
Pagine
Il debutto, Marzo 2004... Clicca sul testo per leggere tutta la storia.
sabato 6 settembre 2025
Restauro? Rinascita? Rianimazione?

venerdì 18 maggio 2018
"Incensurato per caso"
Pur non essendo una vicenda paragonabile, dovrebbe far riflettere su quanto sia facile essere stritolati da certi meccanismi, se vi si rimane incastrati per un errore.
Sono le ventuno di un giorno di giugno, Carlo e Mauro, due bravi ragazzi, quarta superiore, camminano verso casa dopo una serata trascorsa con altri amici tra una camminata in Piazza e una sortita nei locali di quella che oggi sarebbe definita “movida”. E’ quasi estate, l’anno scolastico volge ormai al termine, siamo nei mitici anni ottanta, il look è quello di altre migliaia di ragazzi come loro, “501” scoloriti, camicia e giubbotto leggero, anche quello in jeans, forse anche le scarpe sono uguali. Il percorso costeggia il carcere cittadino, con le alte mura il cui camminamento è percorso regolarmente dalle guardie.
Mauro, angosciato, si trova in Questura, ammanettato, seduto in un angolo sotto lo sguardo fisso di un agente. I suoi tentativi di avere chiarimenti si sono scontrati contro il silenzio tombale e l’indifferenza di tutti, le uniche parole che gli vengono rivolte sono ai fini dell’identificazione, poi rilievo impronte, foto, camera di sicurezza, la disperazione si impadronisce di lui, non ha idea di che ora sia, pensa ai suoi genitori, a cosa avrà pensato Carlo non trovandolo e soprattutto non ha idea del perché si trovi lì. Non ha orologio né alcun riferimento, può solo rannicchiarsi sul parallelepipedo di cemento che funge da branda, e cercare di non impazzire.
Alle ventidue e trenta arriva una telefonata a casa di Carlo. Lui è già a letto, i genitori guardano la tv sul divano e sobbalzano preoccupati: squilli ad un'ora come quella non sono mai forieri di buone notizie. All'altro capo del filo, il padre di Mauro, che sino ad un attimo prima era arrabbiato più che preoccupato, (pensava, che il figlio fosse rimasto a cena dall'amico senza avvisare), piomba nell'angoscia. Carlo viene buttato giù dal letto, interrogato in maniera incalzante mentre anche lui, ignaro di tutto non sa cosa pensare.
Alle ventitré inoltrate, il telefono squilla a casa di Mauro. Una voce atona invita i genitori a presentarsi in questura dove il figlio si trova in stato di fermo per motivi che verranno spiegati in loco, consigliando loro di contattare un avvocato che possa assisterlo. Inutile descrivere lo stato d'animo diviso tra il senso di sollievo ed i più cupi interrogativi, chiamano all'istante un amico avvocato e si dirigono di corsa in Questura.
E' quasi l'una del mattino del nuovo giorno quando il giovane "malvivente" viene riconsegnato alla famiglia, in quanto minorenne, nel frattempo vengono finalmente resi noti i motivi che hanno portato a tale provvedimento: un'agente di polizia penitenziaria, in servizio la sera precedente sul camminamento che ho descritto in precedenza, notando dei giovani trafficare tra le auto parcheggiate, aveva avvisato i colleghi delle "Volanti" che recatisi sul posto avevano trovato diverse auto con i vetri infranti. Avuta la descrizione dei giovani ed iniziata a perlustrare la zona, avevano poi trovato Mauro, da solo "in atteggiamento sospetto", lo avevano fermato, ed era stato riconosciuto senza alcun dubbio dall'agente che nel frattempo aveva smontato dal servizio ed aveva partecipato insieme ai colleghi alle fasi del fermo, in qualità di testimone oculare.
Rilasciato, con il processo per direttissima fissato per la mattinata, di lì a poche ore, praticamente già condannato.
Ed è proprio durante il processo che la fortuna, quella vera, interviene a salvare il povero Mauro.
