Quando sei costretto a stare a guardare, le emozioni del passato diventano un caldo rifugio ed una solida base per ripartire, emozioni che vanno aldilà del semplice gesto, emozioni che un tempo non molto lontano erano trasmesse più con le parole che con le immagini, parole tra le quali spiccano quelle dell'amico Mathias, che scrisse all'epoca quello che considero uno dei più negli inni alla corsa che infatti ha avuto "l'onore" di essere plagiato per ben due volte, anzi, a dire il vero copiato pari pari con la sostituzione della sola firma, ed utilizzato per partecipare ad un concorso letterario di una nota rivista del settore risultando vincente.
Ebbene si, aldilà delle leggende, tra i runner si annidano anche personaggi del genere, ma lasciamoli pure nel loro squallido mondo, la cosa importante è che ora io stia bevendo l'ultimo ettolitro di caffè prima di indossare le scarpette e proiettarmi nel grigiore uggioso di questa giornata priva di ombre, in attesa di riprendere a pieno ritmo, ma di questo vi informerò passo passo, per ora vi auguro buone corse dedicandovi le parole di Mathias.
La rincorsa.
"Corro perché sono un sognatore. Sempre un passo dietro la mia ombra, ho il desiderio celato, un giorno, di riuscire a raggiungerla. Illuso? Forse, ma mi sento vivo e sfido la strada, che accoglie le mie falcate leggere. Nei miei respiri affannati si frantumano i cattivi pensieri, i loro resti si disperdono nel vento, poi sulla via, dietro di me. Vivo il dono della corsa ogni giorno come fosse l'ultimo, un passo dietro l'altro. Non curante di ieri, sudo il presente ed incrocio le dita perché il domani mi possa ancora regalare la gioia bambina di un paio di scarpe da consumare. A quelli che non hanno voglia, ma possono correre, dedico la mia utopica rincorsa, perché si sveglino un giorno dal torpore del corpo e mi seguano in questa pazzia. A quelli che di voglia muoiono, ma un destino beffardo glielo impedisce, dedico invece la mia corsa vendicativa, ed una promessa: offrirò al destino, per ogni loro desiderio realizzato, lo scalpo della mia ombra il giorno in cui l'acciufferò."
Grazie Filippo..il blog e la corsa..sono stati anni memorabili quelli a cavallo del 2007/20009 per me personalmente. Non solo per una gioventu' che addolcisce i ricordi, ma perchè in preda alle endorfine imprimevamo nel web emozioni di corsa ed in fondo di ricordo collettivo. Tu insieme a me sei stato tra i primi blog/runner.
RispondiEliminaOggi va tutto più veloce sul web: dire "ho corso" su facebook, condividere una traccia su strava, non permette di rivivere le stesse emozioni. La blog/corsa era come sorseggiare un buon vino..
Verissimo, Mathias, troppa frenesia, ogni tanto è piacevole rientrare in modalità "slow social" prendersi un po' di tempo per se stessi e dedicarne agli altri, prosit!
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