mercoledì 1 marzo 2023

Corsa del Principe e programmi. (Per la terza età)

Il pettorale è come la coperta di Linus, in questi anni si è un po' ristretta per i troppi lavaggi, ma all'occasione dà quell'aiuto, quella spinta in più che manca nelle uscite quotidiane e soprattutto è una valida alternativa quando hai un lungo programmato da consumare tra ciclabili urbane e bucoliche periferie; ecco svelato  l'unico motivo per l'iscrizione alla Corsa del Principe.

Questa era almeno l'intenzione, rivelatasi poi  un pio desiderio.
A parte la condizione, mister meteo ha deciso di comportarsi da simpatico burlone e regalarci dopo settimane di siccità e temperature simil caraibiche  una di quelle giornate da raccontare ai posteri, non davanti al caminetto, ma avvolti nelle coperte termiche. Pioggia battente, vento teso e gelido, temperatura di poco superiore allo zero, insomma le condizioni peggiori nelle quali si possa correre, per fortuna all'avvicinarsi dell'ora di partenza almeno la pioggia è calata d'intensità pur con la promessa, mantenuta,  di accompagnarci per tutto il percorso.
Da inguaribile minimalista dell'abbigliamento mi son dovuto piegare agli eventi e per la prima volta ho utilizzato uno smanicato antipioggia che giaceva nell'armadio da anni, mai utilizzato, e devo ammettere che è stata la mia salvezza, lungo il percorso ho contato diversi ottimisti avvolti nei teli termici, con il fuoco agonistico spento ingloriosamente da Eolo, ma veniamo a me.
Quando corri da qualche annetto e sei un podista realista non hai bisogno di grandi test per conoscere il tuo reale  stato di forma, basta la classica uscita al parco per valutare da battiti e fiato, senza ausilio di sofisticati strumenti il tuo posizionamento nella scala  tapascionica che notoriamente   ha come zero gli esordi e come fondo scala l'impresa dal crono memorabile, (ovviamente solo per l'interessato) spesso realizzata anni addietro; una forbice abbastanza larga nel quale spaziare gioiosamente come in un "Aero gravity".
Attualmente viaggio nel primo terzo di detta scala, per motivi di cui è inutile riparlare, sono partito calmo e tranquillo con il solo intento di portare a termine la distanza e ci sono riuscito anche aldilà delle mie aspettative, almeno muscolarmente, mentre a livello di frequenza cardiaca c'è ancora da lavorare tantissimo, con serenità, considerato che visita e accertamenti hanno escluso qualsiasi causa patologica.
La gara, che ormai conosco bene (negli anni ho corso tutte le opzioni disponibili, tranne la 10K)   si è rilevata la solita certezza, a dispetto della difficoltà che comporta la gestione di un percorso in linea  e in questo caso addirittura con quattro  traguardi in quattro località diverse, servizio di trasporto bagagli, navette verso le partenze e per il ritorno nel post gara, tutto perfetto per quanto mi riguarda.
Un plauso particolare va a chi ha passato la mattinata ad aspettare il nostro passaggio, soprattutto quelli posizionati in tratti deserti ed esposti alle intemperie, e menzione d'onore per coloro la cui presenza era  dovuta per regolamento, a dispetto del meteo, ovvero gli addetti agli spugnaggi, che al limite avrebbero dovuto  distribuire pelli di daino, in tale occasione.
Aldilà di tutto è un altro tassello che va ad aggiungersi ai passi necessari per ritornare in una forma decente, un test Maratona è già programmato per aprile, quasi doveroso vista la cortesia degli organizzatori della Maratona del Lamone che mi hanno "congelato" per lungo tempo una vecchia iscrizione, mentre, proprio nella mattinata di oggi ho, forse incoscientemente, accettato "un'offerta che non si poteva rifiutare" che mi costringerà, non a breve,  a tornar tra boschi e valli d'or, ma di questo parlerò più avanti.
Buone corse e copritevi bene! (quando necessario)

domenica 1 gennaio 2023

L'uomo che sussurrava alla corsa.

Vado a correre! Una frase che quando iniziai la mia avventura sulle strade e sul blog poteva suscitare ammirazione o almeno curiosità, ultimamente  rischia di essere apostrofata con un romanissimo "sticazzi" a causa della  prolungata sovraesposizione mediatica che ha colpito sorella corsa unitamente alla cugina, sora resilienza, e devo dire che durante questa lunga pausa mi sono ritrovato anch'io a pensarlo più volte.
Invece rieccomi dopo un anno continuo di falcate silenziose, è passato tantissimo tempo dall'ultimo post, restano i pessimi ricordi ormai annebbiati e quelli più vividi di una faticosissima ripresa con fisico e mente fiaccati da una lunga inattività protrattasi anche a causa di un esagerato carico chilometrico seguito alla "riapertura dei cancelli", carico che mi omaggiò di una fantastica e persistente fascite, scacciata a suon di riposo ad oltranza.
Mai faticato tanto,  neanche agli esordi, i ricordi di una "forma che fu" sono una pessima compagnia quando ti scontri con una arrancante realtà, ma poi si impara a lasciare l'ego rinchiuso tra le vecchie tracce Garmin e andare incontro alla strada senza grandi aspettative.
Il ritrovare Claudio, altra meteora alla deriva come me ha poi facilitato il compito: uscire in compagnia tra incoraggiamenti e bonari insulti, derive cardiache da schiappe ed  infauste previsioni ha permesso di riprendere una forma forse più smagliata che smagliante, ma pur sempre un'ottima base per poter programmare qualcosa a lungo termine.
Un lungo lavoro di riappacificazione, una strada illuminata anche dai risultati di amici ed amiche che nel frattempo avevano ripreso a pieno ritmo con immutato entusiasmo, giusto qualche esempio, non farò nomi ma si parla di una con un PB da urlo ed una vittoria in una Maratona che era una vera e propria resa dei conti, l'altro con un tempo sulla Lady veramente inarrivabile e poi, "last but not least" (in onore a messer Sangiuliano) la mitica acciaccata che tra un dolore e l'altro continua a inerpicarsi su sentieri e podi, ma anche di chi, fuori dai clamori numerati e numerabili, semplicemente festeggiava un risultato altrettanto importante, forse il più importante.

