lunedì 30 marzo 2015

Disgelo

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Serviva un titolo per chiudere il capitolo "Frozen" e questo mi è sembrato il più adatto. La foto invece potrebbe far storcere il naso, facendo esclamare "hai stancato,  con queste foto d'epoca!" ma l'intenzione non è quella di  rinverdire tempi ormai ingrigiti, ma solo quella di condividere uno scatto sfuggito alla pubblicazione, uno scatto che colse un  momento in cui comunicai a me stesso che mi ero superato. Momenti così ne ho avuto, per "fortuna",  molti altri, e molti ne avrò ancora, se la "fortuna" mi assiste.
Ma veniamo al motivo del post: si corre. Si fatica da cani, ma si corre. Si corre a dispetto di tutto, tranne che della salute, che è l'unica variante che sino ad ora è stata in grado di rallentarmi e mettermi i bastoni tra le rotule, tutto sommato bonariamente, ma in maniera fastidiosa, un po' come un nugolo di zanzare che, certo, non ti faranno mai morire dissanguato, però sicuramente non ti rendono  la vita facile. Così si può riparlare di allenamenti, nell'ordinarietà da turnista per caso, si ritorna a rubare ore al sonno dopo una domenica lunga, finita con una notte troppo corta, aggravata dall'ora illegale, e profanata da una giornata lavorativa espansa. Si ritorna ad azionare "l'eiettabile" per trovarsi sul circuito cittadino, inseguito da Morfeo che morde i polpacci come fosse Cerbero,  mentre i chilometri ed il caldo primaverile fanno sciogliere le ampolle delle endorfine che miracolosamente si riversano a contrastare la stanchezza, insieme a mille pensieri da riordinare, non ultimo il commento inquietante di Marco, che avvisava "con gli anni, la disciplina diviene inversamente proporzionale al metabolismo", parole sante, (senza offesa), ma valide se io avessi smesso di correre. In realtà non ho mai smesso, o meglio, ho interrotto la frequentazione fisica, della corsa, con ovvie ed inevitabili conseguenze, ma con la mente non ho mai smesso. Certo, ora, mentre metto un passo dietro l'altro, a volte mi sembra di essere un personaggio di un dvd piratato in maniera dozzinale, con l'audio slegato dalle immagini, ma posso permettermi di slegare completamente le due cose, anzi, al momento è meglio così, e, come agli albori del Blog, riverserò i dialoghi su queste pagine, lasciando  che le immagini scorrano davanti agli occhi durante i chilometri.
Buone corse!

lunedì 16 marzo 2015

Diamoci un taglio!

terre_blogDiamoci un taglio, si, e leviamoci una taglia, lo stesso diktat  urlato da questa rara foto di repertorio, scattata all'alba di uno stupendo 2012. Foto che mi rappresenta  in pieno tripudio tricologico e lipidico, scaramantico rito (il primo), dopo una lunga eclissi di forma, durata un anno abbondante.
Per quanto riguarda il taglio, missione compiuta: sono bastati venti minuti, meno di dieci per mese di crescita, a riportare il cranio dallo stato di tundra a quello di calotta polare, per la serenità di quegli  amici e colleghi drogati di lozioni magiche, che si ostinano a far finta di possedere una capigliatura.
Riguardo la taglia, ci sto lavorando. Qualcuno si stupirà, ritenendo impossibile che il blogger fautore dell'ortodossia podistico-alimentare possa trovarsi al giorno d'oggi a dissertare di chili in eccesso, ma state sereni, chili presi con consapevolezza che  andranno via con altrettanta consapevolezza, ora che la parola infortunio è finita nel tritacarte  e dispersa ai quattro venti. Certo, passerà del tempo prima di riprendere certi ritmi, ma sinceramente non è a quello che miro, anzi, a dire il vero non vi ho mai mirato, eccetto rare occasioni dichiarate pubblicamente, mi basta ritrovare, e lo sto facendo, il puro piacere della corsa, con il polso sinistro che si può finalmente permettere una trasgressiva abbronzatura integrale, e con buona pace di coloro che anziché preoccuparsi della propria vita si preoccupano del mio giro vita. Detto questo,  mi contraddico prontamente, perché, a dispetto di quanto appena annunciato, sarò al via della seconda edizione della Dieci Miglia di Maria Luigia, alla quale mi sono iscritto durante il mio "esilio distorsionistico", nella speranza che la conferma di iscrizione e la prospettiva di un pettorale, avessero un effetto taumaturgico. Funzionerà o no?
Ai post(eri) l'ardua sentenza, per ora, buone corse!

