lunedì 1 gennaio 2024

Niente bilanci, solo un bel reset per ripartire.

Come dissi ad un'amica qualche anno fa, "alla fine è solo un altro giro di lancette", ma è comunque difficile sottrarsi a tutto il contorno. Intanto ne approfitto per spargere qualche carattere qui sul Blog, con l'aiuto della pagina, buon anno Blogger!

sabato 16 dicembre 2023

lunedì 24 luglio 2023

18a Ecomaratona del Ventasso: cronaca di una legnata epica.

Stanco? Oggi sì.

Ed eccomi puntuale per il tradizionale post  quadrimestrale.
Archiviate negli ultimi mesi sia la Maratona del Lamone che la 50 Km di Romagna, corse entrambe con tanta infamia e poche lodi (come capita sempre più spesso), restava da correre l'edizione del ritorno della mia gara del cuore, ovvero dell'Ecomaratona del Ventasso, giunta per fortuna alla sua diciottesima edizione dopo i dubbi espressi dall'organizzazione lo scorso anno, in cui non solo non fu disputata  ma furono espresse perplessità sul proseguo della vita di questa bellissima manifestazione.
Tali perplessità mi spinsero all'iscrizione immediata, più per fiducia nell'organizzazione che in me stesso. La logica vorrebbe che quando si prende un impegno del genere sarebbe meglio prepararsi con dedizione; ora dal punto di vista chilometrico avevo poco da rimproverarmi, il grosso problema era che l'unica salita percorsa nei mesi che hanno preceduto la gara era stata quella per accedere  al "pistino" della Cittadella di Parma ed a questo si aggiungeva la cronica assenza di corse fuoristrada.

Conscio di tutto ciò  ero convinto di andare ad  affrontare l'impresa guidato da un sano pragmatismo ma ahimè scoprirò a mie spese che in realtà ero stato traviato dallo spirito di Tonino Guerra e da quel suo indimenticabile "l'ottimismo è il profumo della vita!"
Ottimismo e speranze non costituiscono una strategia, personalmente ho sempre azzeccato i miei pronostici cronometrici quasi al minuto, quindi, nel caso della gara in questione, basandomi sui vecchi tempi compresi in una forbice che andava dalle 4:45' alle 5:20 alla luce dello stato di forma, dell'anzianitudine e della mancanza di preparazione specifica mi sbilanciai prevedendo un tempo finale tra le sei ore e le sei ore e trenta.
La foto spoilera, ma voi guardatela più tardi, ora c'è da seguire la gara.

La solita atmosfera descritta più volte (se volete curiosare, ecco alcuni link:(Ventasso 2009   Ventasso2010  Ventasso 2010.1 Ventasso 2011 Ventasso 2011.1 ) la piazzetta gremita, il ritiro pettorali, il saluto con amici che non si vedevano da troppo tempo, i tavoli già pronti per il ristoro finale, adrenalina e risate. L'ora del via arriva presto, la temperatura si preannuncia caraibica, ma non è una novità, il percorso è stato modificato in diversi punti l'impressione è che si vada "giù" molto più che nelle edizioni precedenti, la gamba viaggia bene anche se le caviglie a volte faticano a mantenere la rotta, percorro alcuni Km appaiato a James e Gianluca, vecchie conoscenze, ma quando le salite iniziano a presentarsi,  il ritmo cala, dapprima impercettibilmente, poi lentamente vedo le gialle canotte del Torrile scomparire dal mio campo visivo.
Il tempo scorre e prendo atto dell'ottimistica percezione ma senza alcuno sconforto, non c'è nessun problema fisico, sono una marcata inettitudine, per cui aggiorno il marcatempo celebrale e mi predispongo per finire la gara sulle mie gambe. A parte fatica e prospettiva cronometrica sono momenti fantastici che non provavo da tempo, il rumore ovattato dei passi nei tratti boscosi, spesso accompagnato dal rumore dell'acqua, lunghi tratti in solitudine, i profumi, bellissimo. Esco allo scoperto sul Lago Calomone, c'è da salire sulla cima e dirne che non ne ho è un'eufemismo, incontro il mitico Arnaldo in allenamento per sentieri il quale mi offre di prestarmi i bastoncini ma rifiuto, sarebbero inutili, poi Giuliano ex compagno di squadra, oggi tra i volontari, che non mi fa mancare il suo incoraggiamento.
In un modo o nell'altro arranco sino alla vetta del Ventasso e considerato che la mia gara non è destinata a rimanere negli annali dell'atletica mi concedo uno strameritato riposo sdraiato ai piedi della croce rassicurando periodicamente i volontari sulla mia esistenza in vita.
I volontari, Parola magica in tutte le gare, ma qui ancor di più, un numero esagerato ed un cuore che trasforma la giornata perfetta in un trionfo e la peggiore delle giornate in una festa, a partire dal ritiro pettorali sino al pasta party finale, passando per tutti i ristori con una citazione particolare per i noti "grigliatori"

Ma è ora di rialzarsi, la gara è ancora lunga anche se i tratti più duri sono alle spalle. Alle spalle sì, ma anche "sulle spalle", un bel fardello da gestire, la discesa lungo il crinale è abbastanza agevole si ritorna in breve al cospetto del Monte e da qui in poi, a parte rari tratti nervosi e dal fondo poco adatto a quel che sono oggi, posso corrichiare decentemente.
 Ultimi chilometri, bei tratti di carraia, alcuni attraversati da lunghi solchi fangosi che percorro quasi saltandoci dentro come un bambino, giusto per dare un aspetto di vita vissuta alle scarpe che ho portato qui al debutto, poi il lungo sentiero in discesa verso Busana, ormai il "fondo chilometrico" prevale sulla fatica e riprendo ad andare con relativa leggerezza, infine l'incontro con il bitume sancisce la vicinanza al gonfiabile, arrivano le voci dello speaker, questa volta non ci sarà come nel 2012 il buon Menarini a urlare nel microfono "ecco all'arrivo Filippo Sechi che si precipita letteralmente sul traguardo" e a differenza di quell'anno non mi sono presentato puntuale per l'ora di pranzo ma l'accoglienza è ugualmente calorosa, non alzo le braccia al cielo ma faccio un gesto come per dire "scusate il ritardo", come dissi in tempi non sospetti "il tracciato è comune, il percorso è differente per ognuno". Oggi il mio percorso è stato questo, come ho annunciato nel titolo è stata una sonora legnata che serberò tra  i più cari ricordi in attesa di tempi migliori, insieme alla bellissima chiacchierata finale con James e Gianluca, arrivati con un bel tempo finale e all'ospite d'onore di quel lontano 2012, accuditi sino all'ultimo dalle mitiche magliette  rosse, grazie di tutto, arrivederci al 2024!
Buone corse!