Ultimo atto di questa bellissima trasferta : le premiazioni nella bella piazzetta di Morgex, dove la nostra compagna di squadra Kino-Lara sale sul gradino più alto del podio della 57K , un piacere poter partecipare e condividere certi momenti ai quali penso non ci si possa mai abituare. Un bel successo, uno tra i tanti bellissimi successi di questi giorni passati al cospetto del Monte Bianco, tanti esordi assoluti su distanze maggiori, conclusi con il sorriso sulle labbra, molte conferme, qualche ritiro, qualche assenza eccellente, ma nessun malumore, questo è ciò che conta.
Eppure la giornata non era iniziata sotto i migliori auspici, pioggia battente che riprendeva più vigorosa ogni qualvolta che qualcuno osava dire “sta smettendo”, mille ipotesi riguardo l’abbigliamento per poi alla fine cedere come sempre alla mia tendenza “minimalista”, ma con lo zaino ben fornito di abbigliamento di ricambio, anche in esubero a quanto previsto nella dotazione obbligatoria, la lezione dell’Oasi Zegna Trail ha lasciato il segno.
Alle 9 in punto tocca a noi, i “colleghi” della 100K sono già in tour da sessanta minuti, siamo quasi cinquecento nel Corso di Morgex, mentre dagli altoparlanti viene sparata al massimo “pump it” dei Black Eyed Peas già colonna sonora del mio debutto tra i cieli, spero sia di buon auspicio. Il primo tratto si può definire una passeggiata tra carraie e centri abitati, lasciamo Morgex per Pré St Didier, ed infine Courmayer, una condotta un po’ dissennata per quanto riguarda il ritmo, ma a far troppo da bravi non si scoprono mai i limiti, dappertutto tantissimo tifo, servirà, perché subito dopo si inizia a far sul serio, l’assalto al Col Licony, è una tirata unica che ci porterà da quota 1220 a 2670 in nove Km scarsi, non c’è tregua, i muscoli urlano mentre ci arrampichiamo letteralmente sul terreno, dapprima sentieri che si inerpicano con strettissimi tornantini, poi terra gradonata e roccia, la pioggia serve giusto per non andare in ebollizione, e finalmente conquisto quella che è forse, anzi, lo è certamente, la mia prima vera salita di “Montagna”, bella lezione, ma portata comunque a casa. Poco tempo per le riflessioni, c’è da andar giù, di corsa, si riprende fiato, mentre il cielo dà qualche speranza per il resto della giornata, il vento squarcia le nuvole regalandoci un qualche drappo azzurro, oltre a rare anteprime dei monti intorno, sinora seminascosti. A far da colonna sonora a questa nostra “cavalcata” un bellissimo suono che ci accompagnerà in pratica per tutta la gara: il rumore dell’acqua che scende a valle, raramente calma, spesso impetuosa, un suono a volte impercettibile che si fa assordante in certi tratti corsi al suo fianco, decisamente più esaltante di qualsiasi playlist sparata da un mp3, che qualcuno si ostina ad usare rinunciando al meglio di queste gare.
La discesa intanto prosegue ripida, subisco i classici fisiologici sorpassi arrivando infine al ristoro di Planaval, non prima di godermi il tifo di Eugenio in gita-non belligerante; la piacevole sensazione di essere oltre metà gara, la meno piacevole visione del profilo altimetrico che ripropone la Punta Fetita. Si riprende a “scalare” ora il tempo ha virato decisamente al bello, e anche se sembra una fesseria, il vedere certi paesaggi aiuta davvero a sopportare la fatica di quest’ennesimo strappo, i colori prendono vigore affrancandosi dal grigiore della mattina, mentre i monti, pur non sorridendoci, ci osservano severi e compiaciuti compiere il nostro percorso, ore a risalire a fianco dei torrenti come strani salmoni terrestri, adesso è il vento il padrone di casa, raffiche forti che sul crinale rendono quasi difficile stare in piedi, un lungo sentiero su roccette, con alcuni tratti decisamente esposti ma non pericolosi, per godere delle bellezze del paesaggio è meglio fermarsi un attimo: mettere un piede in fallo sarebbe decisamente inopportuno, e non certo ai fini della classifica! La visione dei volontari rinchiusi nel bivacco elitrasportato, al termine del crinale, per proteggersi dalle raffiche, è il prologo alla lunga discesa che ci porterà al traguardo, diciassette chilometri di discesa tra roccia, radici, fondo sabbioso e terra, con qualche tratto corribile, il che chiarament e dal mio punto di vista, non da quello di coloro che mi sverniciano, nota positiva l’assoluta assenza di crampi e la relativa freschezza delle gambe, nonostante il recente Ventasso .
La fatica si conclude su lunghe carraie e tratti di asfalto, per le vie c’è ancora gente a tifare, gli ultimi chilometri volano, e finalmente si rientra a Morgex, imbocco il sottopasso che mi riporterà al Corso dal quale siamo partiti qualche ora fa, due ali di folla accolgono i finisher, decisamente emozionante, mancava solo una bella bandiera, sette ore e 55’ per questa nuova avventura, 64° assoluto, mi butto a terra dopo il gonfiabile dove ritrovo i Kino Carlo&Davide, anche loro appena arrivati, battute e sfottò di rito per condividere in allegria questi momenti. Bellissima gara, paesaggi da favola ed una organizzazione impeccabile con una grande partecipazione da parte degli abitanti, in ogni angolo del percorso, anche in quello più sperduto, non è mai mancato il sostegno, sia a voce che con i tradizionali campanacci, per non parlare dei ristori, ora resta da godersi questi sensazioni, la gioia degli arrivi, una buona birra, e terzo tempo ad oltranza.
Buone corse!