martedì 28 febbraio 2017

20a Verdi Marathon: Va' pensiero! (le gambe seguiranno)

"Sinceramente: uscito facile o no questo time? (anche se una 42 non è mai facile)"
La domanda arrivava dal mitico ultra centista Mauro mentre imbastivo la trama del post terraverdiano, portandomi a riorganizzare pensieri e parole. La mia risposta, che potrebbe sembrare scontata e banale a chi non ha sufficiente confidenza con la Lady è stata: 
"La Maratona non mente mai, rispecchia esattamente il mio stato attuale"
Dicembre 2016, Reggio Emilia, 3:38:33,  Febbraio 2017, Terre Verdiane, 3:28:56, non è per ansia cronometrica che pubblico questi numeri, ma per far capire che il tempo di Reggio in realtà era scaturito da una serie di eventi negativi precedenti alla gara,  mentre quello di ieri non è che il frutto dei lavori in corso, svolti senza interruzioni degne di nota, per riportarmi ad un livello di forma rispettoso e necessario per gli obiettivi dichiarati, e posso affermare senza timore di avere ancora ampi margini di miglioramento.
Detto questo voglio distaccarmi  dai numeri per parlare della bellissima domenica
appena trascorsa a scorrazzare per la Bassa.
E' un periodo di "turni acrobatici", la stanchezza lavorativa incombe e mal si accorda con l'abitudine di presentarmi al via delle competizioni in tempo per "montare il gonfiabile insieme agli organizzatori". Per guadagnare in  serenità e riposo opto per la soluzione ferroviaria, in grado di soddisfare nell'occasione sia le mie esigenze di rapidità che di quiete. Quindi cullato  dalla musica a palla del mio lettore mp3,  come da antica consuetudine, e dal movimento del vagone, mi ritrovo in men che non si dica a sbarcare in terra salsobromoiodica, dopo un fugace incubo dovuto al timore di un tardivo risveglio tra i binari di Milano Centrale.
A dispetto della tradizione il meteo regala delle condizioni da primato: cielo azzurro, umidità ai minimi storici,  temperatura ibernante ma un sole che promette un rapido disgelo. Un'inaspettato incontro con Marco, trailer "inarrivabile" e Marcella anche lei Trailer ma con il vizio della Maratona, una breve chiacchierata e ad un'ora dal via ho già espletato tutte le formalità prendendo possesso sia del pettorale 611 che del pacco gara contenente oltre alla bella maglia ricordo, tra le cose, una inquietante lattina contenente un liquido denominato "Hugo all'italiana".
Vestito di tutto punto mi diverto ad osservare  il brulicante  e sempre più rumoroso formicaio di podisti dall'arrivo tardivo che si affannano tra cremine, pettorali, bagni e cerotti.
Indossata la mia splendida casacca usa e getta, posso finalmente dirigermi verso la partenza con una leggera corsetta, in modo da non partire a strappo, consegnare la sacca e posizionarmi in griglia.
