“Un bel tango con Lady 42”, così scrivevo nel Marzo 2012,
appena passato sotto il gonfiabile di Roma, ultimo incontro con la Distanza. Non
che avessi particolare feeling con il ballo, ma la gioia, la faticosa
leggerezza con le quali avevo percorso i 42.195K nella città eterna mi evocarono
le immagini di un filmato visto tempo prima, immagini piene di eleganza, classe e sensualità, come forse solo il Tango sa trasmettere, d’altronde anche un Maratoneta con le gambe di legno può sognare di volteggiare leggero, così come un tanghero può sognare di correre una Maratona, anche senza farlo mai, i sogni servono a nutrire l’anima, sta a noi non trasformarli in frustrazioni.
Ma torniamo all'attualità, nel freddo mattino di Reggio Emilia stemperato dall'inimitabile calore dell'accoglienza del Pala Bigi e della città.
Passi, respiro, unica colonna sonora, i tre k intorno alla città servono giusto per accordare le gambe, poca qualità dalla ripresa di agosto ad oggi, ho badato più a mettere chilometri in cascina e a non farmi male: le lunghe fermate portano a diventare saggi, per cui corro con le A3, mai indossate in gara prima.
Basta incredibilmente poca strada per trovare il mio passo e da lì è tutta meditazione dinamica mentre l'asfalto scorre, le uniche intromissioni permesse sono gli incitamenti del pubblico e dei molti amici trovati inaspettatamente sul percorso, che ringrazio anche qui di cuore. Oggi non ho la tipica andatura da metronomo, qualche oscillazione verso il basso quando mi esalto, come alla visione dei due "Mona Lisa smile" a Montecavolo, per poi mettere subito la testa a posto e rallentare, qualche flessione nelle salite, dovute ad una preparazione non certo al top, ma, ci tengo a precisarlo, rispettosissima della Distanza. Differenze di pochi secondi che non influiscono in nessun modo sulla media e sull'umore, nessun crampo, solo pura fatica da ricerca del limite, quella fatica con la quale ho imparato a giocare in questi anni, non permettendole mai di vincere, ed anche oggi, quando pensava di aver preso potere nel finale l'ho ricacciata indietro, cambiando passo e dirigendomi verso il gonfiabile sfruttando ogni stilla di energia residua, regalandomi quello che qualche mese fa pareva un sogno irraggiungibile, e che invece ora è una magnifica realtà, oltre che pietra angolare nel lungo viaggio verso Faenza, ma di questo ne parlerò più avanti, ora c'è solo da "farsi coccolare" come diceva il vecchio motto di questa fantastica Maratona: bellissima medaglia al collo, mentre il telo sulle spalle conferma che "agh'l'ò cavèda"
Buone corse!
Ma torniamo all'attualità, nel freddo mattino di Reggio Emilia stemperato dall'inimitabile calore dell'accoglienza del Pala Bigi e della città.
L'orario non proprio consono mi regala un posto-sacca sul crinale della tribuna, preludio ad un post gara da vertical limit, ma è bellissimo tornare a respirare l'aria carica di attese, paure emozioni ed aspettative. Inizia il rito della vestizione, e scopro che il non partecipare alle competizioni fa perdere oltre all'attitudine al gesto atletico anche quella alla preparazione della borsa da gara, capita così che in un attimo di disattenzione, in luogo della mitica "Ventasso Black 2013" che avrei dovuto indossare, butti dentro una "felpazza", nera anch'essa, ma di quelle per intenderci descritte dal produttore come
"adattaperchicorreconognicondizioneaivicompreseletemperatureprossimeallozeroassoluto", che costituirà l'ottanta per cento della sofferenza in gara, vista la mia propensione al minimalismo, mai corso con svolazzini ed eskimo. Gli annunci si fanno pressanti, è ora di andare in griglia, è ora di andare a danzare sulla tricolore milonga Di Reggio Emilia, Lady 42 mi aspetta, mirada, cabeceo e siamo pronti.
L'adrenalina sale, lo speaker invita a far surfare un gigantesco Tricolore dalla prima griglia sino al fondo dello schieramento mentre la banda dei bersaglieri suona l'Inno, intonato a gran voce dalla folla dei podisti, poi arriva lo sparo, l'ultimo rumore proveniente dal mondo "esterno".Passi, respiro, unica colonna sonora, i tre k intorno alla città servono giusto per accordare le gambe, poca qualità dalla ripresa di agosto ad oggi, ho badato più a mettere chilometri in cascina e a non farmi male: le lunghe fermate portano a diventare saggi, per cui corro con le A3, mai indossate in gara prima.
Basta incredibilmente poca strada per trovare il mio passo e da lì è tutta meditazione dinamica mentre l'asfalto scorre, le uniche intromissioni permesse sono gli incitamenti del pubblico e dei molti amici trovati inaspettatamente sul percorso, che ringrazio anche qui di cuore. Oggi non ho la tipica andatura da metronomo, qualche oscillazione verso il basso quando mi esalto, come alla visione dei due "Mona Lisa smile" a Montecavolo, per poi mettere subito la testa a posto e rallentare, qualche flessione nelle salite, dovute ad una preparazione non certo al top, ma, ci tengo a precisarlo, rispettosissima della Distanza. Differenze di pochi secondi che non influiscono in nessun modo sulla media e sull'umore, nessun crampo, solo pura fatica da ricerca del limite, quella fatica con la quale ho imparato a giocare in questi anni, non permettendole mai di vincere, ed anche oggi, quando pensava di aver preso potere nel finale l'ho ricacciata indietro, cambiando passo e dirigendomi verso il gonfiabile sfruttando ogni stilla di energia residua, regalandomi quello che qualche mese fa pareva un sogno irraggiungibile, e che invece ora è una magnifica realtà, oltre che pietra angolare nel lungo viaggio verso Faenza, ma di questo ne parlerò più avanti, ora c'è solo da "farsi coccolare" come diceva il vecchio motto di questa fantastica Maratona: bellissima medaglia al collo, mentre il telo sulle spalle conferma che "agh'l'ò cavèda"
Buone corse!
E' sempre bellissimo leggerti, così com'è sempre un piacere incontrarti.
RispondiEliminaGrande Filippo!
Un abbraccio da Gabriele.
Bel post e belle emozioni.. daje che Faenza è lì ad aspettarti!
RispondiElimina@Gabriele: come diceva qualcuno "allora vedi che la cosa è reciproca?" Grande Gabriele, ricordati che la tessere del Club è già in stampa! :-)
RispondiElimina@Mauro: Ciao Maurè, grazie, e ci si vede a Firenze, se non prima! :-)
Allora spero di non farla attendere inutilmente, la tessera del club... ;-)
RispondiEliminaCi vediamo alla prossima, spero prestissimo!
grande. e prima di faenza si potrebbe pasare da milano, magari.
RispondiEliminabuon natale
@Gabriele: Spero anch'io!
RispondiElimina@Nino: mai dire mai Nino, la "scaletta" è ancora in fase embrionale ;-) Ciao!