Interrogato, descrive tutta la serata, la camminata verso casa, e solo a quel punto gli torna in mente quel passaggio tra le auto in sosta, il particolare di quel portafogli ritrovato, particolare rimosso, nel caos degli eventi, sia da lui che dall'amico, presente per testimoniare. Viene richiesto di poterlo visionare, il padre di Carlo si precipita a casa per tornare poi in Pretura dove ne viene esaminato il contenuto: ci sono le banconote e la carta d'identità che viene mostrata ad uno degli agenti il quale riconosce il soggetto, un pluripregiudicato, che dopo un rapido controllo risulta essere stato arrestato in flagranza di reato qualche ora dopo Mauro, mentre rubava su alcune auto, ed è anch'egli in attesa di essere processato.
Il Pretore chiede che l'individuo sia portato in aula e qui il primo colpo di scena: corporatura uguale, taglio di capelli simile, abbigliamento identico.
Gli viene chiesto se avesse perso il portafogli, e lui ammette di averlo scoperto al momento dell'arresto, in seguito alla richiesta di documenti, ipotizzando tra l'ilarità generale, di averlo perso durante un lavoro precedente. Ammette che il "lavoro" precedente riguardava proprio le auto poste sul cammino di Carlo e Mauro, scagionando a questo punto il poveretto, mentre il "testimone oculare" non accenna neanche a chiedere scusa per il suo sconclusionato riconoscimento.
Tralascio ogni commento sulle modalità di gestione di tutta la vicenda, e di come il tutto sia stato fatto poi svanire come una bolla di sapone, con la vittima costretta ad accontentarsi del lieto fine e dell'essere divenuto un "incensurato per caso".
lunedì 9 dicembre 2013
Maratona di Reggio Emilia 2013: podista turista.
Oh! Finalmente un post di corsa, dirà qualcuno, invece no, ancora qui a tediare “i miei quattro lettori” con avventure ai margini della corsa, ridotto persino a raccattare parole di Manzoniana memoria.
Già, Maratona di Reggio Emilia, un appuntamento a cui non potevo sottrarmi, pur non potendola correre, o meglio, non volendola correre in maniera "irriguardosa". Dunque per respirare aria di gara, ecco il tour in auto lungo il tracciato, una giornata fantastica, un cielo terso, azzurrissimo, accompagnava i maratoneti, riesco ad infilarmi in coda raggiungendo ben resto i primi podisti, badando bene a non disturbare, cercando di intuire le personalissime traiettorie che ognuno imposta, in base a chissà quali algoritmi, l’emozione di rivedere i luoghi percorsi più volte, in tutte le condizioni, riconoscere la gioia di chi va incontro a se stesso, , riconoscere le espressioni di chi ci crede, e di chi ci spera, o di chi realizzerà a tutti i costi il suo sogno, il rumore dei passi che arriva dal finestrino aperto, che mi fa quasi scalpitare, invidia, una sanissima e stimolante invidia che mi aiuterà senz’altro negli allenamenti. E poi il solito entusiasmo dei volontari, i pacer con i loro variopinti palloncini, con un colore per ogni sogno, colori che dopo il traguardo diverranno un unico grande arcobaleno che farà da gonfiabile e accomunerà tutti: i maratoneti non hanno colore, non hanno tempi, quando corrono dando il massimo, presentandosi senza sottovalutare la Distanza, al meglio delle loro possibilità, questa è la mia idea di Maratoneta, condivisa da molti amici, alcuni dei quali ho avuto l’onore di contagiare con questa passione, la foto che accompagna il post vuole essere un omaggio a chi ci crede fino in fondo.
Poi le strade tra autisti e podisti si dividono, ma la direzione è comune: Reggio Emilia. Arriviamo sotto il gonfiabile appena in tempo per veder sfilare alcuni amici, e apprezzare anche da fuori la calorosa accoglienza che viene riservata a tutti. Gli arrivi si susseguono, confesso che gli applausi sono anche un modo per tenere calde le mani in questa gelida e soleggiatissima giornata, la leggera amarezza per non averla potuta correre è stemperata dall’entusiasmo contagioso di chi riceve la medaglia di finisher. Lady 42 avrà indubbiamente capito che sono ancora innamorato di lei, anzi, credo proprio non abbia mai dubitato, quindi penso di potermi dedicare serenamente ai sogni 2014.
