giovedì 4 maggio 2017

4^ Rimini Marathon: 60K e più.

Parco Alcide Cervi, Rimini
Un piccolo ingorgo nel programma di allenamento, con due lunghi domenicali prescritti, e la irrinunciabile 50 Km di Romagna che la "inter gravissimas" fissa impietosamente di martedì, a cinque giorni da quello che sarebbe dovuto essere l'ultimo lungo prima del Passatore. Ormai autoproclamatomi  maestro del sudoku podistico, estendo a nove giorni la settimana precedente la trasferta a Castel Bolognese, inserendo poi dei lenti rigeneranti post 50K, sempre seguiti da allunghi, per cercare di tenere vigile la gamba. Tutto questo per riuscire a correre l'ultimo lungo di sessanta chilometri già programmato come propaggine della Maratona di Rimini, in modo non infliggermi svariate ore di bituminosa solitudine. Lo stratagemma sembra funzionare, l' ultima ora di corsa del venerdì dimostra che le gambe hanno totalmente metabolizzato la bella gara tra i colli, e nella breve propiziatoria sgambata del sabato il tutto viene confermato.
Rimini ci accoglie con la sua aria di festa già conosciuta nella scorsa edizione, musica  allegria e buon cibo fanno da contorno alla vigilia della fatica, mentre il pacco gara offre una  colorata sacca che riporta gli stessi sgargianti motivi delle infradito della scorsa edizione.
L'orario di partenza è più che comodo, ore nove e trenta, non sarà necessario svegliarsi all'alba per adempiere ai doveri tabellari.  Il programma prevede di percorrere circa venti chilometri prima della partenza, per poi unirmi alla marea umana e terminare l'allenamento in allegria.  Alle sei  e trenta sono già adrenalinicamente sveglio, colazione autogestita, preparo lo zainetto con il cambio per la gara, quasi sicuramente dovrò stare fermo qualche minuto in attesa del via della Maratona, e non voglio farlo con indumenti sudati. Due chilometri di riscaldamento sino al Pala Flaminio per depositare lo zaino, trovo una gentilissima volontaria che sentite le mie esigenze si offre di tenerlo a portata di mano, quindi scappo via. Giornata perfetta, aria ancora frizzante, inizio il mio circuito tra i vialetti dei parchi Olga Bondi e Alcide Cervi, a cavallo dei due, l'Arco di Augusto, la zona partenza, logistica perfetta, sensazioni ottime, andatura facile. Al quindicesimo chilometro mi dirigo verso il palazzetto, un'asciugata ed un cambio d'abito degno di Brachetti e via di nuovo di corsa, completo la distanza programmata esplorando le vie intorno alla griglia di partenza, nella quale entro mentre inizia il count down accompagnato dalla musica a palla, Si parte, cerco di tenere un passo regolare, con la giusta dose di fatica, la strana sensazione di trovarmi al decimo di una Maratona concludendo la mia "mezza" odierna,  quest'anno gli organizzatori hanno avuto la bella idea di invertire il percorso riservandoci il  tratto sul lungomare