mercoledì 11 luglio 2012

Ecomaratona del Ventasso 2012 – 4

2012-07-09 17.35.52Quattro, come  le mie partecipazioni, dal 2009 ad oggi, quattro come i mori di quella bandiera, che non è solo nostalgia, che mi aspettava nella curva prima di questo ennesimo fine viaggio, insieme ad uno specialissimo fans club, davanti al quale sono passato accecato dalle endorfine, senza neanche rendermi conto,  lanciato verso il gonfiabile, (hanno detto che “sorridevo e sembravo molto  felice” ),  guidato dalla ormai familiare voce di Menarini che annuncerà infatti il mio arrivo con un “ecco il numero 156 che si precipita, LETTERALMENTE, verso il traguardo”  ed era così in effetti, i  chilometri finali corsi in spinta, con buone  sensazioni, le posizioni recuperate nelle ultime salite, per poi buttarmi nella breve discesa asfaltata, con la mente impegnata in uno di quei rapidi ed efficacissimi defrag che solo queste occasioni rendono possibili. 

C’è chi parla di ripetitività, di noia, a far più volte le stesse gare, può esser vero in certi casi, ma non in questo, tornare qui  per me è un po’ come perdersi in certi sguardi dai quali non andresti mai via, è mettere le emozioni davanti a numeri e tabelle,  è partire dal  ritrovo in piazzetta dopo la levataccia che accomuna un po’ tutti, gli incontri, i saluti, niente che non avvenga anche in altri luoghi, per carità, ma qui per un giorno sembra la nostra piazza, di tutti noi, anche la semplice efficienza dell’organizzazione, senza tanti orpelli tecnologici, trasmette la sensazione che tutti ti conoscano e ti trattino come il vicino di casa, non come l’ospite pagante,  non trovo più vocaboli per descrivere  tutto ciò, per chi avesse tempo e voglia rimando ai vecchi post  delle edizioni 2009; 2010; 2011; e questo “trasversale” che ne è un compendio.