lunedì 2 febbraio 2015

Corsi e ricorsi.

FotoLuigi (127)State tranquilli, non terrò un seminario su Gianbattista Vico, non ne sarei all'altezza,  rischierei di far la fine di quel sedicente latinista di mia conoscenza, che, invitato scherzosamente a tradurre un lorem ipsum, cadde in uno stato catatonico degno di “Risvegli”, dal quale non  si è ancora ripreso. Nessuna disanima de la “Scienza nuova” quindi, bensì un molto più banale utilizzo del passato remoto, più alla portata dei miei studi,  per riepilogare la situazione, congelata, almeno sul blog, da diverso tempo.

Corsi e ricorsi ma  dovetti fermarmi, ripetutamente. Questo è il senso del titolo.
Da quel post del 5 Agosto, nel quale annunciavo il problema al ginocchio, è stato tutto un susseguirsi di frenetici tentativi di ripresa, puntualmente bloccati dal solito sinistro cigolio. Avessi avuto più pazienza, probabilmente si sarebbe risolto tutto prima, ma la lunga astinenza, mi portava a ripetuti tentativi che non facevano altro che posporre una vera ripresa. Poi finalmente mi rassegnai a seguire quella che per un podista è la terapia più costosa e dolorosa: un sano ed effettivo ri-po-so!
Ed eccomi quindi arrivare a metà dicembre con una timida ripresa confortata dall'assenza di dolori molesti,  i  grandi programmi 2015, di cui chiaramente non ho mai parlato, ormai sono svaniti, però il solo fatto di poter correre liberamente è già un gran successo, la terapia 12K,  in breve dà i suoi frutti:  smetto di trascinarmi ed inizio ad arrancare, per poi riappropriarmi di una parvenza di corsa. Le uscite si susseguono, i chilometri crescono,  e l'appuntamento per la prima di campionato, in quel di Vicofertile, sembra ormai cosa fatta.
Ma la fortuna podistica che mi contraddistingue ultimamente, aveva in serbo per me un simpatico regalo per l'anno nuovo. Mentre mi accingo ad accompagnare l'adepta sulla linea di partenza del Cross Country di Gramignazzo, gara alla quale avevo deciso saggiamente di non partecipare, per evitare sollecitazioni anomale , una innocente storta da pantofolaio domenicale, si trasforma in un'odissea.
A tarda sera scopro che l'indifferenza non paga: caviglia gonfia ,  dolore in aumento, e difficoltà persino a camminare.
Memore delle ultime peripezie, mi rivolgo immediatamente ad un luminare delle resurrezioni articolari, che tra un'Amatriciana e una creme brulèe mi prescrive immediato riposo ed una serie di trattamenti sciamanici tra i più efficaci, a cui, ligio, mi sottopongo, ivi compresa una fasciatura degna di Christian Grey. Quindici giorni di sofferenza, e torno a calpestare asfalto, striscio lentamente per i viali di Parma alla ricerca di una pseudo condizione che sia quantomeno accettabile, anche se il termine "ricerca", lo so non è il più adatto, sarebbe meglio parlare di percorso, perché il punto di arrivo è ben noto, ma la strada è lunga, molto lunga, ma non serve lamentarsi della distanza, l'unico modo per ridurla, è correre, correre e ancora correre, ed è quello che sto facendo, deliziandomi, per ora, dei successi altrui.
Buone corse!