Buone corse!
martedì 5 novembre 2013
Bilancio, bilancia, rilancio.
martedì 29 gennaio 2013
Voglia di...
Correre, senza meta, lasciando che le gambe decidano la direzione, senza traguardo alcuno, se non quello di godere del momento, di questo ho voglia. Ho voglia di una sana perfusione di endorfine, che allontanino ogni pensiero che distolga dalle cose vere, da quelle importanti. Ho voglia di scrivere, di cose vere, di cose importanti, verrà il momento, per ora proseguo cosí, fuori dal clamore delle gare, dalla frenesia agonistica, alla scoperta di questi nuovi percorsi.
Buone corse, sempre.
venerdì 21 dicembre 2012
Il 2012 e le cose mai scritte…
Va via, nel quasi totale silenzio del Blog, fermo alla gara di Valdigne. Un silenzio immeritato ma non immotivato, è stato e rimarrà comunque per sempre un anno da ricordare, ma anche frenetico, caotico, pieno di successi e cambiamenti, quando nel Dicembre 2011 risposi ad una cara amica che mi augurava “un anno pieno di cose belle” , dicendole: <<alla fine è solo un ennesimo giro di lancette, ma perché negarci una notte di sogni e buoni propositi? D’altronde abbiamo ben 365 giorni di tempo per poterli realizzare…con un pizzico di fortuna!>>, per quanto ottimista, non mi aspettavo certo che finisse così, forse è vero che gli auguri sinceri, proprio perché rarissimi, funzionano sempre, e di questo, Amica ti ringrazio.
Il tempo è ancora tiranno, mi permette giusto di scrivere queste poche righe, e mentre scrivo, leggo con rammarico a fianco del testo, i titoli dei post mai portati a termine, tra i tanti, quello sulla CCC, ed è con quelle parole, scritte sull’onda dell’emozione del momento e mai pubblicate, che voglio salutare quest’anno che va via, mancano le emozioni dell’arrivo, ma lo ritengo un condensato di quello che per me ha rappresentato quest’anno e quell’avventura sul Monte Bianco.
Buon anno a tutti Voi!
Freddo, si, decisamente freddo. Al freddo avevo sempre pensato, ma immaginavo un cielo stellato ed i sentieri rischiarati dalla luce lunare e dalla frontale, invece mi trovo qui, in totale solitudine, un vento gelido che sferza l’aria lanciandomi contro il viso i grossi fiocchi di neve che cadono fittissimi, una costante di tutta la giornata, alternati alla pioggia, a seconda della quota. Il rumore ovattato dei passi, il respiro che li accompagna regolare, non so esattamente i chilometri percorsi, so solo che ora sono molti di più di quelli he restano, incontro due volontari che procedono in senso contrario, mi illuminano con le loro torce e biascicano qualcosa in tono interrogativo, intuisco “dossard” e capisco cosa vogliono, con una manata rimuovo la neve che aveva coperto completamente il pettorale, mi sorridono:
-Alé Filippo! Bene? Bon courage!
-Si bene, bene, merci!
Pazienza per la lente a contatto andata al suolo insieme ad un fiocco di neve (altra lezione per il futuro), o per la borraccia persa che mi ha costretto a centellinare l’acqua sin da metà gara, a questo punto tutto diventa insignificante, c’è ancora tanta strada, tutto può succedere, ma tanto è già successo, e quanto già successo fa volare le gambe al di sopra di questa gelida poltiglia che costituisce il sentiero, ed il pensiero al di sopra di certe idee cattive suggerite da qualche neurone sfaticato, intorno è tutto bianco, so già che questo momento rimarrà indelebile nella mente, sia per il contesto che per i pensieri, occhi lucidi, mentre cerco di far fluire le emozioni dal cuore alla tastiera.
Tutto era iniziato il 20 Gennaio, al lavoro: dal PC di Boldrake, il ns. magazziniere supereroe avevo letto la conferma d’iscrizione a seguito del sorteggio, uno dei 1800 posti disponibili per un numero nettamente superiore di candidati era mio! Avrei dovuto scrivere un post per parlare di quello che era diventato a quel punto l’obbiettivo di stagione, post sempre rimandato ed alla fine rimasto nel solito limbo. Stagione dicevo, iniziata con quella che per me costituiva una necessità impellente, riprendere il feeling con Lady 42, cosa regolarmente avvenuta a Roma, con una cavalcata nel mio tipico stile da metronomo, indipendentemente dal risultato cronometrico, pur non da buttar via!
