sabato 11 marzo 2017

Strasimeno 2017, si va!

L'avevo adocchiata durante il mio peregrinare  alla ricerca di gare dalla distanza utile alla causa, accantonata per difficoltà logistiche, e poi ripresa in considerazione grazie a un doppio carpiato turnistico con piroetta finale che mi porterà alla bellezza di tre settimane consecutive con orario 04-12 per poter approdare in quel di Castiglione del Lago. Il gergo natatorio si adatta alla perfezione alla giornata perché già dal sabato il meteo offre una bella lavata agli sventurati partecipanti della Strasimeno Young, con i millimetri di pioggia distribuiti rigorosamente in maniera proporzionale alla categoria di appartenenza, per cui agli esordienti va abbastanza bene, mentre l'adepta ne verrà fuori completamente zuppa ma entusiasta  per questo pluviale debutto.
La mattina di domenica un timido sole ci illude, poi Giove si riappropria del palcoscenico. La temperatura non è rigida ma il pensiero di correre cinquantotto chilometri sotto la pioggia mi consiglia un abbigliamento prudente, con canotta e antivento, scelta che si rivelerà azzeccatissima, al contrario della geniale idea di infilare in tasca una canotta di ricambio che si rivelerà una zavorra.
La stessa prudenza nei giorni precedenti mi aveva suggerito il ritmo da tenere, alla luce della condizione attuale e della mia cronica incapacità di progettare e quindi realizzare alcun tipo di "negative split".
La partenza è affollata quanto umida, la possibilità di correre anche per distanze minori (Maratona,  34K, mezza, 10K) attira chiaramente un gran numero di podisti, tutti cerchiamo riparo sotto ogni sporgenza e tettoia utile in attesa del via, che già sappiamo sarà posticipato a causa del maltempo che forse ha creato danni in qualche punto del percorso, ma partiamo.
Passo sciolto, respiro rilassato, questo è il diktat, i chilometri scorrono leggeri, l'unico problema è non farsi trascinare verso ritmi più alti dall'entusiasmo di coloro che volano verso i traguardi intermedi, e neanche dalle gambe. La pioggia è incessante ma non crea alcun fastidio.
Da qualche parte su questo bellissimo percorso c'è l'amico Mauro, non siamo riusciti ad incontrarci nel pre gara ma avevo letto i suoi programmi sul Blog, quindi mi aspetto di trovarlo , nel frattempo anche la mezza vola via, ci avviamo verso i 34, il gruppo si dirada, si inizia a vedere qualche segno di fatica ma si prosegue sereni, intorno a me un nutrito "stormo" di pettorali rossi, segno che iniziamo a compattarci. Il monitoraggio delle condizioni induce all'ottimismo, confrontando la fatica con quella delle Terre Verdiane, alla medesima distanza, sento di avere azzeccato il passo giusto, sfilo facilmente i 34K e mi presento al cospetto della Lady con 3:52:37 in ritardo di oltre due minuti sul tempo  ipotizzato, cosa tollerabilissima considerato che è proprio in questa occasione che per la prima volta guardo il gps, sinora mi ero affidato solo al crono dei vari passaggi.
