano le fughe conseguenti a quel passatempo innocentemente irriverente, con le risate che facevano mancare il fiato ed il  carico di adrenalina rappresentato dal rischio sempre  incombente di una pedata nel didietro da parte  di un padrone di casa più reattivo della media.
Questo intendevo, semplicemente, poi è chiaro che  ognuno è libero di interpretare a suo modo le parole, come pure la corsa.
Quindi se per un certo qualcuno il  vero divertimento di allora stava esclusivamente nella triste soddisfazione di poter impunemente disturbare, e quello di oggi consiste nel tediare chiunque capiti a tiro con starnazzamenti di tempi, gare, presunte prestazioni da urlo e  ostentazione di marchette di amici pennivendoli sul giornalino della parrocchia, non mi posso sentire responsabile, ma solo provare una gran pena.
Io continuerò a suonare campanelli alla mia maniera, ed ai numerosi amici che in questi anni si sono aggregati alle mie disperate fughe con il solo intento di divertirsi, raggiungendo anche risultati notevoli, dico: grazie della compagnia.
Buone corse!