E io? Dove mi trovo ora esattamente?
Semplicemente mi godo lo spettacolo traendone energia, ho ritrovato il gusto della corsa fine a se stessa, ma senza dimenticare il grande amore per Lady42K che  sono riuscito a riabbracciare in quel di Parma dopo qualche gara "di rincorsa" , terminandola con la sicurezza di aver dato il massimo e di averla preparata con il  rispetto e la dedizione che merita. Il miglior modo per celebrare la forma quasi ritrovata. E per il futuro? Intanto mi dedico a risalire la china dopo che il Covid post maratona (che fortuna) mi ha fatto retrocedere alla condizione di  mesi addietro, poi si vedrà. 
Correrò qualche gara all'anno, ma sicuramente non tornerò a certi numeri, spero invece di riuscire a rinverdire questo spazio dove i numeri sono apparsi raramente e sempre  in posizione defilata, perfettamente in linea con  quello che è sempre stato il mio modo di intendere la corsa, da qui il titolo del post ispirato ad un film che i meno anziani non avranno neanche sentito nominare.
L'unico dubbio è: ci sarà ancora qualcuno a leggere tra queste righe? Spero di sì, ed in tal caso chiedo scusa per la lunga assenza, per la logorrea dilagante,  la pessima impaginazione da smartphone e per l'orario inopportuno. 
Pubblicazione programmata per il brindisi di capodanno.
Buon anno e buone corse!

lunedì 4 maggio 2020

I Coronauti.

Addì 3 Maggio 2020
"La mascherinaaaaaaaa!" L'urlo arriva imperioso dalla mia sinistra. Con la coda dell'occhio ne scorgo l'autore, sicuramente un affermato virologo condominiale con una certa propensione ai discorsi da terrazza. Proseguo indifferente nella mia attività extra domiciliare lungo il mio percorso simil-infinito, al momento perfettamente deserto: un perfetto otto con origine presso la mia stazione, con due circuiti opposti ed identici, questo mi permette di non superare la lunghezza del cavo di vincolo stabilita dall'autorità suprema, anche se la possibilità che si ingarbugli con quello di altri coronauti è tutt'altro che remota. I pericoli di queste escursioni extra domiciliari, più che dal contagio, sono costituiti da queste meteore dittatoriali proiettate nello spazio da piccoli Paul Pot in pectore dall'età e dall'ignoranza trasversale e devo constatare che in questi ultimi giorni si sono ulteriormente incattiviti. Facile capire perché: da domani molte restrizioni cadranno, e con queste molti dei poteri di delazione fine a sé stessa.

Del come siamo arrivati a questo punto lo sappiamo tutti, ma aldilà dell'opportunità ed efficacia di certi provvedimenti è stato il clima che si era creato a spingermi fuori dall'orgia di invettive, piagnistei e cattiveria crescente, provenienti da entrambi gli schieramenti, non si può considerare il  podista l'untore per antonomasia, ma non si può nemmeno equiparare alla morte il divieto di correre.

E' finita? No. Ma da domani l'autorità suprema ci concederà di tornare a correre sulla terra con limitazioni ragionevoli e questo a me basta. Nutro poca fiducia nella ripresa delle gare a breve, e sinceramente mi importa poco, ho passato anni a correre in solitaria prima della scoperta del tapascionico agonismo, riappropriarmi di quelle sensazioni sarebbe già un bellissimo risultato, anche perché la prospettiva di partecipare a manifestazioni organizzate secondo gli ultimi ipotetici dettami della Fidal, quali partenze in stile crono, con conseguenti file chilometriche, consegna pettorali per corrispondenza, ristori sigillati, allontanamento rapido dai luoghi dell'evento dopo il traguardo, doppie transenne, non mi attira per niente.
Non metto assolutamente in dubbio che queste precauzioni siano necessarie, ciò che non ritengo necessario, è partecipare a delle gare in un momento di incertezza come quello attuale.
Le gare aldilà delle medaglie sono eventi sociali, sono fatte di viaggi, di condivisione, di incontri, di amicizie nate sul terreno comune della fatica, di amici ritrovati, momenti che ritorneranno, ne sono sicuro, ma per ora mi sento molto più tranquillo con un semplice "vado a correre"