Qualche mese di preparazione generica e un bel numero di gare trail utilizzate come allenamenti, vista la difficoltà di trovare dislivello dalle mie parti, bei risultati quasi inaspettati, come alla Abbot’s Way, dure lezioni, come all’Oasi Zegna, affrontata in maniera pessima sotto tutti i punti di vista, ma portata comunque a termine, perché ritirarsi senza un valido motivo, (l’unico motivo che ritengo valido è quello di potersi far del male), è fuori dalla mia filosofia. Poi i primi risultati che davano l’indicazione di una forma in crescita, l’Eco delle Aquile, finita al sesto posto assoluto in una giornata dalle temperatura infernale, nella settimana successiva all’Oasi Zegna. Una settimana di scarico, ed arriva l’ennesima accoppiata bisettimanale, Ventasso – Valdigne con un Eco del Ventasso strepitosa, corsa per la prima volta sotto le cinque ore e finita con sensazioni meravigliose, oltre ogni più rosea aspettativa, sensazioni che verranno successivamente confermate dai fatti, seguito da un’ottima Valdigne. E poi? Poi qualche trail breve, prima della discesa in Sardegna, dove, con poco dislivello ma tanti chilometri ho trascorso le settimane prima della partenza, tra scalate al Monte Doglia, doppie “Sassari – Osilo, lunghi quotidiani nell’ordine dei 20K ed una indimenticabile giornata di rifinitura a Porto Ferro, dove tra scatti, trascinamento pesi sulla sabbia, esercizi propriocettivi, ho gettato le basi per una partenza ed un arrivo con il sorriso.
Ed ora che manca poco al via, siamo tutti qui per le vie di Courmayer, pronti a vivere il sogno, nonostante gli inquietanti sms che giungono dall’organizzazione preannuncino una giornata da incubo sotto il profilo meteo. Il sole all’uscita dal traforo dopo il grigio e la pioggia di Chamonix per un attimo aveva lasciato sperare una giornata in stile Valdigne, ma subito dopo i segnali arrivano, inequivocabili. Inizia a piovere sulla bellissima folla in attesa, nessuno sembra farci caso, intenti ad ammirare questo fiume multicolore, multilingue, multiambizioso nel quale siamo immersi. La musica è quella adatta, AC DC, Led Zeppelin, Pink Floyd, alla musica si aggiunge lo speaker per caricarci ancora di più, in tutte le lingue, l’adrenalina sale, ecco le note di Vangelis, si va. Una parata per le vie di Courmayer, tifo da stadio, marciapiedi gremiti di gente che ti urla il suo incoraggiamento, emozioni da groppo in gola, sono uno dei pochissimi senza bastoncini, l’unica cosa a cui devo stare attento per ora è a non farmi infilzare come un pollo, tempo ipotizzato dichiarato all’iscrizione, diciassette ore; tempo desiderato, dichiarato agli amici, under sedici; abbigliamento iniziale: il solito, minimalista, unica concessione: i manicotti e l’indispensabile giacca ultraimpermeabile, che toglierò però dopo pochi chilometri. In spalla lo zaino con tutto il necessario, anche in esubero rispetto alla dotazione obbligatoria.
Si sale subito, prima sull’asfalto, dove decido di disfarmi della giacca, la pioggia non è fitta ed il sudore prevale, poi prendiamo i primi sentieri che si arrampicano più o meno ripidamente, adrenalina, gioia, leggerezza, solo così posso spiegare il mio stato d’animo, le gambe girano senza fatica, mi stupisco anche io quando mi ritrovo al Rifugio Bertone molto in anticipo rispetto alle reali possibilità, breve sosta tecnica all’interno, e all’uscita l’effetto slow motion sulla pioggia annuncia la sua prossima trasformazione in ben altro. Riparto deciso verso il Bonatti, vento e nevischio ma si sta ancora bene, sentieri corribili e pioggia in aumento, decido di indossare l’antivento, raffreddarsi sarebbe un grosso sbaglio che pagherei più avanti……………………………..
