Ventottesimasupermaratoninadelmontedelletrecrocidiscandiano. Ecco, ora che avete letto il titolo per esteso vi sarete fatti un'idea, sia pur in scala ridotta, di come il correre questa bellissima gara magistralmente organizzata dalla Polisportiva Scandianese lasci praticamente senza fiato. Ventiquattro chilometri e mezzo per questa edizione maggiorata grazie a dei lavori stradali, per il resto il tradizionale percorso che dopo la parata tra le vie cittadine si inerpica per le colline sino a toccare appunto il "Monte delle Tre Croci" passando per vigneti colorati d'autunno, verdi distese e grigi calanchi, il tutto sfiorato da un pallido sole che contendeva con esito incerto, qualche grado di temperatura all'aria più che frizzante. Poi la lunga discesa anti cartilaginea riporta a Scandiano con tanto di giro di pista all'interno del campo sportivo, con un attimo di amarezza perchè in questa giornata avrei dovuto calpestare il sacro suolo del Panathinaicon, ma sono qui come podista, non in qualità di giardiniere al soldo di Gozzano, per cui mi godo semplicemente ogni attimo.
La cronaca della giornata inizia con una grande folla ma nessuna fila particolare neanche nei "punti critici" tipici del pregara, (capite che non parlo solo del ritiro pettorali), dimostrazione di una organizzazione più che collaudata, unita ad un bell'impianto sportivo al servizio di tutti, aria festosa quanto fredda, quindi una volta bardato da pseudo runner fingo un accurato riscaldamento prima di sottopormi alla spunta ed intrupparmi nelle retrovie dove ritrovo, a dispetto della distanza, diversi visi noti, una bella occasione per tediarli con le mie disavventure.
Lo sparo sancisce la fine della piacevole chiacchierata, la mia domanda "ma è lo sparo?" è sintomatica dell'ansia da prestazione del momento. Una partenza flemmatica sino a raggiungere il minimo sindacale per carburare, poi lascio che le gambe decidano il passo in autonomia sino ai limiti del respiro rantolato, e sin qui tutto bene. L'inizio dell'ascesa mette a nudo una triste e già nota realtà, e cioè che non bastano i chilometri senza meta ma occorre trovare tempo e voglia per sottoporsi a brutali trattamenti di qualità, per non parlare dell'assoluta inefficacia allenante delle salite omeopatiche urbane e suburbane con le quali si arriva decisamente impreparati ad affrontare persino una parvenza di dislivello. In un modo o nell'altro porto comunque le mie ossa al cospetto delle "Tre Croci" e poi mi lascio andare verso Scandiano in stile rafting cercando di salvaguardare le articolazioni, per la vecchiaia, e poi...tutto il resto è noia.
Buone corse!
La cronaca della giornata inizia con una grande folla ma nessuna fila particolare neanche nei "punti critici" tipici del pregara, (capite che non parlo solo del ritiro pettorali), dimostrazione di una organizzazione più che collaudata, unita ad un bell'impianto sportivo al servizio di tutti, aria festosa quanto fredda, quindi una volta bardato da pseudo runner fingo un accurato riscaldamento prima di sottopormi alla spunta ed intrupparmi nelle retrovie dove ritrovo, a dispetto della distanza, diversi visi noti, una bella occasione per tediarli con le mie disavventure.
Lo sparo sancisce la fine della piacevole chiacchierata, la mia domanda "ma è lo sparo?" è sintomatica dell'ansia da prestazione del momento. Una partenza flemmatica sino a raggiungere il minimo sindacale per carburare, poi lascio che le gambe decidano il passo in autonomia sino ai limiti del respiro rantolato, e sin qui tutto bene. L'inizio dell'ascesa mette a nudo una triste e già nota realtà, e cioè che non bastano i chilometri senza meta ma occorre trovare tempo e voglia per sottoporsi a brutali trattamenti di qualità, per non parlare dell'assoluta inefficacia allenante delle salite omeopatiche urbane e suburbane con le quali si arriva decisamente impreparati ad affrontare persino una parvenza di dislivello. In un modo o nell'altro porto comunque le mie ossa al cospetto delle "Tre Croci" e poi mi lascio andare verso Scandiano in stile rafting cercando di salvaguardare le articolazioni, per la vecchiaia, e poi...tutto il resto è noia.
Buone corse!
"inefficacia allenante delle salite omeopatiche urbane e suburbane"
RispondiEliminaQuanto hai ragione e quanto ho paura del tarlo Ronda Ghibellina di fine gennaio proprio per questi motivi!
Ciao caro