per gli ultimi chilometri, procedo regolare, inizio la salita verso il bellissimo centro di Sant'Arcangelo di Romagna che attraversiamo in corrispondenza del mio cinquantesimo, da qui sento già il profumo del mare, Giola, Covignano, San Vito, il mio incontro con la Lady avviene qua,  ma non posso fermarmi, anzi, cerco di aumentare leggermente il passo, e finalmente Igea Marina, un vento abbastanza tirato dà sollievo e unito alla vista del mare e al sole spettacolare rende questo ultimo tratto estremamente dopante, Torre Pedrera, Viserbella,  Viserba,  Rivabella, sino al
cinquantaseiesimo immersi nella brezza marina e nel caldo sostegno del pubblico che si fa più numeroso nei tratti salienti del centro di Rimini per poi raggiungere l'apoteosi verso l'Arco di Augusto, taglio il traguardo a 61.435 consapevole di aver fatto un bel lavoro, non solo oggi, ma a partire dalle sofferte UltraK Marathon e Maratona di Reggio Emilia dello scorso anno, passando per questo splendido 2017, oggi sono qui, esausto come da programma, a godermi il sole dell'area relax, insieme a tanti altri. Tra questi, uno sdraiato proprio al mio fianco attrae la mia attenzione per la felicità "superiore", iniziamo a parlare, mi dice che ha appena concluso la sua prima Maratona, mi complimento, continuiamo a chiacchierare, mi descrive i sacrifici fatti per riuscire ad effettuare una preparazione adeguata e rispettosa per la distanza, a dispetto di un lavoro impegnativo, e a sentirlo mi si illumina il volto, come ogni volta che vedo "nascere" un vero Maratoneta, perché, rubando le parole ad un amico "questa disciplina deve essere uno stile di vita, i sacrifici e la sofferenza la devi provare in allenamento, il giorno della gara deve essere una festa, comunque vada!" parole che come ho già scritto, condivido in pieno, e non mi stancherò mai di ribadire. Nel frattempo gli arrivi si susseguono, applaudire ed incitare chi arriva dopo è emozionante più che crogiolarsi nel proprio risultato, applaudire, cercare di leggere nei volti tante piccole storie,uguali e diverse tra loro, e poi gli "spingitori" gente con un cuore grande così, un gran bel finale, una gran bella giornata, grazie Rimini!
Tornando a me, che dire? Mancano ormai pochi giorni al Passatore, questo era l'ultimo lunghissimo, la stanchezza, non tanto quella odierna, ma quella totale, è tanta, anche nella mente, penso di essere sicuramente in una condizione migliore dello scorso anno in termini di esperienza su certe distanze, più che dal punto di vista fisico, queste settimane restanti saranno di rifinitura e mantenimento, poi ci sarà il nuovo incontro con Messer Pelloni, sempre a testa alta, con rispetto, ma a testa alta, spero di riuscire a scrivere qualche altra riga per importunarvi in queste settimane di Maggio che precedono il viaggio, nel frattempo, come sempre, buone corse!