Forse un giorno scriverò il finale…Di nuovo auguri, e grazie a tutti!
giovedì 14 giugno 2012
Libera…
lunedì 4 giugno 2012
Se prima eravamo in tre...
No, niente Alligalli, ma qualcosa di ben più serio, era il mattino del 30 Maggio quando un messaggio proveniente da una "ragazza terribile" romana poneva un quesito di non facile soluzione a me e ad un altro amico:
“Ragazzi buongiorno... Vi scrivo per avere info su un progetto che sta nascendo qui: con gli altri runner del Biscotto di Caracalla, vorremmo inventarci qualcosa per raccogliere fondi pro terremotati.. l'ideale sarebbe una donazione a un paese, una zona dove c'è una gara podistica... Qualcuno di noi ha fatto Crevalcore, credo... Vi scrivo perché siete i contatti più in zona.. Potete darmi indicazioni di luoghi o mettermi in contatto con persone del luogo? Grazieeee”
Nessun merito da parte nostra, solo il piacere di aver visto nascere dal nulla quello che doveva essere un gesto simbolico e si sta trasformando invece in un vero e proprio evento, sulla cui bontà d’intenti mi sento di spendere l’onorabilità mia e quella del Blog, ora devo solo trovare qualcuno che corra per me in quella che sarà senz’altro una splendida giornata romana alla quale non potrò partecipare, mentre per la Maratona di Crevalcore del 6 Gennaio l’appuntamento può dirsi deciso.
Questi i link all’iniziativa:
Per dettagli sulla corsa, (evento su FB)
Comune di Crevalcore, per donazioni a distanza;
E come sempre…buone corse!!
giovedì 31 maggio 2012
Ciao!
giovedì 16 febbraio 2012
Corseggiando…
Fantastici questi glaciali pomeriggi post lavorativi, aria asciutta, cielo azzurro, strade pulite che permettono di accarezzare l’asfalto in tutta sicurezza, mentre tutto intorno il bellissimo bianco abbagliante costringe a portare gli occhiali da sole, ogni tanto la piacevole sensazione delle gambe che vanno da sole oltre il ritmo programmato, mentre i raggi ormai obliqui proiettano sul manto candido l’ombra di quella corsa sgraziata con quei gomiti stretti magistralmente immortalati dalla matita di un Grande, una postura retaggio di quel periodo lontano nel quale era necessario stabilizzare le masse.
Non c’è alcuna rivalità con la mia compagna di viaggio, mi accompagna placidamente seguendo il mio ritmo, una figura nera, nitida, slanciata, grazie all’approssimarsi del tramonto, attraversa campi e fossi con eleganza, adattandosi al terreno, oggi mi piace pensare che non sia un mero fenomeno ottico, ma un modo per portare con me coloro che in questo momento per motivi diversi devono fare a meno di queste sensazioni, serve pazienza, lo dico senza alcuna superficialità, poi il sole tornerà a splendere alto, le ombre svaniranno e riprenderanno forma.
lunedì 28 novembre 2011
All together now!
Torno indietro! Alle 11:26 di una assolata Domenica mattina, ai piedi della prima vera salita del giorno, KinoBob proferiva tali parole, le prime dal risveglio, fatto decisamente inusuale per lui, come del resto questa rinuncia. Ma come si era arrivati a tale drammatico epilogo? Per poter comprendere questo dramma dobbiamo tornare indietro di due giorni.
