giovedì 14 dicembre 2017

Maratona di Reggio Emilia 2017 ed altre storie punto zip

L'avventura di Reggio Emilia inizia nel migliore dei modi: arrivato al Pala Bigi e ritirato il pettorale, mi accodo disciplinatamente ai colleghi in fila per il ritiro della maglia. Colpito dalla endemica  sindrome "here i am" smanetto  sul telefonino (termine che svela l'età che avanza),  per comunicare al mondo la mia presenza in quel luogo, sinché non mi sento chiedere alle spalle: "scusa, ma sei in fila?"
"Certo", rispondo, sollevando gli occhi dallo schermo, accorgendomi che la fila era avanzata ma il podista che mi procedeva immediatamente era invece rimasto immobile sul posto.
Era il manichino dello stand Diadora, con lo sguardo fiero, rivolto ai volontari e alle volontarie. Siate pietosi!
Ed ora un veloce riepilogo delle puntate precedenti, tralasciando il Ventasso e la Maratona del Mugello, altre due gare dall'epilogo infelice di cui vi parlerò nel riepilogo di questo anno movimentato, appena possibile. Si parte dal lontano 15 ottobre, Maratona di Parma, dove riesco, grazie ad una continuità negli allenamenti in pieno stile Tesla-Westinghouse ad infrangere per la prima volta il muro delle quattro ore. Allenamenti discontinui, privi di seppur minimi lavori di qualità, ma soprattutto un lungo stop prima della gara, e qui mi soffermo un attimo. Ho sempre patito in maniera esagerata le fermate, non so se per mie caratteristiche fisiche, allenamenti sbagliati o atteggiamento mentale, fatto sta che anche nei periodi di carico più impegnativi, in luogo delle giornate dedicate al riposo, ho sempre ritenuto utile uscire e fare comunque una sgambatina leggera, breve, ma comunque alternativa allo stop assoluto, pena il ritrovarmi il giorno successivo al riposo (ormai sperimentato più volte) con le gambe "di legno".
Conscio di questo fatto, e reduce da una settimana di stop totale, avevo preannunciato che sarebbe stata la peggior Maratona della mia vita (per ora) e così è stato. Una gran fatica prima di far andare a regime le gambe per poi patire come mai era accaduto. Totalmente ininfluente la calda temperatura del giorno, le condizioni meteo non hanno mai costituito un problema per me. Amareggiato dalla lezione, ma non certo sorpreso ho utilizzato la settimana che mi divideva dalla Maratona di Venezia per cercare di recuperare un po' di brillantezza, compatibilmente con le possibilità del momento e con il limitatissimo tempo disponibile, e così, tra corsa rigenerante e qualche ripetuta mi presento al via della Venice Marathon decisamente più reattivo, concludendo in poco meno di tre ore e quaranta, grazie anche ad un gruppo regolarissimo, al quale mi aggancio, sfruttandoli come pacer (doverosamente ringraziati) non esaltante, ma decisamente più realistico. Di seguito l'avventura della 50K Marathon in quel di Salsomaggiore, dove, per rafforzare il mio ego fantozziano, riesco a sbagliare strada tagliando un anello di circa quattro chilometri, sconfinando nella variante per "la corta" e ritrovandomi magicamente in prima posizione. Chip consegnato volontariamente ai giudici, e proseguimento in semi clandestinità, deviando poco prima del gonfiabile. Dopo questa avventura arriva tra capo e collo la Maratona di Firenze, grazie a Nino che mi rivela l'esistenza di una promozione "last minute" prontamente sfruttata.
Purtroppo ancora una volta i ritmi di allenamento si fanno sincopati e non posso fare altro  che godermi il bellissimo percorso della Maratona, per l'occasione sferzato dalle intemperie per tutta la durata della gara, quasi una punizione biblica della Lady nei miei confronti, mi dispiace per gli altri incolpevoli diecimila. Esito finale trecinquantacinqueequalcosa, seconda prestazione di sempre.
Ed infine arriva Reggio, irrinunciabile, posso solo mettere qualche pezza, come in  occasione di Venezia, così, nonostante un inizio d'avventura come descritto, recupero qualche minuto e mi riporto sotto alle tre ore e trentotto e trovo delle buone sensazioni, buone come quelle di un "influenzato" che vede scendere la temperatura sul termometro, e  in effetti il paragone è calzante, a dispetto di chi vede il cronometro come un qualcosa che contamina i sentimenti puri della corsa. A parte questi discorsi , che potrebbero alimentare discussioni per i mille anni a venire, mi piace pensare che questa Maratona di Reggio Emilia sia il punto di partenza del progetto #menocinquantottoetredici la sfida lanciata a me stesso per il 2018, ovvero concludere il Trittico di Romagna sotto le diciannove ore. La determinazione non manca, e cercherò di annoiarvi puntualmente con i report dei vari passi che mi porteranno in tale direzione.
Per ora, buona lettura e buone corse!

2 commenti:

  1. Vabbe hai fatto più chilometri tu in gara che io nel mese di novembre

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    1. E mancano i 27K della Bridgestone Run con Valeria Straneo, che si sono volatilizzati grazie alla SDAM!

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