sabato 29 aprile 2017

36a 50 Km di Romagna, la seconda.

Dicono sia uno dei check point da cui bisogna transitare in vista del Passatore, indipendentemente da questo è una gran bella gara, se poi a dispetto delle catastrofiche previsioni il meteo regala un sole da rettili, ma con un bel vento a spazzar via sudore e fatica, ecco servita la giornata perfetta.
Seconda partecipazione, torno qui per una delle ultime lezioni di recupero in attesa di presentarmi da ripetente al cospetto di Messer Pelloni, ma prima di entrare nel vivo della giornata mi voglio ricollegare al post scritto qualche mese fa, in occasione della Maratona delle Terre Verdiane, quando a fine gara pensai  "aldilà della piena soddisfazione personale, la giornata di oggi è stata fantastica per il gran numero di amici incontrati, molti dei quali, come me, in ripresa dopo lunghe soste a causa di infortuni o altri problemi, buone a corse a noi!" , era l'inizio dell'anno, e questo 2017 per fortuna prosegue così, passo la domenica precedente la gara a gustarmi i grandi risultati di diversi amici impegnati in altri luoghi e altre distanze in giro per l'italia, e non solo, sarebbe lungo citarli tutti, d'altronde mi sono già complimentato con loro, però il ritorno della "Mokina" alla Maratona, con una "facilità" figlia del grande rispetto per la distanza, merita una menzione a parte, bravissima Monica, e grazie per esserti carinamente unita al "fan club", accompagnata dalla splendida Missy.
Ennesima prova al termine di una settimana non di scarico, a partire dalla precedente domenica con i suoi quarantaquattro chilometri di collinare interrotti dal buio e dalla grandine, per poi proseguire a ritmo serrato anche nel buen retiro pre gara, stanchezza in aumento, accompagnata da buone sensazioni.
Arrivo con largo anticipo a Castel Bolognese, anche qui , come alla Maratona del Lamone è record di iscritti ma l'organizzazione collaudata mi permette in pochi minuti di adempiere a tutte le formalità, c'è giusto il tempo di salutare vari amici presenti al via, un breve riscaldamento e ben presto lo sparo ci proietta nella nostra dimensione parallela. Partenza impacciata, serve più tempo del solito affinché il gruppo si sgrani, un giro nella periferia del paese, una breve passerella in centro e qui inizia la gara. Inutile negarlo, sono qui per migliorarmi, e non di poco, in questo l'amico Daniele ha detto bene con il suo "lui lo sapeva", lo sapevo, sapevo di essere in condizioni migliori dello scorso anno, sapevo di voler iniziare a raccogliere qualcosa.
I primi chilometri scorrono serenamente, ho caricato la traccia 2016 ed impostato il GPS in modalità "gara", per i pochi non adepti spiego che si tratta di una funzione attraverso la quale la gara viene confrontata punto per punto con una registrata in precedenza evidenziando le differenze in positivo o negativo, ma lo sguardo corre più al paesaggio che al cronometro e l'attenzione è sul respiro e sul rumore dei passi, da sempre indice dell'efficienza energetica, la soglia della "distanza percepita" si sta innalzando sempre più grazie ai numerosi lunghissimi, per cui l'arrivo alla mezza sembra quasi prematuro, il tracciato per ora ci ha offerto lunghi "mangia e bevi" accompagnati da falsi piani, nelle discese rifiato cercando sempre leggerezza, più che velocità, tenendo a mente il consiglio di Mauro, ma a breve arriverà la parte divertente del tracciato, quella che l'anno scorso mi fece dannare l'anima. Si inizia con la salita a Casola, dove con sorpresa mi ritrovo a passare davanti all' uomo che "sussurrava ai crotali", imposto le ridotte: passo breve e respiro corto, al giro di boa controllo il crono scoprendo di avere un chilometro e quattrocento metri di vantaggio sul mio anziano concorrente del 2016. anche quest'anno per motivi logistici i collinari non hanno certo avuto parte preponderante negli allenamenti, però la partecipazione a diverse gare movimentate dal punto di vista altimetrico sta pagando, inizia la vera salita, i passi si fanno più corti, i muscoli urlano come non li sentivo da tempo, ma l'asfalto rimanda suoni ben ritmati, il camminare oggi non è nello spartito di gara, a bordo strada sempre più numerosi i podisti con l'hazard inserito, intorno al trentesimo chilometro arriva il punto più alto del tracciato, neanche l'ombra di un crampo, pronto per il cambio passo verso il fondo valle, l'aver preservato i quadricipiti rende la discesa un divertimento, ma non posso dare tutto perché l'ultimo tratto pur non presentando grandi dislivelli è traditore, pronto ad allearsi con la stanchezza per cercare di rovinare la giornata agli incauti, ma oggi non sento di appartenere alla categoria, saluto la Lady che mi sorride al passaggio dei 42.195 e cerco di tenere il passo, qualche leggero cedimento, mai preoccupante e sempre recuperato immediatamente dopo, tra un auto insulto e l'altro mi porto ai meno cinque continuando a recuperare posizioni,  penso alla sofferenza dello scorso anno e mi godo la condizione attuale, arriva il cartello di località, siamo rientrati in paese, il groviglio di viali sembra non finire, poi  un'ultima curva ed ecco che appare il gonfiabile, sembra lontanissimo ma riesco a raggiungerlo con una bella progressione tra gli applausi del pubblico ancora numeroso, e qualche presenza inaspettata,  medaglia al collo ed un sorriso botulinico dopo aver visto il quattro e diciannove finale,  mentre l'ultima, e ribadisco ultima  goccia di energia disponibile la uso per sdraiarmi al sole regalandomi qualche minuto  di  estasi endorfinica. Il resto è gioia, stupore, amici, (anche a quattro zampe), sorrisi, abbracci, belle chiacchiere, in pratica tutto ciò per cui si corre...e lavori ancora in corso!
Buone corse!

sabato 15 aprile 2017

41a Maratona del Lamone.