Bang, partenza rilassata senza farmi trascinare da chi crede che in discesa si corra gratis come in bicicletta, il solito slalom per evitare di calpestare i soliti crono mendaci "Paolini" della start line, poi mi attesto sul mio passo, l'obiettivo è riattraversare la stargate delle tre ore e trenta, le gambe sembrano approvare, il respiro anche, la testa c'è, prendo posizione qualche metro davanti ai pacer e dalle voci mi accorgo di guadagnare impercettibilmente terreno, il passo è leggero e il fiato accordato, il passaggio a Fidenza arriva presto, l'acciottolato malefico per fortuna dura poco, si ritorna nella pace dei campi con il sole che inizia a farsi sentire e migliora ancor più le sensazioni, unico inconveniente la necessità di una sosta tecnica di cui non posterò il crono, ma ritengo da personal best, Fontanellato è già dietro l'angolo, un veloce scambio di battute con un Fulmineo, al quale affido i saluti al mitico Bress in lotta con il suo PB sulla mezza, e si devia per Soragna.
Grazie a Stefano Morselli di Podisti.Net
Come d'abitudine ho bevuto sin dal primo ristoro e adesso che si viaggia verso il trentesimo non avverto necessità di alcun reintegro supplementare, redigo mentalmente un rapido bilancio energetico che risulta positivo, e sento il sorriso dipingersi sul volto a dissipare l'espressione della fatica. Dopo la breve sosta tecnica ero stato sorpassato dai pacer delle tre ore e trenta, vedevo i palloncini in lontananza ma la cosa non mi ha scoraggiato,  ora con pazienza e costanza li ho riagguantati poco prima del traguardo di Soragna, dal gruppo, l'amico Matteo mi invita ad andar piano, ma oggi il metronomo maratoneta che è in me si è risvegliato e non ha alcun dubbio sul ritmo da tenere. Sino alla fine.
Ancora dodici chilometri e qualche durissimo spicciolo da percorrere, leggeri cedimenti sempre accompagnati da una pronta ripresa, non si molla, so di avere tutto ciò che serve, c'è il tempo ed il fiato anche per una una chiacchierata con un compagno di viaggio che prepara la 50K di Seregno e poi è festa, si è vero la fatica non ammette distrazioni mentali ma ormai siamo alle porte di Busseto, un rapido passaggio tra le vie del centro ed eccomi sotto il gonfiabile con al collo la medaglia. Un rapido ristoro e poi giù nel prato a crogiolarmi al sole e ripercorrere il bel viaggio appena concluso, mentre dalla nebbia endorfinica iniziano ad apparire visi noti, gli Ultra Francesca&Marcello, il mitico Andrea, il Fanfo e quella ragazza di cui mi chiedevo "ma dove l'ho già vista?", e poi Antonio Margiotta ultraplurimaratoneta, anche lui in ripresa dopo vari problemi, oggi a far da pacer alla sua compagna Milena, portandola ad un ottimo risultato (o viceversa?)
Ma ormai è tempo di scappare, altri improrogabili impegni mi attendono, c'è giusto il tempo di salutare il mitico Presidente Fulmineo, the Fabulous Team mi attende per osannarmi (della serie "millantare momenti di gloria senza averne titolo").
Come già detto, aldilà della piena  soddisfazione personale, la giornata di oggi è stata fantastica per il gran numero di amici incontrati, molti dei quali, come me,  in ripresa dopo lunghe soste a causa di  infortuni o altri problemi, buone a corse a noi, a chi ancora deve riprendere, a chi ancora deve iniziare, ed anche a chi non ha mai smesso!

