Brescia Art Marathon, "BAM", l'acronimo in questo caso parrebbe onomatopeico, ma non è il caso di far tragedie, si tratta di eseguire una regolazione fine delle capacità di recupero, o forse più semplicemente di scaricare leggermente, anziché proseguire con chilometraggi da Forrest Gump, a queste condizioni il 3:35 finale non è da buttar via. Ma passo a raccontare della travagliata vigilia di questa gara, non per costituirmi alibi cronometrici ma solo allo scopo di togliere al crono il ruolo di protagonista e dimostrare che lo spirito di Fantozzi aleggia sempre sulle mie gesta.
Tranquilla serata pre gara, dopo tre settimane di turni estremi c'è da rimpinguare la cambusa, obbligatorio il passaggio al supermercato ed è mentre sistemo le bottiglie d'acqua sul sedile posteriore, per accelerare le operazioni di carico, che una di queste confezioni rischia di cadere su una busta sottostante. Per salvarne il fragile contenuto il nostro eroe con schiena già allungata verso l'interno esegue un repentino movimento di torsione, ed ecco servito il miglior colpo della strega del nuovo millennio.
Resto bloccato dal dolore, riuscendo con fatica a sedermi in auto e non sarò in grado neanche di scaricare la spesa. Come ogni podista ben sa, il pensiero non può essere rivolto al dolore, ma esclusivamente alla gara dell'indomani che sicuramente salterà. Il caso vuole che per una fortunatissima coincidenza fosse invitato a cena il "Mago di Gramignazzo" così il desco viene provvisoriamente trasformato in tavolo di dissezione per il podista morente, e con due sapienti manipolazioni la schiena viene istantaneamente sbloccata. La domanda -ma non vorrai correre la Maratona, domani?- resta a fluttuare nell'aria come in assenza di gravità.
Finita la cena tiro le somme della condizione: meccanicamente, tutto funziona, il dolore residuo persiste. Mi sveglio verso le tre, a causa dell'inerzia turnistica, dolore immutato. Mi stendo sul tappeto e gioco la carta "tens" sino ad esaurire il pacco batterie: alle sei il dolore pare scomparso, resta la sacca da preparare ed i vari riti da compiere, ma si può fare.
L'arrivo a Brescia non è dei migliori, dal punto di vista dell'orario, mi affanno tra vestizione, parcheggio e ritiro pettorali, nella concitazione il gps è rimasto in carica, a casa, ma questo è l'ultimo dei problemi in confronto alla sovietica fila per i wc. Nell'attesa, medito di creare una raccolta fotografica intitolata "ritratti di umani che escono da un bagno chimico", sono certo che sarebbe un successo, infine alle nove, quattordici primi, cinquantaquattro secondi, sono pronto ad essere immortalato, pochi secondi sono sufficienti per raggiungere la partenza ed accorgermi di essere stato collocato in prima griglia, per un attimo penso di aver dichiarato un tempo di 2h35', in luogo del reale 3h25', il via immediato rende superfluo il quesito.
La schiena ha deciso di collaborare, indolenzito ed assonnato, ma in grado di reggere, parto fiducioso. I primi chilometri volano via con una bella chiacchierata con un vicino di griglia "parigamba" con il quale avevo condiviso le perplessità sulla nostra collocazione. Tra racconti di gare, consigli, progetti e battute, la mezza vola via. La temperatura è perfetta, si corre tranquillamente in canotta e la compagnia di tutti quelli che si fermeranno ai vari traguardi intermedi rende il percorso vivace anche quando si passa in zone un po' desolate, il tracciato è molto bello con moderati ma vari cambi di pendenza che aiutano a cambiare il passo, mentre il pubblico quando presente è molto caloroso. Intanto la fatica presenta il conto, prendo atto che difficilmente riuscirò a tenere lo stesso passo sino alla fine e decido di tirare leggermente i remi in barca in modo da non vanificare il tutto. La decisione si rivelerà saggia, infatti il calo del ritmo mi permetterà di arrivare al traguardo senza alcuna crisi, come sempre capita ultimamente, segno di una riacquistata confidenza con distanze e tempi sulle gambe sempre crescenti, quello che manca è una sana iniezione di collinari feroci, per stimolare capacità da tempo assopite, ma per ora, l'assoluta assenza di crampi o altri fastidi è indice del fatto che sono sulla buona strada. Fatte queste considerazioni si rientra in città, molta partecipazione, applausi ed incitamenti ed infine il gonfiabile nella bellissima Piazza della Loggia a sancire la fine della fatica odierna. Ritrovo il mio compagno di viaggio, dal quale mi ero separato intorno a metà gara, è riuscito a recuperare un paio di minuti, il tempo di un saluto ed una foto, poi espletati i riti post gara si va a reintegrarsi con una buonissima pizza consumata nella stessa piazza su un tavolino vista gonfiabile, eccellente direi.