Un bel bicchiere di quella famosa bibita gasata americana color caramello e si può ripartire, a qualche centinaio di metri noto una sagoma che sembra familiare la tengo d'occhio e mi avvicino passo dopo passo, sino a raggiungerla in occasione del ristoro successivo, quando finalmente focalizzo lo zainetto giallo "Passatore" ed ho la certezza che si tratti di lui. "Che fai? Mi vuoi tirare il collo?", dico a Mauro. Da dove sia spuntato, se sia  stato sempre  davanti o mi abbia passato in qualche punto, lo scoprirò più tardi, adesso tocca solo ripartire, due rapide parole, uno sguardo d'intesa,  un "cinque", e via verso il traguardo finale, viaggiamo affiancati, stesso identico passo, a volte uno dei due accelera, a volte cede, e allora spetta all'altro riaccordarlo col proprio, ma sono attimi. La cosa fantastica è che è una continua rimonta, non per il prestigio della posizione, ma per l'evidente consapevolezza nteriore, non siamo certo freschi, ma sicuramente in grado di spremere l'ultima stilla di energia con il piede già sul tappetino del traguardo. I chilometri finali ci regalano uno splendido sole, le nuvole all'improvviso lasciano spazio al cielo azzurro, il lago e le colline circostanti ci incantano con la loro bellezza, ma la cosa che incanta di più è vedere il centro di Castiglione sempre più vicino, ormai siamo sotto i cinque, ci aspetta qualche saliscendi e il tratto finale in salita prima di affrontare gli ultimi metri in discesa verso il gonfiabile, nessuno dei due cammina, urla di incitamento, poi ci pensa il pubblico assiepato nei punti salienti dell'ingresso al paese a farci volare, tagliamo il traguardo in 5:16,  insieme,  con la certezza che meglio di così non sarebbe potuta andare, ci ringraziamo a vicenda, non sappiamo quanto abbia influito la compagnia sulla tenuta del ritmo, però ci piace pensare che sia stata determinante, ma ora è il momento di rilassarsi grazie al massaggio post gara offerto dalla fantastica organizzazione, quindi fuori a goderci il sole, questa volta da turisti.
Impossibile non fare una breve analisi della giornata di corsa, Mauro come da programmi è partito piano, andando in crescendo dal 25° in poi, io ho tenuto praticamente lo stesso passo per tutta la gara, con qualche oscillazione dovuta principalmente alle fermate ai ristori, ai quali non rinuncio mai, e alle variazioni di pendenza, ma mai a crisi, neanche brevi, le nostre strade si sono incrociate subito dopo la Maratona, e da lì in poi sapete già tutto. I puristi dei numeri potranno giudicare più o meno valide le strategie ma alla fine ciò che conta è il risultato, non quello cronometrico, ma quello "gestionale".
Questa è la seconda gara del "trittico autogestito" che ho ideato  per verificare la condizione, la prima è stata la "Terre Verdiane", la successiva sarà la Maratona di Brescia, poi basta pettorali, solo tanti chilometri in solitaria sino alla Maratona di Russi, quando  Messer Pelloni inizierà a materializzarsi all'orizzonte, ma di questo parlerò più avanti.
Concludo dicendo che avevo proprio bisogno di un arrivo così: consapevole, determinato, e soprattutto sorridente, ancor più che alla Maratona precedente, segno che la terapia chilometrica, accompagnata dall'assenza di eventi sfavorevoli, inizia a dare i suoi frutti.
La giornata finisce nel migliore dei modi, con una breve, troppo breve visita all'incantevole Montepulciano, poi con tutti i protagonisti  di questo bellissimo week end riuniti intorno ad un tavolo in quel di Monticchiello tra buon cibo, buon vino, chiacchiere e risate,  a dimostrare ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che la corsa resta sempre il mezzo, mai il fine.
Buone corse!

