lunedì 4 maggio 2020

I Coronauti.

Addì 3 Maggio 2020
"La mascherinaaaaaaaa!" L'urlo arriva imperioso dalla mia sinistra. Con la coda dell'occhio ne scorgo l'autore, sicuramente un affermato virologo condominiale con una certa propensione ai discorsi da terrazza. Proseguo indifferente nella mia attività extra domiciliare lungo il mio percorso simil-infinito, al momento perfettamente deserto: un perfetto otto con origine presso la mia stazione, con due circuiti opposti ed identici, questo mi permette di non superare la lunghezza del cavo di vincolo stabilita dall'autorità suprema, anche se la possibilità che si ingarbugli con quello di altri coronauti è tutt'altro che remota. I pericoli di queste escursioni extra domiciliari, più che dal contagio, sono costituiti da queste meteore dittatoriali proiettate nello spazio da piccoli Paul Pot in pectore dall'età e dall'ignoranza trasversale e devo constatare che in questi ultimi giorni si sono ulteriormente incattiviti. Facile capire perché: da domani molte restrizioni cadranno, e con queste molti dei poteri di delazione fine a sé stessa.

Del come siamo arrivati a questo punto lo sappiamo tutti, ma aldilà dell'opportunità ed efficacia di certi provvedimenti è stato il clima che si era creato a spingermi fuori dall'orgia di invettive, piagnistei e cattiveria crescente, provenienti da entrambi gli schieramenti, non si può considerare il  podista l'untore per antonomasia, ma non si può nemmeno equiparare alla morte il divieto di correre.

E' finita? No. Ma da domani l'autorità suprema ci concederà di tornare a correre sulla terra con limitazioni ragionevoli e questo a me basta. Nutro poca fiducia nella ripresa delle gare a breve, e sinceramente mi importa poco, ho passato anni a correre in solitaria prima della scoperta del tapascionico agonismo, riappropriarmi di quelle sensazioni sarebbe già un bellissimo risultato, anche perché la prospettiva di partecipare a manifestazioni organizzate secondo gli ultimi ipotetici dettami della Fidal, quali partenze in stile crono, con conseguenti file chilometriche, consegna pettorali per corrispondenza, ristori sigillati, allontanamento rapido dai luoghi dell'evento dopo il traguardo, doppie transenne, non mi attira per niente.
Non metto assolutamente in dubbio che queste precauzioni siano necessarie, ciò che non ritengo necessario, è partecipare a delle gare in un momento di incertezza come quello attuale.
Le gare aldilà delle medaglie sono eventi sociali, sono fatte di viaggi, di condivisione, di incontri, di amicizie nate sul terreno comune della fatica, di amici ritrovati, momenti che ritorneranno, ne sono sicuro, ma per ora mi sento molto più tranquillo con un semplice "vado a correre" 

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