Capita così, che mentre corri lungo una delle strade immediatamente fuori dalla "baia del cemento abitato", senza obbiettivo alcuno se non quello di evitare indesiderate integrazioni proteiche dovute al primaverile risvegliarsi della natura, l'occhio cada su due ragazzi che camminano di buon passo nella stessa direzione, uno di corporatura normale' l'altro decisamente in linea, si, ma in linea con i miei antichi fasti. Capita poi che appena superati, ti arrivi alle orecchie, rigorosamente libere da qualsiasi palliativo musicale, un "porta pure noi".
Lo sventurato non aveva chiaramente idea di cosa potesse provocare una frase buttata lì nel vento: nel tempo di un passo i miei recettori da evangelizzatore podistico, così violentemente sollecitati, fanno partire in automatico la risposta: "quando ho iniziato ero molto peggio di te".
Sono quattro, cinque passi avanti quando giunge la replica "dici davvero?"
Sono quattro, cinque passi avanti quando giunge la replica "dici davvero?"
A questo punto inevitabile una rapida inversione ad U, stoppo il GPS e mi affianco. Iniziamo così una bella chiacchierata tra perfetti sconosciuti, un breve resoconto del mio percorso mentre lui mi parla tranquillamente dei motivi che lo hanno portato ad oltrepassare i confini di Lipolandia, qualche consiglio dopo il suo "ma dici che potrò correre anch'io? Descrivo i miei penosi inizi, chiaramente sempre a mio modo, sdrammatizzando e cercando di invogliare, ma senza pretese di miracoli, le parole d'ordine sono sempre quelle: continuità e determinazione, e sembra che il messaggio abbia colpito.
Prima di andar via non posso ovviamente non parlargli del Blog, ora non so se sarà qui a leggere, ma non importa, ci salutiamo augurandoci che il caso ci porti a ritrovarci lungo quelle strade e magari percorrerne un tratto insieme, perché no?
Ci salutiamo e riprendo l'allenamento, la corsa sembra molto più leggera, ma non è dovuto certo alla breve sosta, per quanto ristoratrice. La mente si riempie di ricordi, degli anni di "missione" sugli argini del Taro, mi chiedo se veramente tra qualche mese ci ritroveremo e se son riuscito a far scoccare quella scintilla, come tante altre volte, il vero motivo che mi porta a tenere in vita questo mio giardino Zen aldilà delle tapasciate, ancor più in questo periodo di rinuncia ai pettorali.
Così, mentre le gambe riprendono a girare, il post inizia a prender forma, come ai vecchi tempi, c'era proprio bisogno di una bella iniezione di endorfine extra agonistiche, chi mi conosce sa quanto abbia a cuore questo argomento, e, lo dico con orgoglio, quando per qualche motivo le cose non girano per il verso giusto e devo tirarmi su, non vado certo a ripensare a gare, personal best o presunte imprese, ma a rileggere qualche pensiero scritto da Voi, "le più belle medaglie" come diceva Gino Bartali, "quelle da attaccare al cuore, non alla giacca"
Buone corse a tutti!
Buone corse a tutti!
e in onore dei vecchi tempi, commento qui e non su FB!! un "like" diverso
RispondiEliminaCommentare qui è un po' come bere un buon bicchiere di vino nel terzo tempo di una gara 😉
EliminaMa questa Monica è la mia prof preferita!
Elimina"A volte ritornano"
EliminaEccomi qua, sono un "evangelizzato" da Filippo, ho visto la luce!
RispondiEliminaScherzi a parte, spero davvero che tu abbia convinto il ragazzo che hai incontrato a dare una possibilità ad una amante esigente come la corsa, perché verrà ripagato. E fra 10 anni potrà guardarsi indietro e avere tanti momenti tipo "argine del Taro" a dargli forza.
Detta così potrei sembrare un novello Popoff.
EliminaIl blog non morirà mai anche se lo trascuriamo a volte
RispondiEliminaBella Filì
Il bello del dover rallentare.
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