Venerdì 11 Novembre, la partenza per l'allegra Kino Gita è prevista per le diciannove, un comodo pullman antistress e salvapunti ci condurrà in quel di Lagundo, a pochi minuti da Merano. Gruppo eterogeneo di atleti delle varie sezioni e vasta rappresentanza di familiari al seguito, questa volta non nel ruolo di rassegnati accompagnatori, come spesso capita durante le trasferte in occasione delle gare, ma di allegri gitanti accorsi al presidenziale invito "All together now!". Dopo aver fatto fischiare un pò le orecchie agli inevitabili ritardatari si parte, mancano i cori Tirolesi promessi da Alex ma non regna senz'altro il silenzio tra le file dei passeggeri. La prima tappa è in autogrill, quasi nessuno ha fatto in tempo ad organizzare un pigiatino per la trasferta quindi siamo costretti a sperimentare la nouvelle cousine autostradale, pezzo forte il "Capo Verde" dal raffinato gusto polimerico... Molto meglio il ristoro improvvisato dai più previdenti in un tavolino dell'area esterna: a malincuore ci tocca degustare un delizioso salame casalingo accompagnato da lambrusco e Parmigiano di collina, prima di riprendere i nostri posti.
Con lo stomaco pieno anche la strada scorre più veloce e ben presto l'inconfondibile stile architettonico, più del paesaggio, ormai celato dal buio, ci annuncia che siamo prossimi alla meta, Alex prende dunque il posto del navigatore satellitare e guida capitan Francesco tra le vie del piccolo centro sino al parcheggio dell' Hotel.
Vista l'ora tarda procediamo rapidamente al disbrigo delle formalità alla reception, che invadiamo con sacche, ski roll e bastoncini suscitando la curiosità dei componenti di un'altra vivace comitiva con età media prossima alle tre cifre, che si informano divertiti sui nostri insani propositi. Saremo divisi tra stanze in albergo ed alcuni appartamenti, entrambe le sistemazioni si riveleranno decisamente al di sopra delle aspettative, l'albergo moderno e curatissimo, sauna a disposizione, gli appartamenti arredati e rifiniti con gusto veramente raffinato in un sapiente mix tra tradizione e futuro, il fantastico giardino con un particolare "stagno balneare" che fa da coronamento all'ampio piazzale utilizzabile come solarium. A completare il tutto una modernissima sala comune, una cantina da favola ed una cucina professionale con tanto di cella frigo, il tutto a nostra completa disposizione. A metà strada tra le due sistemazioni, il ristorante di cui usufruiremo solo per la colazione.
L'esordio podistico in questa trasferta è il trasferimento dalla reception al nostro albergo: sapientemente guidati dal Re dell'orienteering riusciamo a perdere le tracce del receptionist che guida il resto della comitiva e ci troviamo così a vagare con bagagli e due casse di lambrusco tra le vie del paese ormai deserte. Dopo vari giri a vuoto raggiungiamo faticosamente la coda del gruppo e, liberi da pesi, ci rechiamo, per conciliare il sonno a degustare una filtrofiore della Forst.
Il risveglio è da cartolina, giornata fantastica, neanche una nuvola, aria frizzante, il paesaggio si rivela ora in tutta la sua bellezza, per cui dopo una ottima ed abbondante colazione, un veloce cambio d'abito con l'aggiunta di un un tocco di classe ad opera di Bob: i pettorali da gita marchiati Tartufo Trail.
Studiato il percorso e presi accordi con autista e camminatori per le tappe intermedie, partiamo decisi verso l'alto, basta il primo chilometro un pò intenso per demolire il mito della colazione proteica a base salmone, il suo fautore arranca in salita con la fronte imperlata di sudore freddo mentre le proteine nobili si dibattono nel suo stomaco, e continueranno a farlo per un bel pò. Passiamo tra frutteti carichi di mele e vigneti dalle foglie ormai colorate d'autunno come del resto tutto il bosco nel quale ci addentriamo, sentieri ben curati e molti camminatori che ci osservano come marziani chiedendosi quale gara ci fosse in programma per la giornata, i primi del gruppo ricevono persino applausi, il passo è
abbastanza spedito ma ad intervalli regolari si rallenta in modo da non distaccare chi non ha voglia di sfiancarsi. Arriviamo al primo pit stop in anticipo sui tempi, il pullman tarda ad arrivare e per evitare di farci ibernare da una leggera brezza siam costretti a cercare riparo sotto la pensilina della fermata dell'autobus, non trovo le parole adatte per descrivere lo sguardo dell'autista alla vista del variopinto kinogruppo. L'arrivo di Capitan Francesco fornisce il necessario supporto logistico, quindi si può ripartire, direzione sempre e comunque verso l'alto, è difficile resistere alla tentazione di fermarsi continuamente per fotografare ogni singolo scorcio di paesaggio, la soluzione è una sola, scattare al volo sperando nella buona sorte.