"Another breach in the wall" cantavano i Pink Floyd in Piazza Farini a Russi, ma solo io potevo sentirli, perché il palco era stato appena approntato tra le mie circonvoluzioni cerebrali dalla ditta specializzata "Endorphin Events", ma prima di passare alla descrizione di questa giornata appena trascorsa chiedo scusa alla Band, quella vera, per l'innocente modifica al testo. Il fatto è che in questo periodo più che di costruire muri, ho bisogno di abbatterli, e con la Maratona di oggi sento, appunto,  di avere aperto un'altra piccola breccia.
Quarantunesima edizione, rimango sempre colpito quando leggo certi numeri, una corsa nella storia del podismo, sicuramente oggi meno eroico e più popolare, l'esperienza si nota, tutto il meccanismo scorre senza intoppi, dalle indicazioni stradali alla consegna pettorali e mi fa quasi dimenticare la levataccia necessaria per presentarmi al via. Il gioco del momento è quello di accelerare le doti di recupero in modo da poter incrementare i chilometri di allenamento senza che si verifichi un decadimento di qualità (sempre in ottica Passatore, chiaramente).  Seguendo le regole di questo gioco, mi presento al via con una dote settimanale di centodiciassette chilometri, teoricamente al solo scopo di verificare i miglioramenti in tal senso. Dico teoricamente perché questo prevedeva la tabella, ma, come ho già affermato, è inconcepibile considerare una Maratona un semplice allenamento, oltre settecento partenti, adrenalina a mille. Nonostante i tempi ristretti sono riuscito a rilassarmi e ad effettuare un breve riscaldamento, ora mi trovo immerso nell'atmosfera che precede lo sparo liberatorio, che arriva in breve, qualche esitazione in avvio, nell'intento, riuscito, di non calpestare e non essere calpestato, poi ognuno riesce a conquistare uno spazio vitale per il il proprio passo,  e questa è la vera partenza. Corriamo nella nebbia in luoghi anche suggestivi, ma deserti, il che può inquietare qualche podista metropolitano, mentre a me piace, aggiunge serenità alla pace interiore data dalle leggerezza che oggi le gambe mi trasmettono mentre i chilometri scorrono, mi aggancio a un gruppo di parigamba, sento che rallentano impercettibilmente,  li abbandono e raggiungo il gruppo successivo, i palloncini delle tre ore e trenta sono scomparsi dalla mia vista, questa volta però alle spalle. I passaggi nei vari centri abitati ci regalano attimi di gloria bucolica e qualche "cinque" mentre i primi "passeggianti" indicano che dopo il passaggio per Bagnacavallo la Lady ha iniziato il consueto esame degli aspiranti, bacchettando gli impreparati e gli spavaldi, inoltre, ad aggiungere difficoltà all'esame, interviene il bel sole che dà alla temperatura  una svolta decisamente estiva, ma non gradita da tutti: siamo quasi al trentesimo,  la guardo sorridendo e sorridendo passo oltre, so che oggi non è giornata da chieder clemenza, anzi azzardo persino un leggero incremento di passo che riesco a tenere sino al quarantesimo, quando saggiamente tiro leggermente i remi in barca  prima di esserci costretto, conservandomi così il sorriso anche per il finale. 
Due chilometri di passerella sino a ritornare in Piazza Farini dove un pubblico numeroso accoglie i podisti con calore, percorro gli ultimi metri pensando alla dura fatica di questa settimana che si conclude ora, e di quanto questa abbia pagato, in termini di efficacia, il crono è solo un dettaglio a coronamento di un lavoro ben fatto, una parte di lavoro, manca ancora tanto, c'è ancora qualche muro da abbattere, poi si potrà costruire, e per dirla ancora in musica "Rome was'nt build in a day",  e ancor meno Faenza!
Nel dopo gara un breve incontro con Mauro, stavolta non l'abbiamo corsa insieme, quindi rispettando l'alternanza la prossima occasione per farlo si verificherà a Firenze a fine Maggio, ma qui entriamo nel campo delle ipotesi quasi fantascientifiche, meglio sedersi un attimo davanti ad un buon piatto di pasta ed un ottima birra e per rendere più lieve la giornata, ascoltare la discussione del gruppo di colleghi podisti che, infervorati, si lamentano della presunta maggiore distanza della gara rispetto a quella dichiarata, un vero e proprio complotto ordito dagli organizzatori per inficiare il loro tentativo di personal best, per fortuna hanno inventato i gps da polso!
Prima di tornare alle mie corse solitarie, il mio pensiero su questa gara. Appartiene a quel genere di manifestazioni ormai sempre più rare, senza tanti fronzoli, rette solo dalla passione degli organizzatori e da podisti che la sanno riconoscere ed apprezzare, c'è tutto ciò che serve a chi della corsa, e soprattutto della Maratona ama l'essenzialità, e il non essere considerato solo un numero. Detto questo, torno alle mie corse solitarie, buone corse a voi!