Kino-Max e amici avevano in testa un'idea meravigliosa, come potete leggere qui a fianco, ma a differenza di quelle di Cesare Ragazzi non ha resistito sotto l'acqua di una infausta (dal punto di vista meteo) Domenica di Maggio. Letta tardivamente la email con la locandina dell'evento ho avuto anche la bella idea di coinvolgere la consorte viste le manifestazioni di contorno che avrebbero dovuto contribuire a far trascorrere una bella giornata ad accompagnatori e non. La partenza per Castrignano in effetti non annuncia niente di buono, ma non sono mai state quattro gocce d'acqua a preoccupare un podista, arriviamo nel paese sotto una leggera pioggia, seguo dapprima i cartelli che indicano "Triathlon del gusto" poi le uniche due vetture che si inerpicano sino alla Pieve. Mentre parcheggio vedo i conducenti che si dirigono all'interno di un locale. Bene, penso, saranno tutti lì, entro e mi ritrovo circondato da quelli che poi scoprirò essere una squadra non di runner, ma di catechisti e da una piccola folla di ragazzini in ritiro spirituale in vista della prima comunione, tutti all'oscuro del laico evento. Saluto ed esco sul piazzale per scrutare l'orizzonte in cerca di presenze podistiche, ed ecco laggiù tre individui dall'aspetto inequivocabile: Michele, Fabrizio ed uno sconsolato Max che già dall'alba ha visto naufragare tutto l'impegno profuso in precedenza. Gli eventi della giornata si sarebbero dovuti svolgere all'aperto, senza alcuna struttura di appoggio, di conseguenza oltre alla forzata rinuncia sia di chi si era offerto di occuparsi della parte gastronomica che di quella culturale e musicale, anche l'allenamento in compagnia è rimasto per la maggioranza alla fase rem.
Così oltre ai quattro irriducibili in foto resta la consorte che già fiuta la pessima giornata, arriva l'auto "Presidenziale" al completo, poi Roberto e Stefania, ci rifugiamo tutti nel loro pulmino, visto che ormai fuori è diluvio, poi ancora Sabrina e Giuseppe, il tempo vola tra chiacchere e risate e arriva anche un certo languorino, decidiamo di scendere in paese e rifugiarci in un bar osteria per decidere il da farsi facendo ricorso ad antichi riti sciamanici quali la lettura del fondo della bottiglia di Malvasia e l'interpretazione della disposizione delle fette di salame. Ispirato dai riti l'infaticabile Max continua a chiedere scusa (per cosa poi?) e a cercare soluzioni di ripiego; alla fine riesce ad ottenere l'uso della sala "da ritiro spirituale", una volta liberata dai comunicandi. A questo punto non resta che organizzarsi per far passare il tempo necessario, la scelta cade inevitabilmente su una bella corsetta alla quale rinuncio, anche per evitare di apparire nella cronaca nera del Lunedì successivo, opto per un delizioso pranzetto nella trattoria del paese, mentre gli amici scorrazzano per i boschi.
Così tra sentieri e tortelli, salite e anolini, discese e rosa di parma, chilometri e lambrusco, il gruppetto si ricostituisce nel pomeriggio al coperto della sala nei pressi della Pieve, ironia della sorte ora un bel sole fa capolino tra le nuvole. Nel frattempo gli amici del salumificio Monpiù e quelli del Birrificio di Langhirano hanno attrezzato la sala, piatti colmi di ottimo prosciutto, salame, e ottima birra artigianale fresca al punto giusto, mentre due membri dell'Accademia degli incogniti di Langhirano tra storia leggende e geologia ci narrano di questo bel posto nel quale ci troviamo, in effetti oltre l'interessante esposizione dal punto di vista storico e naturalistico si coglie una vera propria dichiarazione di amore per questi luoghi purtroppo soggetti ad un progressivo spopolamento, messaggio più che condivisibile e che meriterebbe un post dedicato. La serata prosegue con un duro colpo alla mia ignoranza musicale, infatti bastano pochi accordi su quella strana chitarra doppia per capire che il giovane musicista che abbiamo davanti non è solo uno "bravo", platea ammutolita, occhi che fissano in maniera ipnotica le sue mani che corrono sulle corde, ora con delicatezza ora con violenza strappando note impossibili allo strumento, ci delizia con suoi vari pezzi, chiudendo con un classico del chitarrista del diavolo tra l'incontenibile entusiasmo dei presenti: era Paolo Schianchi .
Altra pausa gastronomica, un tentativo di foto di gruppo poi tutti fuori a goderci il tramonto sull'Appennino, ma neanche ora da soli, ci aspettano tre elementi della Bazzano Castle Pipe Band che con il suono delle loro cornamuse scozzesi renderanno magico questo fine giornata, bravissimi anche loro, ma è giunta l'ora di dirigersi verso casa, appuntamento al Fornacione! Una giornata nata male ma resa bellissima sia dalla compagnia che dalla volontà di tutti, concludo con una frase di Max: "questa giornata è la dimostrazione che con poco si può fare molto, basta un pò di partecipazione"
Non serve aggiungere altro...Buone corse!
P.S. Ho il leggero sospetto che la prossima volta la consorte declinerà l'invito! (non per la compagnia)
direi una bella giornata
RispondiEliminacroncaca di una bella giornata alternativa!
RispondiEliminaBella giornata e tutto, ma quanto ti si sono girati quando hai capito che non ci sarebbe stata la corsa? ;)
RispondiEliminaPure il concerto..non è andata male per niente a parte che ora per bruciare quel bel pranzetto toccherà correre sul serio la prossima :)
RispondiElimina@Lello:
RispondiEliminadecisamente!
@mjaVale:
e di adattamento agli eventi..
@Grezzo:
no, niente rabbia, doveva essere un allenamento in compagnia, non una gara, quindi resta solo il ricordo di una giornata particolare
@arirun:
questa è l'unica nota dolente di tutto l'insieme!
Sembra che tu sia precipitato all'interno del racconto di una fiaba. Certo che viste le premesse vi è andata di gran lusso!
RispondiEliminaGrande Fili!!!!!!
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