Dicono sia uno dei check point da cui bisogna transitare in vista del Passatore, indipendentemente da questo è una gran bella gara, se poi a dispetto delle catastrofiche previsioni il meteo regala un sole da rettili, ma con un bel vento a spazzar via sudore e fatica, ecco servita la giornata perfetta.
Seconda partecipazione, torno qui per una delle ultime lezioni di recupero in attesa di presentarmi da ripetente al cospetto di Messer Pelloni, ma prima di entrare nel vivo della giornata mi voglio ricollegare al post scritto qualche mese fa, in occasione della Maratona delle Terre Verdiane, quando a fine gara pensai "aldilà della piena soddisfazione personale, la giornata di oggi è stata fantastica per il gran numero di amici incontrati, molti dei quali, come me, in ripresa dopo lunghe soste a causa di infortuni o altri problemi, buone a corse a noi!" , era l'inizio dell'anno, e questo 2017 per fortuna prosegue così, passo la domenica precedente la gara a gustarmi i grandi risultati di diversi amici impegnati in altri luoghi e altre distanze in giro per l'italia, e non solo, sarebbe lungo citarli tutti, d'altronde mi sono già complimentato con loro, però il ritorno della "Mokina" alla Maratona, con una "facilità" figlia del grande rispetto per la distanza, merita una menzione a parte, bravissima Monica, e grazie per esserti carinamente unita al "fan club", accompagnata dalla splendida Missy.
Ennesima prova al termine di una settimana non di scarico, a partire dalla precedente domenica con i suoi quarantaquattro chilometri di collinare interrotti dal buio e dalla grandine, per poi proseguire a ritmo serrato anche nel buen retiro pre gara, stanchezza in aumento, accompagnata da buone sensazioni.
Arrivo con largo anticipo a Castel Bolognese, anche qui , come alla Maratona del Lamone è record di iscritti ma l'organizzazione collaudata mi permette in pochi minuti di adempiere a tutte le formalità, c'è giusto il tempo di salutare vari amici presenti al via, un breve riscaldamento e ben presto lo sparo ci proietta nella nostra dimensione parallela. Partenza impacciata, serve più tempo del solito affinché il gruppo si sgrani, un giro nella periferia del paese, una breve passerella in centro e qui inizia la gara. Inutile negarlo, sono qui per migliorarmi, e non di poco, in questo l'amico Daniele ha detto bene con il suo "lui lo sapeva", lo sapevo, sapevo di essere in condizioni migliori dello scorso anno, sapevo di voler iniziare a raccogliere qualcosa.
I primi chilometri scorrono serenamente, ho caricato la traccia 2016 ed impostato il GPS in modalità "gara", per i pochi non adepti spiego che si tratta di una funzione attraverso la quale la gara viene confrontata punto per punto con una registrata in precedenza evidenziando le differenze in positivo o negativo, ma lo sguardo corre più al paesaggio che al cronometro e l'attenzione è sul respiro e sul rumore dei passi, da sempre indice dell'efficienza energetica, la soglia della "distanza percepita" si sta innalzando sempre più grazie ai numerosi lunghissimi, per cui l'arrivo alla mezza sembra quasi prematuro, il tracciato per ora ci ha offerto lunghi "mangia e bevi" accompagnati da falsi piani, nelle discese rifiato cercando sempre leggerezza, più che velocità, tenendo a mente il consiglio di Mauro, ma a breve arriverà la parte divertente del tracciato, quella che l'anno scorso mi fece dannare l'anima. Si inizia con la salita a Casola, dove con sorpresa mi ritrovo a passare davanti all' uomo che "sussurrava ai crotali", imposto le ridotte: passo breve e respiro corto, al giro di boa controllo il crono scoprendo di avere un chilometro e quattrocento metri di vantaggio sul mio anziano concorrente del 2016. anche quest'anno per motivi logistici i collinari non hanno certo avuto parte preponderante negli allenamenti, però la partecipazione a diverse gare movimentate dal punto di vista altimetrico sta pagando, inizia la vera salita, i passi si fanno più corti, i muscoli urlano come non li sentivo da tempo, ma l'asfalto rimanda suoni ben ritmati, il camminare oggi non è nello spartito di gara, a bordo strada sempre più numerosi i podisti con l'hazard inserito, intorno al trentesimo chilometro arriva il punto più alto del tracciato, neanche l'ombra di un crampo, pronto per il cambio passo verso il fondo valle, l'aver preservato i quadricipiti rende la discesa un divertimento, ma non posso dare tutto perché l'ultimo tratto pur non presentando grandi dislivelli è traditore, pronto ad allearsi con la stanchezza per cercare di rovinare la giornata agli incauti, ma oggi non sento di appartenere alla categoria, saluto la Lady che mi sorride al passaggio dei 42.195 e cerco di tenere il passo, qualche leggero cedimento, mai preoccupante e sempre recuperato immediatamente dopo, tra un auto insulto e l'altro mi porto ai meno cinque continuando a recuperare posizioni, penso alla sofferenza dello scorso anno e mi godo la condizione attuale, arriva il cartello di località, siamo rientrati in paese, il groviglio di viali sembra non finire, poi un'ultima curva ed ecco che appare il gonfiabile, sembra lontanissimo ma riesco a raggiungerlo con una bella progressione tra gli applausi del pubblico ancora numeroso, e qualche presenza inaspettata, medaglia al collo ed un sorriso botulinico dopo aver visto il quattro e diciannove finale, mentre l'ultima, e ribadisco ultima goccia di energia disponibile la uso per sdraiarmi al sole regalandomi qualche minuto di estasi endorfinica. Il resto è gioia, stupore, amici, (anche a quattro zampe), sorrisi, abbracci, belle chiacchiere, in pratica tutto ciò per cui si corre...e lavori ancora in corso!
Buone corse!
Buone corse!