Due parole per complimentarmi con l'organizzazione, veramente ineccepibile in tutti i servizi, dalla partenza all'arrivo, bellissima inoltre la zona giochi per i bimbi, un'intera piazza attrezzata per aiutare i "disperati dell'attesa" ad ingannare quel tempo che per noi è divertimento.
Chiuso anche questo capitolo, si correrà per qualche settimana senza alcun pettorale, in attesa del primo vero impegno in ottica Passatore, ovvero la Maratona di Russi, e nel frattempo: "correre, correre, correre".
Buone corse!
La schiena ha deciso di collaborare, indolenzito ed assonnato, ma in grado di reggere, parto fiducioso. I primi chilometri volano via con una bella chiacchierata con un vicino di griglia "parigamba" con il quale avevo condiviso le perplessità sulla nostra collocazione. Tra racconti di gare, consigli, progetti e battute, la mezza vola via. La temperatura è perfetta, si corre tranquillamente in canotta e la compagnia di tutti quelli che si fermeranno ai vari traguardi intermedi rende il percorso vivace anche quando si passa in zone un po' desolate, il tracciato è molto bello con moderati ma vari cambi di pendenza che aiutano a cambiare il passo, mentre il pubblico quando presente è molto caloroso. Intanto la fatica presenta il conto, prendo atto che difficilmente riuscirò a tenere lo stesso passo sino alla fine e decido di tirare leggermente i remi in barca in modo da non vanificare il tutto. La decisione si rivelerà saggia, infatti il calo del ritmo mi permetterà di arrivare al traguardo senza alcuna crisi, come sempre capita ultimamente, segno di una riacquistata confidenza con distanze e tempi sulle gambe sempre crescenti, quello che manca è una sana iniezione di collinari feroci, per stimolare capacità da tempo assopite, ma per ora, l'assoluta assenza di crampi o altri fastidi è indice del fatto che sono sulla buona strada. Fatte queste considerazioni si rientra in città, molta partecipazione, applausi ed incitamenti ed infine il gonfiabile nella bellissima Piazza della Loggia a sancire la fine della fatica odierna. Ritrovo il mio compagno di viaggio, dal quale mi ero separato intorno a metà gara, è riuscito a recuperare un paio di minuti, il tempo di un saluto ed una foto, poi espletati i riti post gara si va a reintegrarsi con una buonissima pizza consumata nella stessa piazza su un tavolino vista gonfiabile, eccellente direi.
Due parole per complimentarmi con l'organizzazione, veramente ineccepibile in tutti i servizi, dalla partenza all'arrivo, bellissima inoltre la zona giochi per i bimbi, un'intera piazza attrezzata per aiutare i "disperati dell'attesa" ad ingannare quel tempo che per noi è divertimento.
Chiuso anche questo capitolo, si correrà per qualche settimana senza alcun pettorale, in attesa del primo vero impegno in ottica Passatore, ovvero la Maratona di Russi, e nel frattempo: "correre, correre, correre".
Buone corse!
Ebbravo Filippo... troppo simpatico sto post 😊
RispondiEliminaAvanti così che vai bene.... inventati collinari però
E' stata una lettura davvero spassosa. Grandissimo!!!
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