Il luogo scelto per la seconda sosta è il solarium di un ristorante (chiuso), qui troviamo un giovanotto settantenne arrivato con la sua mb, tra una chiacchiera e l'altra ci fornisce una mappa dettagliata di tutti i sentieri dei dintorni, poi una volta riposati alcuni decidono di restare qui a crogiolarsi al sole, mentre la sezione maistanchi parte per l'ultimo strappo verso i 1900. Sentieri sempre più impervi e pendenze severe, ma bellezza sempre proporzionale alla durezza dell'impegno, arriviamo al giro di boa con grande soddisfazione, il momento sarà magistralmente immortalato ad opera del Presidente in un perfetto autoscatto nonostante i sarcastici commenti sull'efficacia dell'inquadratura da parte dei soggetti: saremo puniti con la mancata distribuzione del prezioso fotogramma sino a data da destinarsi.
Ritorniamo sui nostri passi sino al solarium, qui il gruppo si divide ancora, alcuni scelgono di ritornare percorrendo la via dell'andata, i soliti maistanchi, compreso il sottoscritto optano invece per la via più lunga, inutile dire che la scelta si rivelerà quanto mai azzeccata. Uno splendido sentiero a mezzacosta, a volte un pò esposto ma sempre con ampi margini di sicurezza, discese, ruscelli e cascatelle mentre sulla nostra destra le case laggiù in basso appaiono ancora piccolissime. Intanto, il fisico, provato dallo sforzo protratto nel tempo richiede urgente integrazione, così, solo per esigenze energetiche, effettuiamo un breve pit stop ai tavoli di un bar ristorante per un rapido rabbocco di malto allo stato spumeggiante. Ritemprati, ci rilanciamo nella discesa, riesco persino a stupire Bob che mi vede seguirlo senza indugio, forse merito dell'integratore appena ingerito? Sarebbe un'ipotesi da valutare, intanto il dislivello viene pian piano divorato e guadagnomo infine la quota di partenza, la prima vera giornata trail è finita, ora ci aspetta il Trail gastronomico autogestito. Il tempo di una rapida doccia e il gruppo speciale reintegrazione formato da the President nell'esercizio delle sue funzioni, Alex Ministro della gastronomia locale, Nic in qualità di sommellier, Davide ed io... portaborse; conduce il gruppo il solito Capitan Francesco, anche se a dire il vero, andare a far la spesa con un pullman da trenta posti non è il massimo nè sotto il profilo della facilità di parcheggio nè sotto quello ecologico.
"Saccheggiati" il supermercato e una pasticceria si torna "a casa" con un ricco bottino pronti a metterci all'opera. Alle diciannove in punto si aprono le danze in cucina, gruppo ristretto che trova subito affiatamento tra i fornelli come sui sentieri, si parte con la preparazione di diversi taglieri con speck (anzi...schpeck) e formaggi, mentre i due chili di crauti si avviano a diventare un gustoso contorno per i vari tipi di salsicce di cui non ricordo il nome tipico, da proporre all'esigente clientela che attende in sala. Per ultimi...i primi, un tris comprendente gli immancabili canederli: trenta piatti preparati conditi e serviti a tempo di record, un'efficienza degna del miglior ristorante, ora ci si può finalmente sedere a tavola.
In sala l'atmosfera è calorosa, merito anche del Pinot nero, una volta placata la fame l'attenzione si sposta sul campanilismo di sezione che vede protagonisti trailers e podisti vs. triatleti, il dibattito verte su argomenti squisitamente tecnici, quali i vantaggi della depilazione o l'abbinamento dei colori nell'abbigliamento da gara, entrambi irrinunciabili per i trix, a dire il vero la conversazione, sempre più animata, tocca vette molto più elevate ma irripetibili, finendo in una sfida podistica per il giorno successivo, i dettagli vengono pacatamente discussi davanti ad una fetta di "Schtrudel" ed "un" bicchiere di Nocino, entrambi ottimi. La serata prosegue "ad eliminazione" con gli irriducibili che spendono le ultime energie davanti ad un bis di speck e formaggi, poi la stanchezza vince e si va tutti a dormire.