domenica 5 febbraio 2017

Programmando il 2017

La bradiposità che ultimamente mi contraddistingue nella corsa, ha contaminato anche i settori limitrofi, così eccomi  nel giorno della prima di campionato su strada in quel di Vicofertile, a parlare di programmazione per l'anno in corso, programmazione che sicuramente  i tapascioni ortodossi giudicheranno fallimentare già  in partenza, dato il tempismo.
Ai post l'ardua sentenza, se avrete la pazienza di leggerli, intanto torniamo al titolo di oggi.
L'obiettivo principe di quest'anno non poteva che essere l'andarmi a prendere quel Passatore sfumato ai piedi del Passo della Colla, un ritiro che se da un lato ho accettato serenamente, cercando di comprenderne le cause, dall'altro  duole perché per la prima volta nella mia carriera tapascio-agonistica non ho portato a termine un qualcosa per cui avevo lavorato sodo, ma evidentemente invano e male, poiché i ritiri non avvengono mai per caso.
Quest'anno ho deciso di seguire la "tradizione" iscrivendomi alle due classiche d'avvicinamento: la Maratona del Lamone e la 50 chilometri di Romagna,  che insieme al Passatore costituiscono il noto Trittico.
Nel frattempo chiaramente non potrò restare con i piedi in mano: ogni anno di grazia podistica a mio parere deve passare per la Lady 42K, ragion per cui  dopo un preludio di preparazione  che servirà principalmente ad eliminare buona parte delle zavorre mentali e lipidiche dovute ai ripetuti stop&go,  ci sarà il primo "incontro in casa", alla Maratona delle Terre Verdiane, seguita dalla  Brescia Art Marathon, passando per qualche garetta del campionato provinciale, giusto per sgasare un po', il tutto contornato da svariati chilometri in solitaria, necessari per mettere fieno in cascina sia a livello muscolare che mentale, per cui potrei affermare che sino al fatidico week end di fine maggio sarò abbastanza impegnato.
Portata a termine, spero felicemente, questa prima parte della stagione,  potrò alleggerire il carico per poi iniziare la preparazione necessaria a "godermi" l'eredità del 2016, costituita da tre gare alle quali pur essendo iscritto non ho potuto partecipare:
  • l'Ecomaratona del Ventasso, a luglio, una gara mitica, fu il mio battesimo trail, corsa svariate altre  volte, sempre con lo stesso entusiasmo ;
  • la Maratona di Parma, ad Ottobre, da correre assolutamente perché qui a Parma "nacqui" come Maratoneta, anche se su un tracciato diverso, e da anni sognavo di ripercorrere una Maratona in quella che ormai è la mia città;
  • Il Trail del Golfo dei Poeti, a settembre, mi vide partecipare alla prima edizione, da allora ha subito qualche modifica nel tracciato, ma il calore, l'accoglienza, la passione degli "Arcigni" sono immutate, come ho potuto constatare nel 2015.
A quest'asse ereditario del defunto 2016 si aggiunge la Maratona di Venezia, da correre la settimana successiva a quella di Parma, un'iscrizione piovutami addosso quasi a costo zero grazie al black friday e che sarà una sorta di pellegrinaggio nei luoghi della memoria, ma senza alcuna malinconia.
Sin qui date, distanze, propositi più o meno bellicosi, ma la vera novità è che salvo infauste sopravvenienze, tutto sembra filare finalmente liscio e quindi sono "pericolosamente nelle mie mani" e questo esula dal programma in senso stretto. La vera ambizione infatti sarebbe quella di perseguire una continuità che mi permetta di tornare a faticare e divertirmi soprattutto in ambito extrabituminoso, ma tentativi effettuati sino ad ora, seppur in maniera molto soft, hanno sempre portato alla luce sintomi di cedimento strutturale che ho preferito subito seppellire sotto una bella corsa su terreno "certo"
Spero in numerose varianti in corso d'opera, sempre orientate al miglioramento della stagione, e non a rimediare ad errori di progettazione, per adesso continuerò  ad usurare scarpe e piste ciclabili sul mio cricetodromo cittadino, in attesa di raccogliere qualche buon frutto delle mie fatiche.
Buone corse!

venerdì 30 dicembre 2016

Pagina Facebook fuori uso, ed altre quisquilie.

Mentre l'anno va a concludersi, qualche nerd, magari attempato,  ha cercato di appropriarsi della pagina obbligandomi  per prudenza a farla bloccare. Ora dovrò aspettare qualche giorno prima di riprenderne possesso e penso che a questo punto se ne parlerà nel 2017.   


Approfitto dell'occasione per augurarvi buon anno nuovo. Non mi sento di fare bilanci perché dovrei scrivere delle troppe cose che non sono andate come avrei voluto, ma questo già si sa, quindi a che pro rimuginare? Metto tutta questa esperienza nel calderone dei programmi per il 2017, che, vi preannuncio, sarà bello corposo, perché "quando c'è la salute" tutto il resto è noia, e l'antidoto principe contro la noia, voi sapete qual è. Seguirà, a breve post più dettagliato, ora scappo via a correre, perché i programmi ambiziosi richiedono dedizione, e se nella vita si vuole fare altro, oltre che correre, bisogna essere dei maestri intarsiatori di tempo.
Buon anno nuovo, buona vita, buone corse!

Quasi tutti i runner hanno avuto scheletri in adiposi armadi!