martedì 28 febbraio 2017

20a Verdi Marathon: Va' pensiero! (le gambe seguiranno)

"Sinceramente: uscito facile o no questo time? (anche se una 42 non è mai facile)"
La domanda arrivava dal mitico ultra centista Mauro mentre imbastivo la trama del post terraverdiano, portandomi a riorganizzare pensieri e parole. La mia risposta, che potrebbe sembrare scontata e banale a chi non ha sufficiente confidenza con la Lady è stata: 
"La Maratona non mente mai, rispecchia esattamente il mio stato attuale"
Dicembre 2016, Reggio Emilia, 3:38:33,  Febbraio 2017, Terre Verdiane, 3:28:56, non è per ansia cronometrica che pubblico questi numeri, ma per far capire che il tempo di Reggio in realtà era scaturito da una serie di eventi negativi precedenti alla gara,  mentre quello di ieri non è che il frutto dei lavori in corso, svolti senza interruzioni degne di nota, per riportarmi ad un livello di forma rispettoso e necessario per gli obiettivi dichiarati, e posso affermare senza timore di avere ancora ampi margini di miglioramento.
Detto questo voglio distaccarmi  dai numeri per parlare della bellissima domenica
appena trascorsa a scorrazzare per la Bassa.
E' un periodo di "turni acrobatici", la stanchezza lavorativa incombe e mal si accorda con l'abitudine di presentarmi al via delle competizioni in tempo per "montare il gonfiabile insieme agli organizzatori". Per guadagnare in  serenità e riposo opto per la soluzione ferroviaria, in grado di soddisfare nell'occasione sia le mie esigenze di rapidità che di quiete. Quindi cullato  dalla musica a palla del mio lettore mp3,  come da antica consuetudine, e dal movimento del vagone, mi ritrovo in men che non si dica a sbarcare in terra salsobromoiodica, dopo un fugace incubo dovuto al timore di un tardivo risveglio tra i binari di Milano Centrale.
A dispetto della tradizione il meteo regala delle condizioni da primato: cielo azzurro, umidità ai minimi storici,  temperatura ibernante ma un sole che promette un rapido disgelo. Un'inaspettato incontro con Marco, trailer "inarrivabile" e Marcella anche lei Trailer ma con il vizio della Maratona, una breve chiacchierata e ad un'ora dal via ho già espletato tutte le formalità prendendo possesso sia del pettorale 611 che del pacco gara contenente oltre alla bella maglia ricordo, tra le cose, una inquietante lattina contenente un liquido denominato "Hugo all'italiana".
Vestito di tutto punto mi diverto ad osservare  il brulicante  e sempre più rumoroso formicaio di podisti dall'arrivo tardivo che si affannano tra cremine, pettorali, bagni e cerotti.
Indossata la mia splendida casacca usa e getta, posso finalmente dirigermi verso la partenza con una leggera corsetta, in modo da non partire a strappo, consegnare la sacca e posizionarmi in griglia.
Bang, partenza rilassata senza farmi trascinare da chi crede che in discesa si corra gratis come in bicicletta, il solito slalom per evitare di calpestare i soliti crono mendaci "Paolini" della start line, poi mi attesto sul mio passo, l'obiettivo è riattraversare la stargate delle tre ore e trenta, le gambe sembrano approvare, il respiro anche, la testa c'è, prendo posizione qualche metro davanti ai pacer e dalle voci mi accorgo di guadagnare impercettibilmente terreno, il passo è leggero e il fiato accordato, il passaggio a Fidenza arriva presto, l'acciottolato malefico per fortuna dura poco, si ritorna nella pace dei campi con il sole che inizia a farsi sentire e migliora ancor più le sensazioni, unico inconveniente la necessità di una sosta tecnica di cui non posterò il crono, ma ritengo da personal best, Fontanellato è già dietro l'angolo, un veloce scambio di battute con un Fulmineo, al quale affido i saluti al mitico Bress in lotta con il suo PB sulla mezza, e si devia per Soragna.
Grazie a Stefano Morselli di Podisti.Net
Come d'abitudine ho bevuto sin dal primo ristoro e adesso che si viaggia verso il trentesimo non avverto necessità di alcun reintegro supplementare, redigo mentalmente un rapido bilancio energetico che risulta positivo, e sento il sorriso dipingersi sul volto a dissipare l'espressione della fatica. Dopo la breve sosta tecnica ero stato sorpassato dai pacer delle tre ore e trenta, vedevo i palloncini in lontananza ma la cosa non mi ha scoraggiato,  ora con pazienza e costanza li ho riagguantati poco prima del traguardo di Soragna, dal gruppo, l'amico Matteo mi invita ad andar piano, ma oggi il metronomo maratoneta che è in me si è risvegliato e non ha alcun dubbio sul ritmo da tenere. Sino alla fine.
Ancora dodici chilometri e qualche durissimo spicciolo da percorrere, leggeri cedimenti sempre accompagnati da una pronta ripresa, non si molla, so di avere tutto ciò che serve, c'è il tempo ed il fiato anche per una una chiacchierata con un compagno di viaggio che prepara la 50K di Seregno e poi è festa, si è vero la fatica non ammette distrazioni mentali ma ormai siamo alle porte di Busseto, un rapido passaggio tra le vie del centro ed eccomi sotto il gonfiabile con al collo la medaglia. Un rapido ristoro e poi giù nel prato a crogiolarmi al sole e ripercorrere il bel viaggio appena concluso, mentre dalla nebbia endorfinica iniziano ad apparire visi noti, gli Ultra Francesca&Marcello, il mitico Andrea, il Fanfo e quella ragazza di cui mi chiedevo "ma dove l'ho già vista?", e poi Antonio Margiotta ultraplurimaratoneta, anche lui in ripresa dopo vari problemi, oggi a far da pacer alla sua compagna Milena, portandola ad un ottimo risultato (o viceversa?)
Ma ormai è tempo di scappare, altri improrogabili impegni mi attendono, c'è giusto il tempo di salutare il mitico Presidente Fulmineo, the Fabulous Team mi attende per osannarmi (della serie "millantare momenti di gloria senza averne titolo").
Come già detto, aldilà della piena  soddisfazione personale, la giornata di oggi è stata fantastica per il gran numero di amici incontrati, molti dei quali, come me,  in ripresa dopo lunghe soste a causa di  infortuni o altri problemi, buone a corse a noi, a chi ancora deve riprendere, a chi ancora deve iniziare, ed anche a chi non ha mai smesso!

