Ventisei Km più che abbondanti e 1350 metri di dislivello! Tre aggettivi come prologo: durissima, bellissima e spettacolare, formalmente è un pessimo modo per iniziare un racconto però non potevo proprio evitarlo.
Ma veniamo alla giornata di oggi, partenza al buio, direzione Calestano, provincia di Reggio Emilia per partecipare alla mia terza "
corsa in fuoristrada", ritiro pettorali dalle sei alle sette, partenza alle otto.
Espletate le formalità pregara (burocratiche e non) inizio la vestizione, la gara è in semi autosufficienza quindi l'organizzazione impone di partire con riserva idrica, barrette/integratori, telo termico, fischietto, cartina (fornita da loro) e scarpe da trail. Alle 7.30 vestito di tutto punto con tanto di gobba tecnica inizio il riscaldamento con una temperatura freddina ed un fastidioso venticello, ma so che più tardi farà senz'altro parecchio caldo... anche se la temperatura non salirà, quindi non cedo alla tentazione di coprirmi.
Ore otto, un giro in parata per le vie del paese con le sue case in pietra tipiche di questi luoghi ed il centro veramente ben curato, il solito aperitivo di salite con in testa un runner locale che ci accompagna in questo tour per poi portarci fuori dal paese e lasciarci ai piedi della prima parte di percorso off road per tornare a dedicarsi all'organizzazione.
Un bel prato verde per iniziare, si sale con passo deciso, gambe fresche e qualche fotografo invitano ad andare più forte del dovuto, c'è molta strada da fare e poco da bluffare.
Il percorso mostra subito il suo vero volto, era già noto, ma un conto è vedere un profilo altimetrico, un altro è "leggerlo con le gambe" i primi iniziano a dileguarsi ma non troppo, mentre i più gasati iniziano a scoppiettare a bordo strada, arriviamo al paesino di Ramiano, intorno al quinto chilometro dopo aver superato il primo strappo, un giro per il centro e poi di nuovo verso il verde, ad accoglierci non una salita ma una parete verticale di fango, le Trabuco cercano inutilmente di arpionarsi al terreno ed alla fine son costretto ad aiutarmi con le mani, per fortuna è breve, questo sarà il primo assaggio delle piogge di ieri!
Poco dopo una bella scena Fantozziana: mentre mi accingo a bere per la prima volta dal camel bag mi cade il tappo di protezione che inizia a rotolare giù per la discesa, quando finalmente lo raggiungo mi inchino per raccoglierlo e dal tubo inizia a scendere acqua tanto che visto il rumore di "scuotimento idrico" e la mia posizione una podista si ferma per controllare che non stessi male!
Intanto insieme ad altri 4-5 runner, tra cui la prima delle donne formiamo un gruppetto compatto con il quale ci alterneremo nelle posizioni praticamente sino al termine della gara.
Gli strappi si susseguono, durissimi, moltissimi tratti in single track con qualche tratto esposto interrotti da qualche discesa altrettanto dura.
Il fondo peggiore del percorso, ma tra i più divertenti nei commenti post gara, uno sterrato fangoso con una capacità adesiva pari al bostik e di peso specifico pari all'uranio: dopo alcune centinaia di metri viaggiavamo tutti con scarponi del peso nell'ordine dei due Kg!
La giornata è spettacolare, sole e cielo terso, quando il terreno lo permette (molto raramente) lo sguardo può spaziare verso i monti o ammirare i boschi nei quali ci inoltriamo tuffandoci a capofitto nei sentieri resi viscidi dalle piogge e dalle foglie e in uno di questi sentieri verso il 18° Km prenderò una bella caduta, fortunatamente senza conseguenze.
Al ventesimo chilometro è posto il "cancello" che divide il percorso della 50k da quello della 26, svolto deciso per la 26 in una delle discese peggiori di tutta la gara, roccia, pietre e terra argillosa, poi un pò di pace in un bel campo aperto coperto di erba che aiuta ad alleggerire le calzature, da adesso in poi solo discese ma non troppo impegnative, due attraversamenti di ruscelli con la classica passerella di pietre ma per evitare sconvenienti scivoloni decido di verificare se le Trabuco WR sono veramente tali ovvero water resistent e li guado di corsa.
Ormai si sente aria di traguardo, il gruppetto si sgrana accelero il passo, il fondo lo permette anche se presenta tratti che definire fangosi è poco, in uno di questi un runner procedeva cauto quasi avesse paura di imbrattarsi, probabilmente convinto di non subire sorpassi avendo impegnato l'unica cresta asciutta, sin quando non sono arrivato io che percorrendo il canale laterale colmo d'acqua e fango lo sverniciavo virtualmente ma lo verniciavo...praticamente, era sicuramente felice per me, la frase che ho udito in lontananza, in un dialetto sconosciuto, era sicuramente beneaugurante.
Un ultimo sforzo mentre il Garmin mi avvisa che i 26K son passati da un pezzo, intravedo le case di Calestano, le gambe sono ai limiti, non tanto per la distanza ma per gli sforzi dovuti al controllo in discesa, un ultima salita ripida ma con terreno solido, discesa, poi sbuco dal bosco e mi ritrovo davanti al gonfiabile, è finita!
Tempo 3:15:02 posizione probabile tra 12° e 15° in attesa della classifica ufficiale, 6° di categoria over 40, la più numerosa).
Felicissimo, sia della gara che del risultato, dentro il rifugio degli alpini ci attende un bel ristoro, piano piano si ricostituisce il gruppetto, ci complimentiamo a vicenda, Alessandra, unica donna nonostante un errore di percorso (il mio incubo, dopo il Ventasso), riesce a conservare la sua prima posizione.
Tra salumi parmigiano, dolci e bibite varie si ride e si scherza, la fatica è già dimenticata, metabolizzata e trasformata in adrenalina da utilizzare per le prossime gare, qualche scatto per immortalare questi momenti e poi fuori sdraiati sull'erba sotto un bel sole a ritemprarci prima di una bella doccia.
Prossimamente la classifica ufficiale e le foto!