Ma veniamo all’edizione 2012, stavo per rinunciare vista l’imminenza del Trail Valdigne ma poi non ho saputo resistere, ed  eccomi ancora sulla linea di partenza, in compagnia di tanti amici  ed amiche presenti, ed anche di qualche assente che la percorrerà seguendo le orme delle mie parole. In bocca al lupo! Le frasi  di incoraggiamento si moltiplicano mentre partiamo per il giro di lancio di circa dieci chilometri, cerco di guadagnare una posizione comoda districandomi come posso dalla morsa dei quasi trecento partecipanti, oggi non voglio risparmiarmi, si tratta pur sempre di una 42K e la Lady merita dedizione. Due giri per i vicoli, l’affollatissimo curvone dove facciamo il pieno di applausi, e giù nel verde, rapidi saliscendi ci accompagnano al sentiero nervoso che  conduce a Cervarezza, tutto questo è solo il prologo, il riscaldamento, il passo è decisamente sostenuto, ma  c’è ancora fiato per ridere e scherzare quando mi ritrovo al fianco di Monica Casiraghi che, reduce da una gara di velocità su strada, corsa il sabato sera, ironizza sulle sue capacità di recupero decidendo di ritirarsi e godersi la giornata in relax,  proseguo con il gruppetto ormai consolidato  sino al rientro a Busana, il saluto degli abitanti e di tutto lo staff, con Rosi  e Vincenzo in prima fila, e via verso il vero viaggio, i gruppi si sgranano, inizia la meditazione dinamica mentre si affrontano le prime  fatiche, corriamo quasi sempre immersi nel verde, è presto, ma quando usciamo allo scoperto il sole ci fa subito capire le sue intenzioni per le ore a venire, una bella rinfrescata all’agriturismo trasformato per l’occasione in ristoro, con le bimbe che ti vengono incontro porgendo i bicchieri con acqua e sali, saluti, qualche parola e via verso una serie di mangia e bevi che sono solo un aperitivo del Tirone. Il passaggio per i ripidi vicoli di Nismozza sancisce l’inizio della parte più dura. Il tempo passa, ma anche i chilometri oggi scorrono fluidamente, un altro tuffo nel bosco, ora il sole è già alto ed il calore esalta i profumi  della terra umida e delle piante, chilometri in solitaria nei sentieri di terra morbida che portano sino al ponte sul Rondino, la magia  dell’acqua che scorre a valle carezzando i sassi candidi, il rumore dei passi ed il mio respiro che ora sono un tutt’uno, impossibile non pensare a quanto ci si possa estraniare e viver lontani da questo che per molti è solo  un ambiente da documentario da vedere in tv, non da vivere, e mentre iniziano gli strappi che mi porteranno a Santa Maria, punto finale del Tirone, sorrido pensando a come l’avvicinamento al trail possa stravolgere l’approccio “urbano” alla natura ed ai suoi fenomeni, con la pioggia vista dapprima come dannazione da dietro i vetri, che si trasforma in semplice acqua che scende dal cielo  ed in piacevole compagna di viaggio, i -17° del Trail di Santa Cristina  che pur impegnandosi  non sono riusciti a raffreddare l’entusiasmo, al solleone di Corniglio che ha sterminato la concorrenza accompagnandomi al sesto posto assoluto, insomma, un cambio d’atteggiamento che porta ad essere più vicini al Cantico delle Creature che al meteo del vacanziere, grazie, Sorella Corsa. Con questi pensieri ai limiti del delirio sbuco allo scoperto nel pratone che precede l’ultimo “vertical” prima della vetta  e mi rendo conto per la prima volta delle incredibili condizioni meteo di oggi, un cielo azzurrissimo che pare quasi un artificioso blue screen, tanto è libero da qualsiasi “impurità”, aria nitida, con lo sguardo che si può spingere fino all’orizzonte senza perdere alcun dettaglio, un vento teso che allevia, per quanto possibile, la fatica, ma non quanto gli amici che ci aspettano in vetta, acqua, Coca Cola, gel, risate mentre qualcuno si dedica ai sorpassi da pit stop. Riparto, inizia il bellissimo sentiero a mezzacosta, molto corribile nonostante il fondo pietroso non proprio stabile, una lunga cavalcata giù verso il Lago Calomone, applausi dagli allegri gitanti ed eccoci al cospetto della salita alla Croce, è il tratto più duro in assoluto, la terra gradonata evita qualche scivolata ma non rende l’ascesa più lieve, è il tratto più duro, ma non per questo una volta in vetta la gara può dirsi finita, un attimo di pausa per godere del paesaggio, giusto due dita d’acqua, per rispetto di chi l’ha portata sin qui e di chi verrà dopo, e via nel crinale, sembra di correre nel cielo, ma da questo momento in poi la mente è rivolta all’arrivo, cerco di scendere sciolto in modo da non perdere troppo tempo,  una provvidenziale bottiglia d’acqua che mi porterò sin quasi all’arrivo e via, non mollo un attimo, il Forestale che presidia un attraversamento stradale mi comunica: sei 55°, non male, però oggi non mi basta. Una delle belle caratteristiche di questa gara è il riguadagnare la quota di partenza non con discese mozzafiato, ma con ripetuti mangia e bevi che ti costringono “ad averne” sino alla fine, ed oggi ne ho, corro dove altri camminano, per poi lanciarmi in discesa, i luoghi familiari scorrono davanti agli occhi con sorprendente anticipo, il parco dove i soliti sadici gitanti inquinano l’aria con profumi di arrosto,  gli ultimi strappi e finalmente i sentieri già percorsi stamattina, e poi, avete già letto come è finita! L’appuntamento l’avevo fissato per le 13, ma pensavo che la partenza fosse alle otto, non alle otto e trenta, quindi in realtà sono puntualissimo, 4:52’ per un 36° posto a dir poco esaltante rispetto al 5:31 dell’anno scorso, i complimenti dei miei “Kino-padrini”  e poi a tavola per un piacevolissimo pranzo con contorno di chiacchiere e risate…e qualche buona birra, insieme al fantastico fans club di oggi, grazie, di tutto! Sto diventando un po’ logorroico, lo so, ma chi mi conosce sa che è un buon segno, buone corse!

All’edizione 2013 mancano…?

14 commenti:

  1. Casualmente mi sono imbattuto nel tuo racconto. Sono quello che ti ha preceduto per un "zic" in classifica. Complimenti per la bella prestazione e per il dettagliato racconto!
    P.s. I -17 di Santa Cristina me li sono goduti anch'io!
    Marco Stracciari

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    1. Grazie dei complimenti Marco...sono i Zic che fanno la differenza... ma non tanto da rovinare l'appetito al pasta party, buone corse!

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  2. logorroico si, forse un pochino :D ma nn saresti tu altrimenti :D
    trasmettevi la gioia scaturita dalle endorfine prodotte ;) Grande Filippo

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  3. Il trail non è corsa.... è una figata pazzesca!!!

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  4. Bravo Filippo. Ci vediamo a Valdigne - sono pronto a farmi tirare il collo!!!!

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  5. Grande Filippo
    doveva essere la mia 5° edizione, ma causa brutta frattura del piede non ero lì con voi.
    Comunque l'ho corsa assieme al tuo racconto...
    chi scende sotto le 5h al Ventasso è nell'olimpo! complimenti
    ciao
    Dario

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    1. Ciao Dario, mi dispiace, in effetti mi era parso strano il non trovarti al via, ti auguro di rimetterti presto!

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  6. All'edizione 2013 NON mancherò... spero! Grazie per avermi fatto vivere una maratona di nuovo attraverso le tue parole.
    Agnese

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