domenica 5 febbraio 2017

Programmando il 2017

La bradiposità che ultimamente mi contraddistingue nella corsa, ha contaminato anche i settori limitrofi, così eccomi  nel giorno della prima di campionato su strada in quel di Vicofertile, a parlare di programmazione per l'anno in corso, programmazione che sicuramente  i tapascioni ortodossi giudicheranno fallimentare già  in partenza, dato il tempismo.
Ai post l'ardua sentenza, se avrete la pazienza di leggerli, intanto torniamo al titolo di oggi.
L'obiettivo principe di quest'anno non poteva che essere l'andarmi a prendere quel Passatore sfumato ai piedi del Passo della Colla, un ritiro che se da un lato ho accettato serenamente, cercando di comprenderne le cause, dall'altro  duole perché per la prima volta nella mia carriera tapascio-agonistica non ho portato a termine un qualcosa per cui avevo lavorato sodo, ma evidentemente invano e male, poiché i ritiri non avvengono mai per caso.
Quest'anno ho deciso di seguire la "tradizione" iscrivendomi alle due classiche d'avvicinamento: la Maratona del Lamone e la 50 chilometri di Romagna,  che insieme al Passatore costituiscono il noto Trittico.
Nel frattempo chiaramente non potrò restare con i piedi in mano: ogni anno di grazia podistica a mio parere deve passare per la Lady 42K, ragion per cui  dopo un preludio di preparazione  che servirà principalmente ad eliminare buona parte delle zavorre mentali e lipidiche dovute ai ripetuti stop&go,  ci sarà il primo "incontro in casa", alla Maratona delle Terre Verdiane, seguita dalla  Brescia Art Marathon, passando per qualche garetta del campionato provinciale, giusto per sgasare un po', il tutto contornato da svariati chilometri in solitaria, necessari per mettere fieno in cascina sia a livello muscolare che mentale, per cui potrei affermare che sino al fatidico week end di fine maggio sarò abbastanza impegnato.
Portata a termine, spero felicemente, questa prima parte della stagione,  potrò alleggerire il carico per poi iniziare la preparazione necessaria a "godermi" l'eredità del 2016, costituita da tre gare alle quali pur essendo iscritto non ho potuto partecipare:
  • l'Ecomaratona del Ventasso, a luglio, una gara mitica, fu il mio battesimo trail, corsa svariate altre  volte, sempre con lo stesso entusiasmo ;
  • la Maratona di Parma, ad Ottobre, da correre assolutamente perché qui a Parma "nacqui" come Maratoneta, anche se su un tracciato diverso, e da anni sognavo di ripercorrere una Maratona in quella che ormai è la mia città;
  • Il Trail del Golfo dei Poeti, a settembre, mi vide partecipare alla prima edizione, da allora ha subito qualche modifica nel tracciato, ma il calore, l'accoglienza, la passione degli "Arcigni" sono immutate, come ho potuto constatare nel 2015.
A quest'asse ereditario del defunto 2016 si aggiunge la Maratona di Venezia, da correre la settimana successiva a quella di Parma, un'iscrizione piovutami addosso quasi a costo zero grazie al black friday e che sarà una sorta di pellegrinaggio nei luoghi della memoria, ma senza alcuna malinconia.
Sin qui date, distanze, propositi più o meno bellicosi, ma la vera novità è che salvo infauste sopravvenienze, tutto sembra filare finalmente liscio e quindi sono "pericolosamente nelle mie mani" e questo esula dal programma in senso stretto. La vera ambizione infatti sarebbe quella di perseguire una continuità che mi permetta di tornare a faticare e divertirmi soprattutto in ambito extrabituminoso, ma tentativi effettuati sino ad ora, seppur in maniera molto soft, hanno sempre portato alla luce sintomi di cedimento strutturale che ho preferito subito seppellire sotto una bella corsa su terreno "certo"
Spero in numerose varianti in corso d'opera, sempre orientate al miglioramento della stagione, e non a rimediare ad errori di progettazione, per adesso continuerò  ad usurare scarpe e piste ciclabili sul mio cricetodromo cittadino, in attesa di raccogliere qualche buon frutto delle mie fatiche.
Buone corse!