Breve report sullo stato di avanzamento dei lavori Pellonici, il titolo è suggerito dalle endorfine durante i quarantaquattro chilometri corsi finalmente in un contesto collinare come disperatamente richiesto sia dalla tabella di avvicinamento al Passatore che dalle gambe affamate di dislivello.
La giornata è ben organizzata ma il meteo non collabora, ostinandosi a minacciare precipitazioni, rompo gli indugi inserendo nell'unica tasca del cinturone portaborracce la giacca impermeabile, quaranta chilometri in umido in solitaria non sono una bella prospettiva. Partenza fissata in corrispondenza del ponte sull'Enza, liquido confine tra Parma e Reggio, la destinazione ancora sconosciuta, da decidere a naso in base al dislivello, prima tappa Quattro Castella, da lì un bivio: il classico tour verso Vezzano sul Crostolo o una gita verso Canossa, percorsi entrambi allenanti. Opto per la seconda. La distanza programmata è di poco superiore alla Maratona e le gambe fresche nonostante gli ottanta chilometri settimanali, cercano di prendere un passo più veloce di quello stabilito. La sensazione piacevole, che non provavo da tempo, è quella della soglia della distanza limite che si sposta sempre più avanti, il macinare chilometri senza pensare a quando finiranno, ma piuttosto al godermi le sensazioni, misurare l'efficienza del gesto, minimizzando la spesa energetica e concentrandomi sul rumore dei passi e sul respiro. E' da qualche tempo ormai che riesco a far lunghi senza il fido lettore MP3 e questo è un ottimo segno. Chi mi conosce sa bene che non ho mai corso una gara ascoltando musica, e di quanto mi piaccia rinchiudermi in quella sfera fatta di silenzi e fatica senza alcuna interferenza. La musica mi ha accompagnato agli esordi, e in tutte le "riprese" di questi ultimi travagliati anni, insomma in tutte le occasioni in cui la mente doveva essere distratta dalle innegabili sensazioni spiacevoli che si provano quando l'inerzia atavica del corpo viene scossa dai nostri deliri di attività fisica per lui superflua. Al contrario, la musica a palla è oltremodo gradita nelle ore che precedono le gare, in quei momenti la playlist motivazionale distoglie il pensiero da tutte le brutture a cui la vita ci sottopone in quelle occasioni, non ultime le file per i bagni e le false dichiarazioni di invalidità latente da parte dei compagni di corsa.
La giornata è ben organizzata ma il meteo non collabora, ostinandosi a minacciare precipitazioni, rompo gli indugi inserendo nell'unica tasca del cinturone portaborracce la giacca impermeabile, quaranta chilometri in umido in solitaria non sono una bella prospettiva. Partenza fissata in corrispondenza del ponte sull'Enza, liquido confine tra Parma e Reggio, la destinazione ancora sconosciuta, da decidere a naso in base al dislivello, prima tappa Quattro Castella, da lì un bivio: il classico tour verso Vezzano sul Crostolo o una gita verso Canossa, percorsi entrambi allenanti. Opto per la seconda. La distanza programmata è di poco superiore alla Maratona e le gambe fresche nonostante gli ottanta chilometri settimanali, cercano di prendere un passo più veloce di quello stabilito. La sensazione piacevole, che non provavo da tempo, è quella della soglia della distanza limite che si sposta sempre più avanti, il macinare chilometri senza pensare a quando finiranno, ma piuttosto al godermi le sensazioni, misurare l'efficienza del gesto, minimizzando la spesa energetica e concentrandomi sul rumore dei passi e sul respiro. E' da qualche tempo ormai che riesco a far lunghi senza il fido lettore MP3 e questo è un ottimo segno. Chi mi conosce sa bene che non ho mai corso una gara ascoltando musica, e di quanto mi piaccia rinchiudermi in quella sfera fatta di silenzi e fatica senza alcuna interferenza. La musica mi ha accompagnato agli esordi, e in tutte le "riprese" di questi ultimi travagliati anni, insomma in tutte le occasioni in cui la mente doveva essere distratta dalle innegabili sensazioni spiacevoli che si provano quando l'inerzia atavica del corpo viene scossa dai nostri deliri di attività fisica per lui superflua. Al contrario, la musica a palla è oltremodo gradita nelle ore che precedono le gare, in quei momenti la playlist motivazionale distoglie il pensiero da tutte le brutture a cui la vita ci sottopone in quelle occasioni, non ultime le file per i bagni e le false dichiarazioni di invalidità latente da parte dei compagni di corsa.
Pensieri deliranti mentre i chilometri scorrono, il sole con alterne fortune riesce a ridare colore al paesaggio già pennellato di primavera, ho persino il piacere di condividere un tratto del viaggio con una coppia di caprioli che giocano in un campo, mi seguono per qualche centinaio di metri, poi la rupe con arroccato il castello ruba la mia attenzione, il passo si accorcia unitamente al respiro, iniziano i tornanti, che affronto con sorprendente regolarità, decido di regalarmi una bella salita sino all'ingresso del Castello di Rossena, un breve giro nel belvedere, poi giù direzione Canossa, serve ancora qualche chilometro per raggiungere il giro di boa, una comitiva di turisti mi osserva perplessa mentre a passo deciso riemergo dalla discesa nella quale mi ero tuffato poco prima. Ora restano da percorrere circa diciotto chilometri per arrivare al traguardo previsto in quel di Quattro Castella, scorrono fluidamente tra il vero sforzo appena concluso e l'analisi in atto, passo costante, affaticamento assolutamente proporzionato, nessun crampo, nessuna integrazione al di fuori delle due borracce al seguito, una di sola acqua, l'altra di acqua e sali, direi che posso ritenermi soddisfatto, anche se non sono neanche a metà del lavoro necessario, ma ancora pienamente nei tempi, e domenica si va a Russi, prima prova del "Trittico di Romagna", non so quanto sarò in grado di onorare la Lady poiché nella tabella di marcia l'ho inserita come allenamento, non prevedendo quindi una fase di scarico a ridosso dell'impegno, ma non sarò certo lì per risparmiarmi.
Buone corse!
Buone corse!
Bravo Filippo, quest'anno la faentina sarà il tuo palcoscenico! Stai lavorando sodo e bene
RispondiEliminaUn buon lavoro e uno splendido racconto, coinvolgente, vivo, esaltante. Buone corse Filippo e ci vediamo a Russi. Fatti riconoscere xke come al solito io sarò una frana
RispondiEliminaBuono. Quest'anno te li magni tutti
RispondiEliminaBuono. Quest'anno te li magni tutti
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