mercoledì 30 dicembre 2015

Tentazioni.

Tranquilli, niente di pruriginoso, lo possono leggere anche i bambini.
Il grigio asfalto scorre silenzioso sotto le suole delle Nimbus già prossime alla pensione a causa del notevole incremento chilometrico, l'aria leggera, il cielo di un azzurro incredibile e la temperatura perfetta inducono all'ottimismo cosmico, mentre il collinare procede come da programma sul lungo anello studiato con cura il giorno prima. La Maratona di Reggio Emilia è ormai muscolarmente nell'oblio ed ho già rialzato l'asticella delle aspettative, ma sempre su superfici regolari e stabili, propositi saggi e inderogabili, o almeno così penso, sino alla visione di quello strano pittogramma che affiora dall'asfalto, a raffigurare un grappolo d'uva.
Istantaneamente tornano alla mente immagini di circa un mese prima: visi noti e non, alcuni sorridenti, altri segnati dalla fatica, accomunati dallo sfondo di paesaggi fantastici, le ricaccio indietro mentre affronto il bituminoso dislivello, ma il malefico disegno si ripropone, questa volta accompagnato da una freccia rivolta verso la tana del Bianconiglio, ponendomi di fronte ad un dilemma in stile Lewis Carrol:
- proseguire il cammino ligio al dovere e fedele ai miei bituminosi intenti, o scoprire cosa si celava dietro quei volti osservati dal mio stato di quiete coatta? -
Per rimanere in ambito letterario, oggi voto Baudelaire!
Salto la cunetta e mi ritrovo nel verde, avete mai assistito alla liberazione di un animale selvatico dopo un periodo di cattività? Ecco, la sensazione è quella, qualche passo guardandomi intorno, i polmoni che si riempiono di una nuova aria, diversa, lo sguardo che corre in tutte le direzioni a cercare qualcosa di familiare, ed eccolo individuare la successiva traccia, si parte. Il fondo è regolare, mi posso lanciare nel verde sentiero che porta al fondo valle, colori e profumi fortemente anomali in questa stagione, ma comunque bellissimi, la discesa sembra non finire mai, alla vernice delle prime indicazioni si sostituiscono dei bei cartelli rossi, sempre a rappresentare l'origine del prezioso nettare, ora ho la certezza che non si tratta di casualità o mera resistenza agli agenti atmosferici della vernice spray, ma di una tracciatura permanente da parte degli organizzatori di quella che già da quegli scatti mi era parsa una bellissima gara: il "Valtellina Wine Trail". Si ritorna nel verde sempre più invitante, i chilometri scorrono allegramente tra "discese ardite e risalite" ma la razione di sole giornaliera a disposizione di questi luoghi sta per terminare e non ho certo pensato di portar dietro la "frontale", inoltre già ora l'escursione termica sole-ombra è notevole, il mio abbigliamento non era certo pensato in tale prospettiva e come ho detto ad un amico "sono minimalista, si, ma non pirla" quindi inizio saggiamente ad aggredire la salita inventando una bretella tra i campi come il più vile dei "tagliatori" per ritrovare la  grappolovia che mi conduce ora tra suggestivi casolari abbandonati mentre polpacci e quadricipiti intonano stonatissimi cori alpini, proseguendo sino a riapprodare sula grigia planare realtà. Qui sempre seguendo il tracciato mi inerpico sino alla piazza del paese, immaginando il clima di festa che avrà accompagnato gli amici durante il giorno della gara, ma godendomi con il sorriso stampato sul volto questi momenti di solitaria e gioiosa fatica, mentre emozioni ed endorfine si convertono in bit per poter essere riversate su queste pagine e condivise con tutti Voi.
Buone corse!

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