La mattina successiva a colazione la prima sensazione è quella di trovarmi sul set di "Risvegli", l'unico interesse capace di scuotere lo stato catatonico dei commensali è il tentativo di individuare tra gli ospiti, il padre di Ken, che qualcuna asserisce di aver incontrato, ma la ricerca rimarrà senza esito.
La sfida non può aspettare, tutti pronti alla partenza con un entusiasmo in stile tardissimo Luigi XVI, di comune accordo decidiamo per un percorso soft, con dislivello limitato, per quanto possibile in questo territorio. Scorrazziamo per piste ciclabili ma tutte le strade...portano in alto, ed è ai piedi dell'ennesima salita che si consuma il dramma citato all'inizio! Ma non è finita, mentre Bob torna mestamente all'albergo il portabandiera dei triatleti, nome d'arte "Gamba Glabra" prende coraggio ed inizia ad aggredire con leggiadra impudenza il pendio, incurante del cauto passo del resto della comitiva: la Digos è ancora alla ricerca del luogo esatto dell'esplosione, imputata ad incolpevoli separatisti! Devo dire che anche il resto del gruppo, me per primo, ha conosciuto giorni più briosi, però è una ulteriore occasione per scambiare due parole con molti che sino a prima di imbarcarci in questa avventura erano rappresentati solo da una @ nella mailing list e avere la conferma di quanto "trasversale" sia questa nostra passione.
Nonostante tutto portiamo a casa un divertente allenamento, già osservo il paesaggio con nostalgia, consapevole del fatto che tra qualche ora anche una semplice salita tornerà ad essere utopia. Ma non è il caso di deprimersi, il programma prevede una immancabile tappa presso uno dei ristoranti Forst, tutti sotto la doccia dunque, l’appuntamento è irrinunciabile e oltremodo necessario viste le energie spese e la fame da da lupi. Carichiamo armi e bagagli, direzione Merano centro, bellissima città che non avevo mai visitato, il ristorante che ci accoglie è un’altra piacevole sorpresa, superfluo dire che le pietanze e le bevande scelte non siano elencate tra gli alimenti consigliati per un pre gara, sia pur poco impegnativo, conversazioni in allegria condite da birra, stinchi e costine, una sublime Creme Brulè sancisce l’ora della partenza. Il toto-atmosfera-ritorno prevedeva due ipotesi su cui scommettere: A) grande cagnara, canti e balli Tirolesi e cori sguaiati; B) catalessi generale con sporadici segnali di attività celebrale.
Il risultato è un “B” secco, c’è persino chi si rifugia nella lettura con lampada frontale, la stanchezza ha il sopravvento, tra un pisolino e l’altro tiro le somme di questi tre giorni e, oltre a sorridere mentre i vari momenti passano per la mente, non posso non ringraziare chi mi ci ha letteralmente tirato per i capelli, oltre chiaramente agli artefici dell’evento che sicuramente hanno speso in tempo energie e pazienza molto più di quanto hanno lasciato intendere, un bellissimo risultato, merito della disponibilità di tutti, compresi gli unici due bambini presenti, che oltre ad adattarsi ai ritmi della folle compagnia, ci hanno dato una bella lezione di pazienza e tolleranza negli attimi che hanno preceduto la partenza dall’albergo. L’arrivo al parcheggio Nord decreta il ritorno alla vita di tutti i giorni, rapidi saluti, molti probabilmente già con la mente volta all’indomani, mentre un'inaspettata telefonata mi imprime sul volto l’ultimo “cheese” di queste bellissime giornate.
Buone corse a tutti, anche al Veet-Team!
mercoledì 6 luglio 2011
La valigia sul letto...quella di Connemara

martedì 21 giugno 2011
Ricordi di mezz'agosto...

venerdì 18 marzo 2011
Le gare che vanno oltre...

lunedì 17 gennaio 2011
Panem et circenses.

giovedì 4 novembre 2010
artisti & Artisti.
lunedì 1 novembre 2010
Notturno Veneziano